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C'era una volta un bosco

Il Consiglio comunale del 27 novembre ha visto al centro della discussione il bosco di Macaferro e il progetto di trasformazione promosso dall'Amministrazione, per lavori il quale era presente nell'Ordine del giorno il punto "Acquisto appezzamenti di terreno ubicati in località San Siro".
Un progetto al quale si collega una decisione presa dalla Giunta tre anni fa con la deliberazione n.330 del 30 novembre 2017 "Autorizzazione al sig. Guido Olivari per la riqualificazione del terreno di proprietà comunale retrostante il campo sportivo di San Siro (Mappale 1362 del foglio5)". Una decisione che qualificava come "riqualificazione ambientale" la creazione di terrazzamenti "con utilizzo di terre e rocce da scavo di provenienza esterna": l'autorizzazione fu concessa "a condizione che vengano piantumati 60 castagni, con prescrizione di ricostruire i muri a secco senza barriere cementizie sul retro".
Evidentemente il privato assume questo impegno perché trova conveniente utilizzare quella destinazione per liberarsi del materiale prodotto nei suoi cantieri. mappa
A tre anni di distanza, con i lavori promessi lontani dalla conclusione, il TG Santa dell'11 novembre annuncia per quell'area uno sviluppo in termini di "ingegneria naturalistica" che prevede la creazione di parcheggi e richiede l'acquisto, da parte del Comune, di alcuni appezzamenti di terreno: quelli proposti nel Consiglio dello scorso 27 novembre.

Questi i fatti, che sollevano molti dubbi alla luce di un Piano Urbanistico Comunale che dovrebbe costituire la base per la pianificazione della Città e che malgrado le promesse manca da anni, ma risultano inspiegabili in quanto riferiti a una zona periferica nella quale i parcheggi non fanno certamente difetto.
Prosegue così un processo di antropizzazione, alterazione umana del territorio, che progressivamente priva Santa Margherita dei suoi "polmoni" e la rende più fragile.

Alla faccia dell'"ingegneria naturalistica", che dovrebbe costituire motivo di gestione e di cura del patrimonio forestale e richiederebbe invece una periodica e corretta manutenzione delle aree boscate, oltre a ridurre l'impermeabilizzazione del suolo creando e mantenendo spazi verdi e diffondendo l'impiego della vegetazione nella sistemazione del territorio. progetto
Nulla si sa delle "terre e rocce da scavo di provenienza esterna" né si è fatto cenno alle garanzie circa i "muri a secco senza barriere cementizie sul retro", per i quali sono richieste competenze specifiche.
TG Santa

gruccione Il nome del bosco di cui si parla, macaferro, deriva dal termine genovese di un uccello, il gruccione (Merops apiaster) che in Liguria è estivo, nidificante e di doppio passo (ogni anno passa nel viaggio di andata e in quello di ritorno; arriva in aprile-maggio e riparte a settembre-ottobre).
Si nutre d'insetti che prende al volo: api, locuste, vespe, …, odiato per questo dagli apicoltori. Un tempo erano catturati con le reti e le piume si usavano per ornare i cappelli delle signore.
Zetto. Rottame, moltitudine, e aggregato di cose rotte… Quel terreno che si caccia fuori nel cavare una fossa dicesi il Cavaticcio.
("Dizionario domestico genovese-italiano" di Giuseppe Olivieri, 1841)

2020 anno 2020 – satellite Google
1929 anno 1929 circa
(foto della raccolta Renato Dirodi)

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