Il Sole/24 Ore – 30 maggio 2022
Rigenerazione. Il progetto di FS Sistemi Urbani prevede di ripensare le aree ferroviarie attraverso poli cittadini, intermodalità e logistica
Si chiama "polo urbano" il volto delle città per il Gruppo Ferrovie dello Stato Italiane. Il lancio è stato fatto in occasione del nuovo Piano Industriale 2022-2031
e sotto la guida di FS Sistemi Urbani ci saranno anche le società Metropark (100% del gruppo, che oggi gestisce 84 parcheggi e ne gestirà 250 su tuttala rete
nazionale), la società di progettazione Fs Crew (100% di Italferr) e Gs Immobiliare (co-partecipata al 40% dai privati, proprietaria di 5 immobili in grandi città).
I target? La rigenerazione urbana delle aree ferroviarie dismesse, l'intermodalità, i parcheggi e la logistica di primo e ultimo miglio.
Umberto Lebruto, ceo FS Sistemi Urbani, racconta al Sole 24 Ore come viene declinato il piano industriale con attenzione ai temi della riqualificazione urbana e
del real estate, spiegando come «si conta di scaricare a terra gli investimenti che hanno come core business lo spostamento di merci e persone, investendo in
urbanità.
Aree inutilizzate e intermodalità
Dalle Ferrovie anche un contributo mirato alla città della prossimità, gestendo l'intermodalità, «per invitare a prendere il treno, occupandosi della
mobilità urbana (e non solo ferroviaria) come ci fosse un unico orologio - dice Lebruto - a dettare il tempo» e quindi considerando in un unico piano bike
sharing, trasporto collettivo pubblico come metro e bus.
La logistica
Terzo filone quello della logistica, con attenzione allo sviluppo di aree nella cintura esterna della città per lo stoccaggio, e poi altre in città, anche in
coerenza con la domanda del mercato intensificata dopo la pandemia. «Cerchiamo di catturare nel mondo che cambia il futuro con cui i cittadini vogliono
muoversi e fanno spostare le merci - commenta Lebruto - meno rigidità e maggior interesse verso le tecnologie e l'innovazione, per cogliere le prospettive future,
gestendole». E nel breve periodo Ferrovie manifesta l'interesse ad attivare partnership pubblico-private, «con operatori che sappiano contribuire al
salto di qualità che il gruppo vuole fare».
E se per la rigenerazione urbana si stimano 30 milioni di mq di aree, Lebruto dettaglia che otto milioni sono in lavorazione in diverse città italiane (con le
Pa che hanno portato avanti delle varianti in questi ultimi anni), altri 8-10 milioni riguardano la logistica, un altro terzo riguarda il progetto Green Energy.
«Constatato che siamo un operatore particolarmente energivoro e consumiamo quasi il 2% del fabbisogno nazionale, la sfida è riuscire a coprire il 40% da fonti
rinnovabili - dice Lebruto -. Investiremo nell'auto-produzione con impianti fotovoltaici sugli immobili di proprietà e in scali dove non è prevista la
rigenerazione: il 40% dei treni si muoverà con energia rinnovabile, da fonte sole ed eventualmente con una porzione di micro-eolico».
b>Non solo Milano e Roma
Quando si parla di rigenerazione degli scali, Milano e Roma non sono più le uniche città sotto i riflettori. E facendo seguito alle esperienze positive con la
rete C40 per l'iniziativa Reinventing Cities - a Milano le ruspe sono in cantiere nello scalo Greco, a Lambrate per il rallentamento di un ricorso si conta
di sottoscrivere preliminare e rogito entro l'anno, a Roma per Tuscolana si attende un ok della soprintendenza per chiudere entro dicembre preliminare e rogito - è
appena decollata a Bologna un'iniziativa per l'area Ravone-Prati. Il sito proposto per la trasformazione copre circa 93.800 mq nella zona nord-ovest della città, a
tre km dal centro.
Occhi puntati su Torino che conta sette scali come Milano, per 500mila mq complessivi, «si sta ragionando con l'amministrazione come metterli in vetrina –
commenta il numero uno di FS Sistemi Urbani - l'attuale piano regolatore prevede si realizzino dei volumi in queste aree, ma le funzioni previste non sono coerenti
con quelle richieste dal mercato; riattiveremo una cabina di regia, ma se qualche privato vuole investire può iniziare a fare delle proposte». A Verona,
intanto, per un'area di 45 ettari si sta chiudendo il contratto con l'operatore che si è aggiudicato la gara per lo scalo sud, con funzioni che cubano 100mila mq e
che serviranno a far vivere il grande parco previsto in quest'area.