Dopo 10 anni di "cauto silenzio"
l'Amministrazione ci darà il Bilancio Sociale?
Si avvicina il prossimo appuntamento elettorale, dopo un'Amministrazione che è stata in carica ininterrottamente per dieci anni: due mandati "conquistati" sulla
base di promesse in parte realizzate e in parte no. Anche perché in questi anni si sono verificati eventi non previsti (solo in parte non prevedibili) che hanno
richiesto aggiustamenti degli obiettivi.
Una buona ragione per spingere l'Amministrazione a dimostrare la coerenza fra gli impegni presi a suo tempo e i risultati gestionali, in una forma comprensibile
al comune cittadino : una forma suggerita dal Bilancio Sociale, che per questo si discosta da altri sistemi di rendicontazione per "addetti ai lavori".
Il Bilancio Sociale è infatti lo strumento che consente di monitorare i comportamenti di un'organizzazione e di informare gli interlocutori interni ed
esterni dei traguardi sociali raggiunti, fornendo dati e informazioni necessari per un governo democratico. Esso completa le informazioni numeriche in parte
desumibili dalla lettura dei rendiconti della gestione, illustra le attività svolte durante l'anno e gli obiettivi raggiunti così che i cittadini possono capire in
modo chiaro l'efficacia delle iniziative intraprese e delle spese effettuate.
Il bilancio sociale non sostituisce il tradizionale bilancio civilistico, ma lo affianca e lo completa. Si parla per la prima volta di bilancio sociale negli anni
'40, negli Stati Uniti. Ma è solamente dagli anni '70 che la rendicontazione sociale assume significati e valori rilevanti, sia negli U.S.A. che in Europa.
Essa nasce dall'esigenza di misurare ed esplicitare i vantaggi realizzati per la comunità. Il bilancio sociale prende infatti origine dalla consapevolezza che,
per crescere e prosperare, occorrono il sostegno, l'appoggio e la fiducia di tutto l'ambiente circostante.
Nonostante sia spesso confuso con il bilancio di fine mandato o con operazioni di comunicazione politica ed elettorale, il bilancio sociale della Pubblica
Amministrazione è un avanzato strumento di comunicazione e dialogo con i cittadini e ha come scopo quello di illustrare, in maniera chiara e sintetica, i meccanismi
di entrata e di spesa e, soprattutto, le logiche, i criteri, le ragioni utilizzate per effettuare le proprie scelte.
Funge, in altre parole, da supporto alle decisioni strategiche e favorisce la diffusione di una corretta percezione e conoscenza dell'attività dell'ente, dalla
quale deriva fiducia, credibilità, consenso.
Il bilancio sociale è quindi uno strumento che permette all'organizzazione pubblica di gestire e comunicare il proprio ruolo nel contesto sociale ed economico;
di migliorare e rendere esplicita la propria responsabilità sociale e di governare le relazioni con tutti i soggetti che, direttamente o indirettamente, sono
interessati alle decisioni dell'ente pubblico.
In ultima analisi questo importante strumento di rendicontazione ha l'obiettivo di dare maggiore credibilità e legittimazione sociale alla Pubblica
Amministrazione spesso vissuta dal cittadino come lontana se non addirittura ostile.
Il bilancio sociale non è imposto per legge, ma è il frutto di una libera e volontaria scelta degli amministratori dell'ente.
Il bilancio sociale dovrebbe utilizzare un linguaggio semplice, scorrevole, non ridondante, ricco di schemi grafici ed evitare l'uso di concetti, termini e
riferimenti propri del linguaggio amministrativo, tecnico e settoriale (il cosiddetto burocratese).
Ovviamente il bilancio sociale non dovrebbe essere accantonato in polverosi magazzini, ma deve essere annualmente utilizzato per verificare prima e costruire
poi un processo decisionale che includa tutti gli attori della comunità.
Il bilancio sociale ha tre dimensioni:
- Introspettiva: l'ente indaga se stesso e si racconta sotto il profilo degli obiettivi e dei valori;
- Relazionale: l'ente attiva un processo di dialogo con i suoi diversi portatori di interesse;
- Valutativa: l'ente rende conto degli impegni assunti e dei risultati prodotti.
I bilanci tradizionali valutano i risultati economico-finanziari attraverso l'applicazione di principi contabili, legati a numeri e "conti" suddivisi per
titoli, capitoli e impegni di spesa, termini che al cittadino non dicono nulla. Al cittadino importa il riflesso che quei "conti" hanno sulla vita della
collettività, le scelte strategiche e le politiche che hanno orientato l'allocazione e l'uso delle risorse pubbliche e, soprattutto, i risultati e gli effetti
prodotti.
Dunque, non volantini, brochure, relazioni, YouTube,
, ma un documento che non si riduca a un semplice atto amministrativo e autocelebrativo.
Per cittadino intendiamo non solo chi ha degli interessi (i cosiddetti stakeholders), ma anche chi ha bisogni, attese, desideri e sogni. L'Amministrazione
dovrebbe condividere e affrontare i problemi e i bisogni delle persone che nascono, crescono, studiano, lavorano e si divertono a Santa. Insomma, chi dal Comune si
aspetta qualcosa.
Un documento che renda conto non solo di ciò che è stato direttamente fatto dall'Amministrazione, ma anche dell'attività dei soggetti pubblici e privati che
concorrono alla realizzazione degli obiettivi dell'Amministrazione stessa: i Pii Istituti Riuniti (che hanno un impatto notevole sulle politiche sociali del
Comune), l'Ente Parco e l'Area Marina Protetta, le associazioni di volontariato, le associazioni di categoria,
Di Bilancio Sociale si parla dal 1997: esattamente ventisei anni fa il Comune di Bologna realizzò infatti la prima forma di bilancio sociale, seguito da una
serie di altri comuni tra cui Terni, Trieste, Copparo, Milano. A Santa Margherita fu prodotto un documento classificato come Bilancio Sociale nel 2007 del
quale, anche se migliorabile, va dato merito all'amministrazione Marsano.
Chissà se l'attuale Amministrazione, che in questi anni non ha brillato per trasparenza, deciderà di abbandonare la regola del "cauto silenzio"!
Direttiva del Ministro per la Funzione Pubblica sulla
rendicontazione sociale nelle amministrazioni pubbliche
2. OBIETTIVI DEL BILANCIO SOCIALE
Il bilancio sociale è definibile come il documento, da realizzare con cadenza periodica, nel quale l'amministrazione riferisce, a beneficio di tutti i suoi
interlocutori privati e pubblici, le scelte operate, le attività svolte e i servizi resi, dando conto delle risorse a tal fine utilizzate, descrivendo i suoi
processi decisionali ed operativi.
Tale strumento può incidere positivamente sul sistema di relazioni in cui l'amministrazione è inserita. In particolare, esso può contribuire a migliorare:
- la dimensione contabile, in quanto può integrare e rivitalizzare il sistema di rendicontazione dell'uso delle risorse economico-finanziarie già adottato
secondo le diverse discipline normative vigenti;
- la dimensione comunicativa, ponendosi, per il suo contenuto, al centro delle relazioni con i portatori di interesse;
- la dimensione della responsabilità politica, poiché si inserisce nel sistema della rappresentanza, attraverso una maggiore trasparenza e visibilità delle scelte
politiche e una possibilità di valutazione della capacità di governo;
- la dimensione di funzionamento, in quanto responsabilizza le amministrazioni alla sostenibilità della spesa pubblica, anche con riferimento ai nuovi vincoli
posti dal patto di stabilità europeo e dalle azioni di risanamento del deficit pubblico;
- la dimensione strategico-organizzativa, come strumento efficace per riorientare, nell'ottica del cittadino, i processi di pianificazione, programmazione e
controllo e per ripensare l'assetto organizzativo dell'ente;
- la dimensione professionale, in quanto orienta l'organizzazione del lavoro alla consapevolezza e al miglioramento dei risultati prodotti per i destinatari,
valorizzando e sviluppando le competenze e le professionalità e fornendo nuove occasioni di motivazione e di responsabilizzazione degli operatori.
Le sei finalità appena descritte non devono essere considerate alternative: in realtà il dar conto dei risultati coinvolge naturalmente tutte le dimensioni.
Roma 17 febbraio 2006
Il Ministro: BACCINI