Riprendiamo dal sito dell'Agenzia regionale per la protezione dell'ambiente ligure, con riferimento alla situazione di Santa Margherita.
Le acque di balneazione sono le "acque superficiali o parte di esse nelle quali l'autorità competente prevede che venga praticata la balneazione e non ha imposto un
divieto permanente di balneazione" (art. 1 c. 3 D.lgs. n.116/ 2008).
La stagione balneare in Italia va dal 1 maggio al 30 settembre di ogni anno; tuttavia i controlli iniziano per legge un mese prima, a partire dal 1 aprile.
La costa è divisa in tratti, rappresentati ognuno da un punto di campionamento, e monitorati con cadenza almeno mensile da Arpal; cadenza, criteri e metodologie
sono stabiliti in Italia dal D.lgs. n.116/ 2008.
Il monitoraggio delle acque di balneazione è svolto dalle sedi provinciali di Arpal: il punto di campionamento, rappresentativo del tratto di costa, è
individuato dove si prevede il maggior afflusso di bagnanti o il rischio più elevato di inquinamento.
La costa ligure comprende anche poche aree non balneabili in modo permanente (per motivi di sicurezza, portuali, di inquinamento permanente, militare o altro)
che non sono quindi oggetto di monitoraggio.
Il prelievo deve avvenire, dove possibile, a 30 cm sotto la superficie dell'acqua e in acque profonde almeno un metro; il volume minimo di acqua per le analisi
microbiologiche è di 500 ml; il campione è conservato a una temperatura di 4°C fino all'arrivo in laboratorio, dove viene analizzato entro le 24 ore successive al
prelievo.
I parametri rilevati per ciascuna acqua di balneazione marina sono: Escherichia coli - Enterococchi intestinali - Temperatura aria - Temperatura acqua - Direzione
vento - Intensità vento - Stato del mare - Direzione di provenienza onde - Stima visuale altezza onde - Condizioni meteo presenza di pioggia - Copertura nuvolosa.
La conformità di una singola acqua, ai fini della balneabilità, si basa esclusivamente sui valori di laboratorio dei primi due parametri microbiologici,
indicatori di contaminazione fognaria, che richiedono 24 ore di tempo tecnico analitico. Per ottenere la conformità entrambi i valori devono stare sotto i limiti
stabiliti dalla normativa.
Gli Enterococchi intestinali sono batteri, di forma sferica, disposti a catenelle; fanno parte della flora microbica intestinale umana e animale. La loro
presenza all'interno delle acque di balneazione è indice di contaminazione fecale. Il limite accettato per le acque marine è di 200 Most Probable Number/100 ml.
Gli Escherichia coli sono batteri situati nella parte inferiore dell'intestino di animali a sangue caldo (incluso l'uomo). Il loro ritrovamento nei corpi
idrici identifica la presenza di condizioni di fecalizzazione (è il principale indicatore di contaminazione fecale, assieme agli Enterococchi). Il limite di
Escherichia coli accettato per le acque marine è di 500 MPN/100 ml.
Importante non confondere con inquinamento la schiuma che spesso si vede sulla superficie del mare. Essa infatti è spesso, al contrario, un fenomeno naturale,
legato alla proliferazione di organismi di piccole dimensioni, uni o pluricellulari, di solito alghe e/o fitoplancton (insieme di organismi presenti nel plancton),
che si trovano alla base della catena alimentare marina. In particolare, si tratta di aggregati di particelle di dimensioni minori ad 1 µm (micrometro, cioè 1
millesimo di millimetro), in concentrazioni variabili grossomodo da 3.000 a 50.000 cellule/litro, tenute assieme da materiale gelatinoso trasparente di origine
organica (principalmente polisaccaridi, cioè zuccheri, composti fenolici e poi in minor misura proteine e amminoacidi).
Un altro fenomeno singolare, riscontrabile sullo specchio d'acqua antistante le nostre Riviere, durante il periodo che va da febbraio ad inizio giugno, sono
delle macchie di colore giallognolo che possono raggiungere dimensioni consistenti. Queste macchie non sono altro che polline. In primavera, infatti, diverse specie
arboree, in particolare quelle appartenenti alla famiglia delle Pinaeae (Pino marittimo, Pino d'Aleppo) e delle Cupressaceae (Ginepro), lo diffondono nell'aria. Il
polline di queste specie, per la sua struttura, viene trasportato facilmente dal vento anche a grande distanza e una volta depositati in mare rimane in superficie
per molto tempo grazie alla sua galleggiabilità. La formazione delle macchie giallognole avviene perché il vento insieme al moto ondoso, tende a riunire insieme
migliaia di granuli di polline che sono presenti in mare. Il polline non è dannoso in alcun modo né per l'uomo né per gli altri esseri viventi.
Per quanto naturale, il fenomeno non è bello da vedersi, soprattutto quando le schiume trattengono piume di gabbiani e addirittura sacchetti e bottiglie. I
parametri, controllati per legge, per stabilire la balneabilità di un tratto di costa, si limitano agli aspetti batteriologici e chimici delle acque.
In ogni caso, se un cittadino ritiene di essere in presenza di una massiva forma di inquinamento, può attivare il Comune territorialmente competente; questo
attiverà la capitaneria di Porto di zona, la quale svolgerà ricognizioni in mare e successivamente recapiterà i campioni all'Arpal per le analisi.
La Bandiera Blu è una eco-label volontaria, assegnata dalla FEE (Foundation for Environmental Education) alle località turistiche balneari che rispettano
criteri relativi alla gestione sostenibile del territorio.
I criteri scelti per l'assegnazione delle bandiere Blu comprendono una molteplicità di fattori, tra i quali la richiesta del Comune interessato. La buona
qualità delle acque di balneazione è solo uno dei tanti requisiti necessari per ottenere la Bandiera Blu. L'obiettivo primario di questo programma è quello di
indirizzare la politica di gestione locale delle località rivierasche verso un processo di sostenibilità ambientale in senso ampio.