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L'elezzione der presidente
di Trilussa

Trilussa Spesso le favole si occupano di "politica", mettendo in evidenza con ironia le caratteristiche, le virtù, ma, ancor di più, i vizi dei potenti. Il poeta romano Trilussa, a inizio Novecento, scriveva nel suo dialetto poesie con le quali evidenziava i problemi più comuni.
Il testo che segue risale al 1930.


Un giorno tutti quanti l'animali
sottomessi ar lavoro
decisero d'elegge un Presidente
che je guardasse l'interessi loro.
C'era la Società de li Majali,
la Società der Toro,
er Circolo der Basto e de la Soma,
la Lega indipennente
fra li Somari residenti a Roma;

Trilussa è l'anagramma del vero nome del poeta: Carlo Alberto Camillo Salustri. Nato a Roma il 26 ottobre 1871, già a dodici anni si dilettava leggendo i versi romaneschi di Giuseppe Gioachino Belli (1791-1863) e di Luigi Antonio Gioacchino Zanazzo (1860-1911), oltre a comporre liriche in italiano.
La sua produzione fu copiosa e tra essa spiccano le favole affidate ad animali parlanti. Nel 1920 fu nominato cavaliere dell'Ordine della Corona d'Italia da Benedetto Croce, allora ministro dell'Istruzione.
Nel 1947 rifiutò la candidatura a sindaco di Roma; il 1° dicembre 1950 il Presidente della Repubblica Luigi Einaudi (1874-1961) lo nominò senatore a vita: morì venti giorni dopo, il 21. Malato da tempo, anche in questa occasione commentò con ironia "M'hanno nominato senatore a morte".
E' sepolto nello storico Cimitero del Verano a Roma.

eppoi la Fratellanza
de li Gatti soriani, de li Cani,
de li Cavalli senza vetturini,
la Lega fra le Vacche, Bovi e affini…
Tutti pijorno parte a l'adunanza.
Un Somarello, che pe' l'ambizzione
de fasse elegge s'era messo addosso
la pelle d'un leone,
disse: - Bestie elettore, io so' commosso:
la civirtà, la libbertà, er progresso…
ecco er vero programma che ciò io,
ch'è l'istesso der popolo! Per cui
voterete compatti er nome mio. -
Defatti venne eletto propio lui.
Er Somaro, contento, fece un rajo, francobollo
e allora solo er popolo bestione
s'accorse de lo sbajo
d'avé pijato un ciuccio p'un leone!
- Miffarolo1! - Imbrojone! - Buvattaro2!
- Ho pijato possesso:
- disse allora er Somaro - e nu' la pianto
nemmanco se morite d'accidente.
Peggio pe' voi che me ciavete messo!
Silenzio! e rispettate er Presidente!


1 bugiardo
2 chi spaccia fandonie

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