Spesso le favole si occupano di "politica", mettendo in evidenza con ironia le caratteristiche, le virtù, ma, ancor di più, i vizi dei potenti. Il poeta romano
Trilussa, a inizio Novecento, scriveva nel suo dialetto poesie con le quali evidenziava i problemi più comuni.
Il testo che segue risale al 1930.
Un giorno tutti quanti l'animali
sottomessi ar lavoro
decisero d'elegge un Presidente
che je guardasse l'interessi loro.
C'era la Società de li Majali,
la Società der Toro,
er Circolo der Basto e de la Soma,
la Lega indipennente
fra li Somari residenti a Roma;
eppoi la Fratellanza
de li Gatti soriani, de li Cani,
de li Cavalli senza vetturini,
la Lega fra le Vacche, Bovi e affini
Tutti pijorno parte a l'adunanza.
Un Somarello, che pe' l'ambizzione
de fasse elegge s'era messo addosso
la pelle d'un leone,
disse: - Bestie elettore, io so' commosso:
la civirtà, la libbertà, er progresso
ecco er vero programma che ciò io,
ch'è l'istesso der popolo! Per cui
voterete compatti er nome mio. -
Defatti venne eletto propio lui.
Er Somaro, contento, fece un rajo,
e allora solo er popolo bestione
s'accorse de lo sbajo
d'avé pijato un ciuccio p'un leone!
- Miffarolo1! - Imbrojone! - Buvattaro2!
- Ho pijato possesso:
- disse allora er Somaro - e nu' la pianto
nemmanco se morite d'accidente.
Peggio pe' voi che me ciavete messo!
Silenzio! e rispettate er Presidente!
1 bugiardo
2 chi spaccia fandonie