Genova – gennaio 1941
Un documento chiaramente da contestualizzare al particolare periodo, degno di riflessione alla luce di quanto sarebbe avvenuto un paio d'anni dopo. GdS
Dopo il primo scaglione che ha trascorso settimane di sano e riposante soggiorno autunnale, è giunto a Santa Margherita il secondo scaglione dei feriti e mutilati
tedeschi, invitati dal Governo italiano a trascorrere un periodo di convalescenza sulla tiepida riviera ligure.
Questo secondo scaglione, agli ordini di un ufficiale tedesco e guidato dal maggiore medico Nehrer e da funzionari italiani dei Ministeri della Guerra e della
Cultura Popolare, composto di oltre centosettanta fra soldati e sottufficiali e venti ufficiali, è transitato da Genova, proveniente da Monaco, il giorno 6
dicembre. Alla stazione i camerati tedeschi ebbero già l'occasione di provare la ligure ospitalità. Una calorosa dimostrazione di popolo venne improvvisata alla
stazione ove il treno sostò pochi minuti. Le Donne fasciste, con l'ispettore e i dirigenti del Dopolavoro Provinciale e le rappresentanze militari e di servizio,
nonché il Console Generale di Germania, offrirono ai combattenti feriti un cameratesco ristoro, mentre i viaggiatori di passaggio si stringevano intorno ai feriti
tributando loro una sincera manifestazione di simpatia, con evviva alla Germania e a Hitler.
I valorosi camerati tedeschi, visibilmente commossi, inneggiarono alla fraternità delle armi che, in questo momento più che mai, unisce due ideali comuni
duramente provati dalla guerra dalla quale la Germania e l'Italia usciranno vittoriose.
A Santa Margherita
Il treno dei feriti tedeschi giunse alla stazione di Santa Margherita alle 9,20 ricevuto dalle locali autorità e da ufficiali superiori del Ministero della
Guerra e della Direzione Generale di Sanità e dal Gen. Besozzi, in rappresentanza dei Combattenti. Dalla stazione a tutte le vie cittadine, festosamente
imbandierate coi colori italiani e tedeschi, i feriti passarono fra due ali di popolo plaudente che volle loro porgere il benvenuto agli ospiti graditissimi, i
quali raggiunsero alcuni fra i migliori alberghi dì Santa Margherita e di Rapallo.
Le ridenti cittadine della riviera non potevano offrire migliore soggiorno ai camerati tedeschi che qui son giunti a ritemprare, sotto il sempre tiepido sole della riviera, il loro fisico ancora dolorante delle ferite di guerra. La loro giornata si svolge all'aperto, nei giardini tutt'ora fioriti, sulle terrazze dei caffè, lungo le strade che a nastro si snodano sulla riviera solatia, fra i pini appena mossi dalla brezza marina; e son giornate di vero e benefico risanamento di forze in cui le ferite e i malanni delle cruente campagne condotte sui fronti della Polonia, del Nord, dell'Ovest e della Francia, trovano il clima più propizio per una completa guarigione. Infatti il clima e l'atmosfera stessa, così ricca di calore e di aria balsamica, che i camerati tedeschi hanno trovato a Santa Margherita, saranno elementi che contribuiranno con le cure al rapido ristabilimento fisico.
La riviera ha mostrato per l'occasione le sue bellezze non mai abbastanza cantate: il sole di questi giorni non sembra davvero quello invernale, il mare, dopo la
burrasca dei giorni scorsi, si è placato come per incanto, il verde dei giardini e i fiori sembrano gareggiare in vivezza coi colori delle festose bandiere che da
ogni casa rallegrano il paesaggio, che, al dire di questi camerati, è come un angolo di paradiso.
Giorni lieti
I feriti hanno iniziato il loro periodo dì convalescenza. Passeggiano per le strade a gruppi di cinque o sei, trascinando spesso il loro corpo martoriato da
visibili mutilazioni; qualcuno è seduto su carrozzelle spinte da camerati, mentre alcuni si fanno sostenere dai più validi ed altri, e sono i più, hanno trovato
nelle ragazze di S. Margherita le gentili attenzioni che sanno recare tanto conforto e spesso annodano una lunga e cameratesca amicizia. A vederli passare così a
gruppi, non si ravvede davvero in loro il dolore sofferto per le ferite e per le fatiche di guerra; anzi nei loro occhi generalmente azzurri, come son le acque del
nostro mare, è un'allegrezza giovanile e una luce di fiera e sicura fede. La guerra per loro è stata un episodio soltanto e anche se le carni ne porteranno il
perenne ricordo, essi sanno che non avranno sofferto invano. Questo ricordo è per loro lontano, eppure non sono passati che mesi. In alcuni si legge già l'ansia di
riprendere il proprio posto in combattimento, e fra questi sono gli aviatori e i paracadutisti che pensano ai fratelli ed agli amici che hanno lasciato sugli
aeroporti della Manica da cui si parte l'incessante attacco sul nemico.
Passano nelle loro divise attillate grigio ferro, senza pastrano, che qui per loro è davvero superfluo; composti, rigidamente militari anche fra loro, salutano con
energico gesto quando le genti della riviera inscenano una manifestazione di simpatia. Sanno anche sorridere galantemente a tutte le ragazze che offrono loro dei
fiori e ai bimbi che li seguono a frotte, sempre pronti a portar loro aiuto e a fare da guida. Sui loro petti spiccano i segni del valore e la croce di ferro appesa
alla divisa è il più ambito riconoscimento.
Son tutti giovani, anzi giovanissimi. Non ricordo di aver visto qualche uomo maturo escluso qualche ufficiale già reduce della grande guerra. Il meglio della
gioventù tedesca del Grande Reich si è dato convegno su questa riviera, che ha saputo accoglierla con la tradizionale ospitalità. Eroi di ogni battaglia, eroi
d'ogni avventura di guerra. Tutti possono raccontare la loro storia, il loro episodio e lo fanno soltanto se sappiamo insistere, che per loro non è che un fatto
perfettamente normale. Così abbiamo appreso tanti episodi della guerra tedesca o meglio molti di questi, già noti attraverso i bollettini di guerra, ci sono stati
illustrati dai protagonisti.
Eroismi silenziosi
Eroi che parlano di loro e delle loro gesta non vi diranno mai tutto quello che hanno fatto e che hanno dato alla Patria e se lo diranno, la modestia velerà il loro racconto. Nomi: il sergente Siegler, venti anni, croce di ferro guadagnata al canale de La Bassée nel maggio scorso nell'offensiva contro la Francia; il tenente Pieper, carrista, che nel settembre del '39 aprì il varco col suo carro contro le difese polacche; il tenente Kellemann, supermutilato, già croce di ferro della grande guerra; il maresciallo Hager, eroe delle Fiandre; il paracadutista Pompel che ha conquistato da solo un fortino presso il Canale Alberto, il tenente di Marina Dietrich, osservatore su idrovolante negli attacchi su Londra, il capitano Koffe, comandante di una compagnia sul fronte della Mosa, il sergente Witmann, supermutilato, il soldato Sculz, e tutti gli Hans e tutti i Fritz e tutti i Walter sono qui rappresentati da un eroe in cui si ravvisa tutta la gioventù guerriera della Germania attuale.
Ma ora non staremo a raccontare gli episodi di guerra sui quali si potrebbe tessere il romanzo della vita eroica. Ci piace vederli passare per la riviera,
allegri e composti, godere nell'aria tiepida e vivificante il meritato riposo. Li troviamo ovunque e sanno subito esprimere la loro contentezza per il lieto
soggiorno. Uno di essi che ha già imparato a parlare in italiano mi diceva scherzosamente che si portava a passeggio le foreste della Germania, alludendo alla sua
divisa militare ottenuta attraverso un procedimento autarchico dalla cellulosa degli abeti
In questo soggiorno ligure dei camerati feriti dell'amica Germania, si rinsaldano i vincoli di amicizia da cui solo i popoli valorosi sanno trarre durevoli e
migliori auspici per la vittoria comune.