L'Illustrazione Italiana – 28 luglio 1935
Tra Santa Margherita e Rapallo, e cioè tra due pietre preziose del turismo internazionale, v'è una modestissima acquamarina di colore turchino che piace
particolarmente ai romantici ed ai poeti: San Michele di Pagana. Piccolo paese, assolutamente primitivo, in palpitante contrasto con i suoi gloriosi vicini. Poche
case di pescatori, sgusciate via, per miracolo di nostalgie, dal progresso e dalla civiltà; casupole basse, sorrette malamente da muri diroccati, ed una piccola
spiaggia, tutta ingombra di reti, che spinge in mare un molo in pietra viva che lascia passare il mare dalle sue larghe fenditure, e che canta come un istrumento
musicale
Un chilometro a destra ed un chilometro a sinistra vi sono le città deliranti di passato e di presente, le città che fondono il ritmo della storia al ritmo del
«Jazz»; a due passi v'è invece una chiesa assai nota poiché custodisce dipinti del Ribera, del Reni, del Guercino, del Correggio; e, più illustre di
tutti, un quadro di Van Dyck, ma il paesetto di San Michele sembra ignorare tutte queste vicinanze pompose ed è palesemente felice nella sua minuscola ed anche
sconfinata umiltà: un'umiltà che è come un dolce e volontario esilio.
A San Michele di Pagana si giunge per una strada indubbiamente romana. Percorrendola si ode un sotterraneo tonfo di secoli e si spandono echi di voci
lontanissime. Tuttavia la parola «Roma» risuona ancora da vicino!
La mitologia non ha forse fatto camminare Ercole sopra questa strada?
E
allora?
Allora v'è una strana fusione e confusione di accordi tra la cetra di Nerone e la lira di Orfeo.
E' sera
Le città vivono nel loro ininterrotto spasimo di ricordare e di dimenticare. Portofino, Santa Margherita, Rapallo, Chiavari, Sestri, risplendono
come tastiere fosforescenti, ed anche il Santuario sul monte Allegro s'illumina e sembra un transatlantico del cielo; ma San Michele di Pagana si ravvolge nelle
tenebre e vive in segreto la sua intima esistenza
L'automobile che passa accelera la corsa ed il viandante accelera il passo perché c'è troppo buio e vi sono
troppe ombre che si muovono, e l'urlo del mare pare che insegua i fuggitivi. L'incubo però è breve perché ben presto il gemito del mare si sfascia nel baccanale
delle mondane orchestrine; tuttavia il colore ed il sapore di quell'incubo rimane nell'animo come una paura o come un rimorso.
Ma perché un rimorso? Forse perché è quasi sempre la coscienza che fa accelerare il passo agli uomini!
Ma la curiosità è qualche volta più forte della
coscienza, e lo dimostra il fatto che io questa sera, passando per San Michele, invece di accelerare il passo getto l'ancora, ed il tonfo dell'onda invece di
inseguirmi, mi ghermisce e m'affonda
Ora, eccomi, ombra tra le ombre, sulla breve spiaggia del misterioso paese, prigioniero nella trappola delle tenebre e delle reti
Poco lungi passa
un'automobile e quasi quasi vorrei gridare «aiuto»!
Che stupido!
Il mio è come il terrore di un bimbo!
Oppure di un vecchio!
E'
la stessa cosa poiché l'ignoranza e la sapienza sono in fondo al medesimo abisso!
Intanto, a poco a poco, divengo più amico delle tenebre e vedo ciò che solo la confidenza può far vedere: vedo la realtà e la poesia delle cose
Cinque pescatori spingono una barca in mare
A cinque finestre si affacciano cinque visi sorridenti di donne
Ma la barca dura fatica a disincagliarsi
perché è affondata nella sabbia bagnata, ed i cinque sorrisi durano fatica ad illuminarsi perché sono affondati nella malinconia
Poi la barca scivola
finalmente nell'acqua ed uno sciacquio lontano di remi si mescola ad un vicino borbottare di avemmarie
Una tremula voce profetica mormora accanto a me:
«sarà pesca grama anche stanotte!
» Mi volgo di scatto: è un vecchio pescatore!
Molto vecchio!
Dìo, quanti anni sulle sue spalle, e
quanti secoli nel suo cuore!
Il vecchio non si mostra affatto sorpreso della mia presenza. Egli sa, certo per esperienza, che esistono anche dei cittadini romantici e curiosi, e se, come
penso, non li stima, tuttavia li compatisce. Del che gli sono grato, per quanto vorrei spiegargli che il vivere in città non è un privilegio ma è bensì una
mortificazione
Il vecchio non mi ascolta più
Guarda lontano girando lo sguardo col fascio luminoso del faro di Portofino
Poi ripete:
- Pesca grama anche stanotte!
(Hai ragione, povero vecchio: pesca grama anche stanotte; anzi più grama delle altre notti perché questa notte hai pescato anche un cittadino malinconico).