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    Pezzi di storia

Sciachèlu

Adottiamo per il titolo la definizione della fonte più recente (del 2003), il "Vocabolario ligure storico-bibliografico" di Sergio Aprosio: "strambo, vignetta stravagante, scervellato".
Risalendo indietro nel tempo, cambia la grafia ma il significato è sempre lo stesso, anche se espresso in termini vari: Giovanni Casaccia nel 1851 riporta Sciacchælo come sostantivo "Cervellino; Dicesi ad Uomo stravagante, di cervel balzano", ma poi nel 1876 aderisce alla versione aggettivo scrivendo Sciaccaelo "Mattaccino, Mattacciuolo, Matterullo, Matterugio, Matterùgiolo: Uomo scemo, Di poco senno, Quasi matto".
Nel 1851 Giuseppe Olivieri nel suo "Dizionario genovese-italiano" riporta Sciaccaelu "Cervellino, di poco cervello, di poco senno, leggiero, persona stravagante, che ha del pazzo" e nel 1873 si trova nel "Vocabolario tascabile genovese-italiano" Sciacchælo "Cervellino, Mattugiolo".
Nel 1910 infine Gaetano Frisoni nel suo "Dizionario Moderno Genovese-Italiano" conferma Sciaccaelo "Mattaccino, di poco senno, un po' demente".

Sciachèlu è dunque un termine che sembra porsi in conflitto con due altre parole genovesi, delle quali riportiamo la definizione di Aprosio:
abelinà – abelinòu "stupido" e
stundàiu "persona stravagante, bisbetica, lunatica".
Volendo sottilizzare, abelinà si usa in tono scherzoso, in occasioni saltuarie, stundàiu identifica una persona spensierata, con la testa fra le nuvole, mentre sciachèlu è costituzionalmente ingenuo, fiducioso.
Il termine sembra derivare dal genovese sciaccâ, schiacciare, e sciachèlu è in fin dei conti una persona oppressa, sprovveduta.

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