Genova Impresa – Nr.4 2021
A 90 anni dal suo varo a Sestri Ponente, ripercorriamo storia e aneddoti dell'importante transatlantico, fiore all'occhiello del regime fascista ma anche "nave
della salvezza" per decine di migliaia di ebrei
«Genova mercantile,
industriale, civile.
Genova d'uomini destri.
Ansaldo. San Giorgio. Sestri.
Genova in banchina,
transatlantico, trina.
Genova tutta cantiere.
Bisagno. Belvedere.»
Giorgio Caproni, Litania, 1954
La Genova raccontata da Caproni è una città piena, intrisa di storia, fatta anche dalle sue industrie. Caproni cita l'Ansaldo, i suoi Cantieri Navali e i suoi
lavoratori come parte fondamentale della città. In questi luoghi le maestranze tecniche e operaie hanno dato vita a imprese straordinarie e oggi vogliamo ricordarne
una in particolare: il transatlantico REX.
Un'impresa in tutti i sensi che ha portato alla realizzazione di un sogno collettivo. Quindi, a 90 anni esatti dal suo varo, Fondazione Ansaldo, in
collaborazione con Erga Edizioni, ha voluto omaggiare il mitico transatlantico con la pubblicazione del libro "REX, il sogno azzurro", scritto da Flavio Testi. Tra
le pagine del volume è possibile leggere storie di vita di bordo, aneddoti, curiosità, dati tecnici, accompagnati da immagini e, attraverso appositi QR Code,
filmati storici. Il primo agosto 1931 il REX, il transatlantico più grande mai costruito fino ad allora in Italia, venne varato nei Cantieri Navali Ansaldo di
Sestri Ponente alla presenza di Re Vittorio Emanuele III e la Regina Elena, madrina dell'evento, e altre 150.000 persone. Assistere a un varo è un'esperienza unica
ed emozionante, ma per l'Ansaldo, le sue maestranze e per gli abitanti del quartiere di Sestri Ponente, che hanno visto nascere e crescere il REX tra le proprie
case, il varo assunse un senso più profondo: significava che un'opera straordinaria era stata portata a termine e che una sfida era stata vinta.
Il REX non è stata solamente una nave addetta al trasporto passeggeri, ma fu un'opera di alta tecnologia unita allo stile, al lusso e alla cura di ogni
dettaglio, diventata fin da subito portavoce del sapere tecnico e del design italiano nel mondo. La sua carena venne studiata sulle accurate esperienze svolte nelle
vasche di architettura navale di Berlino, Amburgo e Vienna e fu la prima nave italiana, e tra le primissime nel mondo, a essere dotata del bulbo di prua, elemento
che modifica il modo in cui l'acqua scorre attorno allo scafo riducendo l'attrito e consentendo una maggiore velocità di navigazione. All'interno dell'Officina
Allestimento Navi, dove giunse subito dopo il varo, il transatlantico venne completato negli arredi e dotato di quattro eliche altamente bilanciate e quattro motori
capaci della potenza di 140.000 cavalli. Al compimento dei lavori la turbonave raggiunse un totale di 51.060 tonnellate di stazza lorda per una lunghezza di 268
metri, una larghezza di 30 metri e un'altezza 37 metri, sviluppati su 12 ponti. Il più alto venne chiamato per volere del committente, la Compagnia di Navigazione
Generale Italiana, "Ponte Sole" mentre quelli sottostanti vennero denominati, in ordine, "Ponte degli Sport", "Ponte Lido" e "Ponte dei Saloni". I restanti 8
vennero distinti in ordine alfabetico (dalla "A" alla "H").
Il REX era a tutti gli effetti una città navigante, al suo interno poteva ospitare un totale di 2032 passeggeri divisi in Prima, Speciale, Turistica e Terza
classe e 850 membri dell'equipaggio. Gli ambienti interni si caratterizzavano per lusso, eleganza e ricercatezza, tra i progettisti ricordiamo l'architetto Vittorio
Ducrot che si occupò della progettazione del maestoso vestibolo del Ponte A, dal quale si accedeva alla Prima classe. Tutte le classi avevano saloni luminosi e
ariosi, con ricambio d'aria ionizzata, verande, ampie passeggiate scoperte, piazzali per giochi e a bordo erano presenti una palestra e due piscine. Oltre agli
interni, i mobili e le tappezzerie, venne appositamente studiata e progettata ogni sorta di oggettistica: ne è un esempio il servizio di argenteria di cui
Fondazione Ansaldo conserva l'album dei progetti tecnici.
Il 27 settembre 1932 il REX partì per il suo viaggio inaugurale da Genova verso New York, ma due giorni dopo la partenza delle infiltrazioni di acqua di mare
arrestarono la corsa del grande transatlantico. Nonostante il problema tecnico e la sosta forzata, la nave raggiunse l'America il 7 ottobre con soli due giorni di
ritardo. All'interno del libro "REX, il sogno azzurro - the blue riband" l'autore racconta la testimonianza del padre che durante quel viaggio ricopriva il ruolo di
sottufficiale addetto alla centrale elettrica di bordo e di primo violino di una delle orchestre di bordo.
Nell'agosto del 1933 il REX conquistò il Nastro Azzurro, prestigioso premio internazionale che veniva assegnato al transatlantico addetto al trasporto
passeggeri e al servizio postale che impiegava il minor tempo a compiere la traversata tra Europa e America. La competizione ebbe inizio nel 1863 e l'ultima nave a
vincere fu la United States nel 1952. Il REX vinse, e detenne il titolo per due anni, con un tempo di traversata di 4 giorni, 13 ore e 58 minuti per navigare le
3.181 miglia che separano Gibilterra dal faro di Ambrose a New York, alla velocità media di 28,92 nodi.
Il 1933 è anche l'anno dell'avvento al potere di Hitler che segnò l'inizio delle persecuzioni razziali. Molti ebrei costretti a emigrare per la propria
salvezza, viaggiarono sul REX dove trovarono comprensione e aiuto. A bordo del transatlantico venne allestita una cucina kosher, compresa di rabbino, cuoco e
strumentazione adeguata. L'attenzione ai dettagli era tale che anche i piatti recavano la scritta "REX" in caratteri ebraici. Si stima che tra il 1933 e il 1940
furono tra i 30.000 e i 50.000 gli ebrei che viaggiarono verso gli Stati Uniti a bordo del maestoso transatlantico, considerato da molti la nave dell'orgoglio
fascista, ma che si rivelò la "nave della salvezza", grazie soprattutto allo spirito del suo equipaggio.
Proprio perché ritenuto fiore all'occhiello del regime, il REX fu impiegato come strumento della diplomazia internazionale nelle riviste navali di Napoli del
1936 e del 1938, ossia delle parate svolte dalla Marina Militare al cospetto di importanti autorità, sia straniere che non, dove le varie componenti della flotta si
esibivano in esercitazioni ed evoluzioni. Anche se le riviste riguardavano soltanto le unità militari, era consuetudine che le alte personalità che assistevano
all'evento venissero ospitate a bordo delle navi più prestigiose della flotta civile per godere al meglio dello spettacolo. Fu così che nel 1936 il REX ospitò
l'ammiraglio Miklós Horthy von Nagybánya, reggente della corona d'Ungheria, e nel 1939 Hitler, inconsapevole che, grazie allo stesso transatlantico
avevano trovato la salvezza decine di migliaia di ebrei. L'8 settembre 1944, nella baia di Capodistria, il REX fu colpito e affondato dai siluri lanciati durante
un'incursione aerea della Royal Air Force. L'azione militare intrapresa dagli aerei fu una conseguenza delle condizioni di resa dell'Italia stipulate con
l'armistizio dell'8 settembre 1943: le navi italiane non potevano superare il peso complessivo di 30.000 tonnellate e il REX le superava ampiamente. Il corpo del
REX venne smantellato, ma ancora oggi il suo spirito rimane intatto nella memoria collettiva: una leggenda che vivrà per sempre e ancora oggi fa sognare.