Una parola che non si trova nei vocabolari genovesi storici (Casaccia, Frisoni, Olivieri, Randaccio
) ma su alcuni fogli intitolati "Appunti sul
dialetto ligure" e scritti da Antonio Giusti (1897-1944), un insegnante di lettere, storia e filosofia al quale è dedicata una via di Santa
Margherita1.
«Il vocabolo gabibbu s'incontra in parecchie zone della Liguria (per es. La Spezia, Cogoleto ecc.) e indica un uomo scaltro e senza scrupoli, a
volte manesco e prepotente; viene dall'arabo cabib "capo". Non posso far a meno di pensare al protagonista di quel film "Il bandito della
Casbah"2, che gli indigeni di Algeri chiamano appunto cabib; l'eroe del romanzo cinematografico ha non poche caratteristiche del
ligure gabibbu.»
Autori più recenti collegano invece il termine al nome usato dai marinai genovesi per indicare gli scaricatori di porto in Eritrea3,
dove molti si chiamavano Habib4: una versione ligure bonaria di straniero, "terrone", foresto5.
Gabibbo fa parte delle numerose parole ereditate dall'arabo: come scialla (tranquillo, stai sereno, grazie a Dio) usata un tempo dai marinai genovesi
che tornavano a casa dopo lunghe assenze.
Il termine gabibbo ha raggiunto notorietà nazionale perché identifica un personaggio televisivo, un pupazzo calvo, rosso, dalla bocca larga, con un forte
accento genovese.
1 Arrestato il 21 giugno 1944 dalle SS tedesche in quanto membro del Comitato di Liberazione Nazionale ligure, fu condotto al comando tedesco di
Portofino e morì deportato a Hersbruck (Flossembürg).
2 Film francese del 1937 dal titolo originale "Pépé le Moko", nome dell'interprete principale, criminale parigino che per sfuggire alla polizia
si rifugia ad Algeri.
3 Dove l'armatore genovese Raffaele Rubattino (1810-1881) aveva acquistato la base dei suoi commerci.
4 Che significa amore, amato, lode: italianizzato come cabib
5 "Forastiere, individuo di altra provincia" (Dizionario genovese-italiano di Gaetano Frisoni, 1910)