estratto da "Bancalari ed artigiani dei mobili d'arredamento" – Atti della Società Ligure di Storia Patria, Vol.XLIV, Fasc.II, 2004
Un fattore di notevole importanza per lo sviluppo e l'incentivo delle arti decorative nella Liguria d'inizio secolo è costituito dall'interessamento al settore da
parte di due importanti istituzioni: la Società Patria per le Arti e le Manifatture, fondata a Genova nel 1783 e la Società Economica, fondata a
Chiavari nel 1791, ambedue espressioni del movimento illuminista ligure.
Entrambe le associazioni – interpreti delle esigenze di rinnovamento culturale ed artistico della regione e dei nuovi bisogni della nascente borghesia – si sono
prodigate a promuovere le manifatture locali e ad incrementare studi e ricerche volte a ottenere, tra l'altro, un mobilio più confortevole e funzionale.
E' in tale clima culturale che si è sviluppata la personalità di Giuseppe Gaetano Descalzi (Chiavari 1767-1855), soprannominato "il Campanino", mobiliere attivo
nella città rivierasca tra la fine del secolo XVIII e gli anni quaranta del secolo successivo.
Il successo del Descalzi – artigiano affermato e gestore di una propria bottega attiva dal 1795 – ha avuto origine dopo il 1807, quando il marchese Stefano
Rivarola, figura eminente della Società Economica, aveva proposto ai mobilieri chiavaresi di produrre su larga scala un tipo di seggiola leggera (ma al tempo stesso
robusta e funzionale) prendendo a modello un manufatto di produzione francese, in stile "Direttorio", da lui acquistato in quell'anno durante un viaggio a Parigi.
Il Rivarola, patrizio genovese, fu ambasciatore della Repubblica genovese presso la Corte di Russia, governatore di Chiavari, sindaco di Genova nel 1824,
fondatore della Società Economica insieme al Solari. Promotore delle manifatture locali, favorì l'istituzione da parte della Società Economica di una Scuola di
Architettura ed Ornato aperta nel 1820. Tale scuola, trasformata nel 1856 in Scuola di Arti e Mestieri, assunse un carattere più tecnico a partire dal 1893, quando
venne denominata Scuola Applicata all'Industria.
Dal modello importato da Parigi – fonte d'ispirazione per la futura "Chiavarina" – il Descalzi ha tratto l'idea di creare una sedia caratterizzata da gambe
tornite, sedile in canniccio e dorsale a giorno leggermente incurvato, privandolo tuttavia del gusto aulico d'impronta francese che lo caratterizzava.
La linearità della struttura, la leggerezza e la robustezza sono le caratteristiche principali della nuova sedia (denominata "Chiavarina" o "Campanino", dal
soprannome del suo ideatore); a queste qualità si deve aggiungere l'attenzione del mobiliere all'utilizzo di legname esclusivamente locale (prevalentemente ciliegio
selvatico, faggio e acero bianco dell'Appennino ligure), peculiarità per le quali ha meritato una menzione onorevole dai Promotori della Società Economica nel 1808,
per aver favorito lo sviluppo del lavoro artigianale locale.
Una sedia appartenente a questa tipologia – realizzata da Gaetano Descalzi intorno al 1820 – è conservata nel Castello di Agliè [TO]. Il manufatto –
realizzato in legno di ciliegio tornito e verniciato, con sedile in salice intrecciato a quadri – è interessante perché sono qui riscontrabili alcuni degli elementi
peculiari della nuova sedia, quali la sagomatura delle gambe posteriori e la tornitura di quelle anteriori.
Particolarmente apprezzato dai Savoia per la qualità dei suoi mobili, Gaetano Descalzi ha ottenuto nel 1838 da Carlo Alberto il conferimento del titolo di
«fornitore ufficiale della Casa Reale di Sardegna».
La gestione della fabbrica passò a uno dei numerosi figli, Giacomo, che nel 1866 ricevette da Napoleone III il brevetto di fornitore di S.M. imperiale.
Tra i manufatti più pregiati realizzati per gli importanti committenti piemontesi, possiamo qui
ricordare un tavolo rotondo dalla tipica decorazione "a raggi" (un modello da lui inventato, che ebbe grande successo a Chiavari), conservato nel Palazzo Reale di
Torino. Si tratta di un mobile sobrio ed elegante, dalla linea essenziale, realizzato in legno di noce tornito e intarsiato con strisce sottilissime di legni di due
tonalità diverse (acero ed ebano), che – dipartendosi dal centro – formano un disegno finissimo che si distende a raggiera su tutta la superficie. La produzione di
tavoli intarsiati di questo tipo – alla cui fabbricazione aveva cominciato a dedicarsi dal 1826 – ha avuto una grandissima diffusione, anche se non paragonabile a
quella delle sedie. Meno diffusa è stata la produzione dei tavoli contraddistinti dalla particolare intarsiatura a trucioli: un manufatto di questo tipo è
conservato a Genova, a Palazzo Reale.
Nel periodo compreso tra il 1840 ed il 1850 – anni corrispondenti ad una ripresa economica della città – il Campanino ha realizzato una grandissima quantità di
tavoli e sedie, contraddistinti da nuovi decori, giungendo perfino ad imitare – con le intarsiature - i vari tipi di marmo.
Sul suo esempio, nella seconda metà dell'Ottocento, sono sorte a Chiavari numerose manifatture produttrici di mobili, specializzate nella realizzazione di
sedie, facendo fiorire l'economia della città e diventando una delle principali risorse della riviera di Levante, da dove furono esportate ovunque.
Dopo la metà del secolo, le "Chiavarine" – caratterizzate dalla presenza di esili colonnine e balaustri in sostituzione delle gambe e del dorsale che
permettevano leggerezza e grande robustezza insieme, con peculiarità strutturali e decorative proprie di ciascuna bottega – sono divenute famose in tutto il mondo.
Tra gli altri seggiolai chiavaresi più noti, meritano menzione Giacomo Descalzi, mobiliere al servizio di Napoleone III e della Corte sabauda ed abile
produttore di sedie e di tavoli "a raggi", Anna Podestà – autrice di nuove tipologie decorative, tra cui quella delle seggiole laccate – e Lazzaro Turio, attivo tra
la fine dell'Ottocento e l'inizio del secolo successivo.