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    Pezzi di storia

Papa Alessandro III a Portofino (20 gennaio 1162)
di Arturo Ferretto

Il Mare – 25 novembre 1911

Compiute le esequie di papa Adriano IV, morto in Anagni il primo di settembre del 1159, i Vescovi ed i Cardinali, adunati in s. Pietro, elessero in pontefice il cardinale Rolando1, cancelliere della santa romana chiesa, nativo di Siena, figlio di Ranuccio, e stato innanzi canonico di Pisa. Poiché Alessandro III egli era in grande riputazione, e caro a tutti, insegnando teologia in Bologna nel tempo medesimo che vi dimorava il famoso Graziano, papa Eugenio2 lo aveva tratto a Roma, ed ivi prima ordinato diacono del titolo di s. Cosimo, poi prete del titolo di s. Marco, e finalmente cancelliere.
Essendo egli bel parlatore (scrive il Rohrbacher3 nella Storia Universale della Chiesa) versato nelle scienze divine ed umane, ed oltre ciò prudente, buono, misericordioso, mansueto, sobrio, casto, liberale co' poveri e sempre inteso alle buone opere, l'elezione di lui fu approvata dal clero e dal popolo romano, e gli fu imposto il nome di Alessandro III.
A Roma non poté rimanere a lungo a cagione degli scismatici; perché la famiglia dell'antipapa Vittore4 vi era potente, e l'imperatore Federico Barbarossa, col proteggerlo, voleva cattivarsi i romani. Alessandro dunque, cedendo alle preghiere del popolo, ritornò in Campania, sotto la protezione del re di Sicilia5, e, perocché i tedeschi occupavano la maggior parte del patrimonio di s. Pietro, deliberossi di passare in Francia per mare, molto più che gli scismatici erano padroni delle strade per modo che quelli, che recavansi ad Alessandro, si esponevano ad essere presi spogliati ed imprigionati, e che egli stesso non potea, come si conveniva esercitare la podestà apostolica.
Poi ch'ebbe adunque stabilito per vicario a Roma Giulio, cardinal vescovo di Preneste, ordinato il governo della chiesa, portossi coi cardinali a Terracina, dove trovò quattro galee bene arredate del Re di Sicilia, sulle quali imbarcatosi con tutto il suo seguito, arrivò a Genova il dì 21 gennaio 1162. Ivi fu onorevolmente accolto e trattato dal clero e dal popolo, non ostante il divieto dell'Imperatore, e ne uscì la domenica di passione 25 marzo.
A questa descrizione, fattaci dal Rohrbacher, s'accordano altri particolari, che trovansi negli Annali Genovesi di Caffaro, testimone oculare.
Egli racconta:
«Conosca tutta la gente che l'Arcivescovo insieme col clero, coi consoli e con tutto il popolo degli uomini, delle donne, dei vecchi, dei giovani, e dei fanciulli, con magnificenza e onorificenza, con ogni lode e annuncio al suono pure di tutte le campane della città, accolse il predetto Pontefice, ringraziando Iddio ed esaltando il suo nome, come si legge nel libro dei Salmi juvenes et virgines senes cum iunioribus laudent nomen Domini quia exaltatum est nomen eius solius. Ed il nome del Signore fu esaltato in quel giorno, quando i Genovesi accolsero in nome di Dio il pontefice Alessandro, come il Signore stesso dice nel Vangelo qui vos recipit me recepit, e altrove ospes fui et collegistis me, perché ricevettero allora lo stesso signor Gesù Cristo, quando in suo nome apprestarono con larghezza alloggi e ricoveri splendidi e ricchi donativi ai suoi Vescovi e Cardinali con grande amore e gioia, ed il Papa riconoscente di così grande Onore e benefizio cominciò fin d'allora a trattare coi Consoli il modo di esaltare la Chiesa di Genova.»
Caffaro, il principe dei genovesi Annalisti, ha soppresso, o per meglio dire ha dimenticato, un particolare che porta il suo contributo nella storia di uno dei nostri simpatici villaggi, baciati dalle onde del maro tigullio.
E' una fronda novella, che si aggiunge al serto sempre verde di Portofino.
Ciò che sfuggì a Caffaro non isfuggì al Marangone6, cronista pisano, il quale racconta che:
«i Consoli Pisani tennero consiglio di non ricevere Alessandro per l'amore e per il timore dell'imperatore Federico. Conoscendo Alessandro la volontà della città di Pisa, ben tosto navigò a Portovenere. Poscia navigò a Portofino, ove consacrò Pipino7 in vescovo di Luni. L'indomani arrivò a Genova.»
Il 20 gennaio del 1162 adunque Alessandro III, con quattro galee del Re di Sicilia, allietò d'una sua visita il borgo marinaresco di Portofino, ove nella chiesa di s. Martino avvenne la solenne consacrazione del novello vescovo della vacante chiesa di Luni.
Portofino apparteneva allora all'Abbazia di s. Fruttuoso di Capodimonte, il cui abbate Pietro, che dovette necessariamente aver preparate le accoglienze al successore del maggior Piero ed a tutta la corte dei Cardinali e dei Vescovi, ottenne la conferma di tutti i suoi privilegi con lettera, solennemente emanata in Genova il 16 marzo 1162.
Papa Alessandro III, il grande fautore della Lega Lombarda, in onore del quale fu edificata la città di Alessandria, sopra il fiume Tanaro, morì il 30 agosto del 1181, ed anche Voltaire non poté fare a meno di scrivere in fronte ad un capitolo della sua storia: Bella condotta di papa Alessandro III, vincitor dell'imperatore colla politica, e benefattore del genere umano.
E non a torto l'annalista Mons. Agostino Giustiniani scrisse che:
«fu grato al popolo di Genova per cagione dei beneficii ricevuti».


1 Rolando Bandinelli (Siena, 1100 circa – Civita Castellana, 30 agosto 1181)
2 Eugenio III, Papa dal 1145 al 1153
3 René François Rohrbacher (1789-1856), storico francese
4 Ottaviano dei Crescenzi Ottaviani (1095-1164), Vittore IV, ricevette il voto di 6 cardinali fedeli all'imperatore Federico Barbarossa (contro i 24 favorevoli a Rolando Bandinelli.
5 Guglielmo I (1120-1166)
6 Bernardo Marangone
7 Pipino Arrighi da Pisa

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