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    Pezzi di storia

Paraggi, la spiaggia degli scontrosi
di Erica Manna e Alessandro Zardetto

La Repubblica – 9 agosto 2007

«Di certo lo stabilimento balneare più esclusivo della Riviera ligure», recita il sito Internet degli storici Bagni Fiore di Paraggi. Ma quel che c'è "di certo", è che l'insenatura verde smeraldo incastonata nella collina di Nozarego non è un posto per tutti. Ma un'isola elitaria popolata di «personaggi foto ricchi e famosi», stando alle parole del sito, e dove ai comuni mortali viene perfino staccata con fatica la ricevuta fiscale.
Sì, proprio così: lo scontrino per un gelato comprato al bar si deve proprio conquistare e magari non te lo danno. La nostra gita a Paraggi da cronisti-turisti per testare l'accoglienza nella località vip della Riviera ligure si apre con il sorriso del parcheggiatore del posteggio Zerotre snc. Che alla domanda: «Ma non c'è in zona un parcheggio gratis?» ci ride letteralmente in faccia: «A Paraggi?» e fa spallucce.
La selezione inizia già qui. Un cartello bianco snocciola cifre non certo "popolari": accomodare la propria auto tra i pini marittimi, proprio di fronte al mare, è un lusso da tre euro all'ora [l'articolo è di 16 anni fa]. "Solo" 24 euro, invece, se ci si trattiene dalle 12 alle 24 ore.
Una volta lasciata l'auto, ci dirigiamo verso gli stabilimenti balneari che si susseguono tra piante e vasi colorati in questo spicchio ombreggiato di un centinaio di metri appena. Su un'insegna di legno verniciata di bianco campeggia una scritta verde: Bagni Bosetti. I prezzi sono esposti: l'ingresso, comprensivo di doccia, telo mare e accesso a un "proletario" spogliatoio pubblico, costa 24 euro. Una ragazza sui trent'anni, capelli scuri raccolti in una coda, ci viene incontro.
«Possiamo stare sul bagnasciuga con il nostro telo?», azzardiamo. La donna cambia espressione, e taglia corto sbrigativa: «No, c'è la spiaggia libera qui di fianco. Oppure andate avanti, e mettervi nella caletta sotto l'Aurelia. Ma ricordate che alle 15 viene l'ombra», e già si gira ad accogliere altri clienti.
La spiaggia libera non è che un fazzoletto di sabbia largo appena sette metri, dove i bagnanti sono costretti a improvvisarsi ingegneri e a calcolare con precisione geometrica l'angolazione delle stuoie per sfruttare il massimo dello spazio. Risultato: ordinate "sardine" sdraiate una accanto all'altra, e turisti in coda a ragionare sulla traiettoria da tracciare per arrivare al mare senza schiacciare il malcapitato di turno.
Decidiamo di optare per gli esclusivi Bagni Fiore: nello stabilimento balneare più chic di Paraggi l'accoglienza sarà certamente più cortese, immaginiamo. La spiaggia è una striscia di sabbia fine che degrada dolcemente nel mare smeraldo, punteggiata da ombrelloni verdi a righe bianche. Palafitte si affacciano come sofisticate balconate sull'acqua trasparente, e la vista lascia senza fiato.
Ma senza fiato lascia anche l'accoglienza all'ingresso. L'addetta ci tiene alcuni minuti in attesa e risponde al telefono: «Signora, informazioni sui prezzi per telefono non le possiamo dare, venga qui e veda» taglia corto un po' stizzita, e finalmente ci dà retta. «è tutto così caro, a Paraggi», azzardiamo. Il titolare, capelli grigi e viso solcato di rughe, ci rivolge uno sguardo carico di ironia: «Avete visto i prezzi in giro? Beh, sappiate che questo è lo stabilimento più caro. Insomma, un bagno da vip» e ci fissa con uno sguardo eloquente, «pensate che c'è venuto pure Denny McQueen» e indica una foto appesa al muro alle sue spalle. «Denny Queen», corregge la signora a fianco.
L'ingresso ai bagni scelti da Danny Queen, figlio del più famoso Anthony, noto solo per aver partecipato al reality show "La fattoria", costa trenta euro e comprende un lettino e uno spogliatoio comune. La cabina in legno verniciata di rosso sarà sicuramente glamour, ma è un lusso per pochi: 80 euro. E i prezzi, il sabato e la domenica, salgono di cinque euro. Un po' storditi decidiamo di entrare, suscitando lo stupore del proprietario. Che, se già si era dimostrato ruvido, si fa torvo non appena chiediamo la ricevuta fiscale. «Non sarei tenuto a farvela», sibila, «ma, guardate, ve la do comunque. E ricordate, visto che chiedete la ricevuta, che i prezzi sono esposti».

I Bagni Fiore di Paraggi, aperti nel 1927, sono stati luogo di vacanza per reali e divi. Gestiti dalla famiglia Campodonico, nel 2021 sono stati rilevati dal gruppo milanese Langosteria che da quattro anni aveva a Paraggi un ristorante.
Langosteria è nato a Milano nel 2007 ad opera dell'imprenditore Enrico Buonocore, che ha scelto il nome fondendo i termini langoustine (scampi) e osteria.
Nel 2022 la multinazionale francese LVMH (Louis Vuitton Moët Hennessy, proprietaria del marchio Christian Dior, oltre ad aver aperto una boutique a Paraggi, ha personalizzato il beach club dei Bagni Fiore

Rilasciata "l'agognata" fattura non resta che andare ai lettini. A scortarci come veri personaggi del jet set c'è un bagnino. Durante il percorso, lungo le caratteristiche palafitte, ci sentiamo decisamente osservati dai clienti che ci scrutano con insistenza da dietro gli occhiali neri. Una distesa di asciugamani gialli copre i lettini in legno. «Qui va bene?» chiede il bagnino. «Benissimo» rispondiamo. Appena fa per allontanarsi, lo fermiamo: «Ma gli asciugamano?». E lui, un po' imbarazzato: «Mi dispiace, ma non sono compresi nel prezzo di ingresso. Però - continua - se volete ve li porto».
Non potendo rinunciare allo status symbol dei Bagni Fiore, annuiamo. Pochi secondi e il ragazzo torna armato di due soffici teli gialli: «Sono sei euro». Paghiamo, e gli asciugamani cambiano colore: anche qui tutto in nero, dello scontrino neanche l'ombra. Finalmente ci sdraiamo.
Appena il sole si sposta, la celerità degli addetti si dimostra degna di un servizio esclusivo. I bagnini ruotano in direzione del sole i lettini della clientela. Il trattamento riservato agli habitué è infarcito di frasi come «mi scusi dottore», oppure «la posso disturbare un attimo?». Quando arriva a noi, invece, il vocabolario e il tono cambiano decisamente: «Che faccio, metto in riga anche voi?».
Stupiti dal diverso trattamento ricevuto, proviamo a capirci di più. Appena vediamo il solito bagnino degli asciugamani "neri" lo fermiamo e ci scambiamo due chiacchiere. Gli chiediamo come mai i prezzi a Paraggi sono così alti, e perché il trattamento è così diverso da persona a persona: «è la politica dei gestori dei bagni - risponde - qui si tende ad avere una clientela esclusiva e selezionata. Alzare i prezzi è un deterrente per molte persone. Insomma, un modo per allontanare la gente non gradita. Non a caso qui ci sono anche molti vip» conclude il ragazzo. La fonte è sicuramente attendibile, non resta che rassegnarci e goderci il "caro" sole.
Passano le ore e sale la temperatura. Una bottiglia di acqua fresca e due gelati sono d'obbligo. Un po' preoccupati per i prezzi, ci dirigiamo al bar dei bagni. In realtà i costi, paragonati a quelli della spiaggia, non sono eccessivamente alti. Il problema è che, anche qui, dello scontrino non c'è traccia.
Facciamo passare un'oretta e testiamo nuovamente il servizio. Sempre una bottiglia d'acqua e due gelati e di nuovo tutto senza scontrino fiscale. Al momento di sciacquarsi via il sale e la sabbia, poi, ci attende un'altra doccia fredda. Letteralmente. Sì, perché la doccia calda non è compresa nei trenta euro di ingresso: bisogna acquistare il gettone al bar.
Lasciati i Bagni Fiore, ormai il sole è scomparso alle spalle della collina. Non resta che prendere la macchina e salutare Paraggi. Arrivati alla cassa del posteggio l'addetto dice: «Ragazzi, sono 16 euro». Tiriamo fuori il portafoglio, ormai vuoto, e paghiamo. Preso il resto, attendiamo qualche istante e chiediamo: «Ma la ricevuta?». Colto un po' alla sprovvista, l'addetto sembra cadere dalle nuvole: «La ricevuta? Sì, ora ve la faccio». Meglio tardi che mai.

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