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1908: l'arresto del Sindaco di S. Margherita Ligure
per gravi ammanchi nell'Amministrazione delle Opere Pie

La Stampa – 10 giugno 1908

Poco prima del mezzogiorno d'oggi [9 giugno 1908], si è sparsa in città la impressionante notizia che il sindaco della ridente cittadina di S. Margherita Ligure, presso Rapallo, signor Nino Domenico de Barbieri1, era stato arrestato ieri sera, mentre si trovava in un pubblico esercizio.
Mi sono immediatamente recato sul posto ed ho potuto raccogliere le seguenti informazioni:
Il sindaco De Barbieri si trovava ieri sera verso le 17.30 al Caffè Italia insieme ad alcuni suoi amici, fra cui notavansi il dottor Attilio Alberti e l'industriale Luigi Bisso.
Il De Barbieri stava sorseggiando una bibita quando gli si presentò il brigadiere dei carabinieri, il quale lo salutò e gli domandò se aveva ordini da dargli. Evidentemente la mossa accorta del brigadiere dei carabinieri era un segno stabilito con un funzionario di P.S., il quale insieme a due agenti si era recato appositamente a S. Margherita, per procedere all'arresto del sindaco.
Infatti il funzionario, subito dopo ritiratosi dal tavolo il brigadiere, si presentò al signor De Barbieri col quale scambiò poche parole. Il sindaco allora si alzò e seguì tosto il delegato e gli agenti che attendevano a pochi passi di distanza, e tutti insieme si avviarono lungo la strada che conduce a Rapallo.
Tutto il percorso fino a questa cittadina, venne fatto a piedi: a Rapallo poi il signor De Barbieri fu fatto salire sopra una vettura colla quale venne condotto a Chiavari ed ivi fu rinchiuso nelle carceri circondariali.
La notizia dell'arresto passò inosservata ieri sera, e soltanto questa mattina si è divulgata a S. Margherita, dove ha prodotto un'enorme impressione.
Le ragioni dell'arresto non sono ancora ben precisate, anche perché l'autorità mantiene al riguardo il più assoluto riserbo, rifiutandosi persino di affermare l'esattezza della notizia.
Ho compiuto per conto mio una rapida inchiesta e sono in grado di trasmettervi quanto la voce pubblica asserisce e che ha, a quanto mi si assicura, un indiscutibile fondamento.
Occorre, a questo proposito, risalire alla storia di un cospicuo lascito fatto a beneficio delle Opere pie di S. Margherita e precisamente a vantaggio dell'asilo infantile, dell'Ospizio di carità e della Casa di provvidenza.
Il cav. Elia Rainusso, morto il ventisette gennaio 1905, aveva lasciato per testamento, alle Opere pie anzidette, l'intera sua sostanza, che fu valutata ascendere ad oltre tre milioni. Il cav. Rainusso, nativo di S. Margherita, si era recato molti anni prima a Lima, nel Perù, ove era riuscito, coi suoi traffici, a formarsi un'ingente fortuna.
Ritornato alcuni anni or sono in patria, egli si recò a Modena, ove comprò molte proprietà, parecchie delle quali già appartenenti ai Duchi di Modena; venuto a morte, lasciò, come già vi ho detto, tutta la sua sostanza alla città natale.
L'amministrazione del patrimonio venne devoluta all'amministrazione comunale e specialmente al sindaco De Barbieri2. Correvano, a proposito dell'amministrazione di questi beni, voci poco lusinghiere, non già perché si mettesse in dubbio l'onestà personale del sindaco, ma perché taluni disapprovavano i sistemi della sua amministrazione.
Circa due mesi addietro, il sottoprefetto di Chiavari, cav. Avv. Massino, ordinò una verifica alla contabilità del patrimonio in parola, e della verifica venne incaricato dapprima un commissario sottoprefettizio: successivamente vi parteciparono diversi altri funzionari.
Pare, a quanto mi si è detto, che si sia arrivati a scoperte poco confortanti, tanto che recentemente, con relativo decreto, venne tolta l'amministrazione del lascito Rainusso al sindaco De Barbieri, amministrazione che venne invece devoluta al cav. Massino, sottoprefetto di Chiavari.
E' probabile quindi che il mandato di cattura contro il De Barbieri sia stato spiccato dall'autorità giudiziaria di Chiavari, in seguito appunto alle informazioni di quella sottoprefettura.
Da parecchi giorni il sig. De Barbieri era pedinato: sulle prime egli non si avvide della sorveglianza fatta esercitare a suo carico dall'autorità: ma in questi ultimi due giorni egli dubitava, almeno così si suppone dal suo contegno, che l'autorità avrebbe preso qualche misura contro di lui. Il sig. De Barbieri, malgrado le lotte amministrative per le quali era anche fatto segno a vivaci critiche, era però ritenuto persona onesta: si diceva sulle prime che egli avesse subito in questi ultimi tempi, ingenti perdite in Borsa, ma la notizia pare che debba essere smentita: si dice invece che l'ammanco verificato nel patrimonio Rainusso ammonti a centoquarantamila lire. Sull'entità della somma è però tuttavia opportuno fare delle riserve.

Il signor Francesco [? Elia] Rainusso, che legò nel suo testamento del 1905 il patrimonio di tre milioni a vantaggio delle Opere pie di Santa Margherita, era appena tornato dall'America nella sua città natale, donde si era recato poi a Modena, avendo ivi appreso che andavano all'asta i beni dei duchi estensi. Egli si presentò per acquistarli. Si dice che in quell'occasione gli altri compratori credettero che fosse un emissario dei duchi, per cui non concorsero nell'incanto e lasciarono al Rainusso l'acquisto in blocco dei beni, che vennero infatti, ad una somma relativamente lieve, pur avendo un valore grandissimo, lasciati al Rainusso.
Il patrimonio, lasciato per testamento alle Opere pie di Santa Margherita Ligure doveva per disposizione testamentaria essere amministrato dal Comune del luogo. Il Consiglio comunale di Santa Margherita assegnò al sindaco l'amministrazione del patrimonio stesso. Parecchie volte infatti il sindaco De Barbieri si recò a Modena per ragioni d'amministrazione.
Un primo sospetto
A Santa Margherita correvano allora delle voci sfavorevoli al sindaco, ma non si dava ad esso alcun peso, dicendosi che dovevano attribuirsi a lotte di partito, che erano abbastanza grandi in quella piccola città.
Circa cinque mesi addietro un ragioniere della Prefettura di Genova si recò a Santa Margherita per esaminare la contabilità. Egli andò in casa del sindaco, esaminò i registri e trovò che questi avevano molte pecche; però il funzionario della Prefettura di Genova non si formò la convinzione che il sindaco avesse profittato a suo vantaggio del patrimonio delle Opere pie. Constatò piuttosto, almeno secondo quanto si assicura, che la tenuta dei libri e l'amministrazione non fosse conforme a quanto prescrive la legge, e cioè che, mentre il sindaco avrebbe dovuto depositare presso le banche i denari riscossi, li teneva invece in casa sua.
La vita amministrativa e privata del sindaco
Il sindaco De Barbieri è persona di aspetto simpatico, ha circa 38 anni; amministrativamente, non ha doti spiccate; è, si può dire, una aurea mediocratis. Egli, tuttavia, nella amministrazione del Comune, non ha fatto che continuare l'opera tracciata dalla precedente amministrazione. Dapprima egli apparteneva alla fazione liberale, ma in questi ultimi tempi s'era piegato verso i clericali, i quali però, sempre secondo quanto si afferma, in questi ultimi tempi non lo vedevano di buon occhio. Il sindaco De Barbieri, che a Santa Margherita ha la madre e delle sorelle, faceva una vita non troppo modesta. Qualcuno anzi afferma che usasse un tenore di vita che non si confaceva col suo stato finanziario.
Si diceva anzi – ed io ve lo riferisco colla massima riserva – che qualche volta abbia subito delle forti perdite al giuoco. Si escludono però in ogni caso delle perdite di Borsa od a Montecarlo, come da prima si credeva.
Per quanto si riferisce all'eventuale responsabilità, degli altri consiglieri comunali, si dice che il sindaco soleva riunire raramente il Consiglio comunale, per cui gli amministratori del Comune poco sapevano della gestione del patrimonio Rainusso.
Una delle persone di Santa Margherita, e delle più informate, che ho potuto interrogare mi diceva che ieri sera, al momento dell'arresto, che avvenne in una forma simulata, il sindaco De Barbieri aveva manifestato l'intenzione di recarsi in casa per cambiare d'abito, ma il funzionario si rifiutò di accondiscendere al desiderio del sindaco, dubitando che questi volesse prendere qualche grave decisione.
Il sindaco De Barbieri non esercitava propriamente alcuna professione. Egli dapprima si era dato allo studio di ingegneria navale, ma non aveva terminato i corsi, e viveva delle proprie rendite.

[Il giorno seguente lo stesso quotidiano aggiorna la situazione titolando "Il sindaco di S. Margherita Ligure in piena libertà"]
Il sindaco di S. Margherita Ligure, cavaliere Nino Domenico De Barbieri, che ieri era stato da un delegato di P.S. e da parecchi agenti, condotto dal sotto-prefetto di Chiavari, alle dieci di sera, è ritornato alla sua residenza di S. Margherita.
Quanto alle notizie del suo arresto che ieri vi trasmisi, debbo informarvi che non si tratta veramente di un arresto vero e proprio, in seguito a mandato di cattura.
Le cose stanno invece così: in seguito ad ordine del sotto-prefetto di Chiavari, il delegato di P.S., Vecchione, si è presentato al cav. De Barbieri, invitandolo a seguirlo fino a Chiavari.
Quivi egli ebbe un abboccamento col cavaliere Massino, sotto-prefetto, a disposizione del quale rimase per circa ventiquattro ore.
L'ammanco verificatosi nei registri è di 15.650 lire [circa 75.000 € di oggi]3 e si ritiene dovuto ad errore contabile, dato il grande disordine dei registri.
La somma venne ieri nel pomeriggio sborsata dal fratello del sindaco De Barbieri, di modo che questi poté alla sera essere completamente in libertà.

[Segue un secondo articolo con il titolo "Come andarono le cose"]
La stessa impressione che ha prodotto ieri la notizia dell'arresto del sindaco di Santa Margherita, signor De Barbieri, ha prodotto questa mattina la notizia del ritorno del sindaco nella sua città. Come mai era avvenuto l'arresto, se dopo le 24 ore veniva revocato? Ho creduto interessante e doveroso assumere informazioni al riguardo e per questo anche oggi ho fatto una rapida gita lungo la riviera di Levante e precisamente a Chiavari e Santa Margherita.
Occorre anzitutto notare che di vero e proprio arresto non si tratta nei riguardi del sindaco De Barbieri, in quanto non esisteva alcun mandato da parte dell'Autorità giudiziaria. Infatti quando il delegato Vecchione, insieme a due agenti, si presentò al signor De Barbieri, che trovavasi seduto fuori del Caffè d'Italia, in piazza Caprera a Santa Margherita, non esibì alcuna carta, ma soltanto invitò il sindaco a recarsi insieme a lui a Chiavari per fornire schiarimenti al sotto-prefetto. Il signor De Barbieri, dopo qualche parola che lo mise al corrente di ciò che si voleva da lui, seguì il funzionario a piedi fino a Rapallo, dove tutti salirono in treno diretto a Chiavari.
In sostanza, si trattava di un invito… obbligatorio a recarsi da sotto-prefetto, invito rivolto da troppo eloquenti messaggeri, perché potesse essere declinato.
Questo è opportuno aver notato, perché oggi si poneva in dubbio la notizia dell'arresto e si lasciava supporre così che nella sua essenza la notizia stessa fosse infondata.
In sostanza il sotto-prefetto di Chiavari, che replicatamente aveva invitato il De Barbieri a recarsi da lui per fornire spiegazioni sull'amministrazione dei beni Rainusso, era ricorso alla Pubblica Sicurezza per ottenere un colloquio col sindaco di Santa Margherita. In quanto ai discorsi passati tra il sindaco ed il sotto-prefetto non è dato conoscere esattamente la sostanza, ma certo hanno vertito intorno all'amministrazione del patrimonio legato dal cav. Rainusso a favore delle Opere pie di Santa Margherita, patrimonio che, come vi ho detto, già oltrepassa i tre milioni.
Il signor De Barbieri è rimasto dalla sera di lunedì fino a quasi tutta la giornata di martedì a disposizione del sotto-prefetto di Chiavari. Invitati telegraficamente dal De Barbieri, si sono recati presso di lui due agenti, e più precisamente il fratello ed il cognato, i quali hanno versato la somma di lire 15.650, che risultava mancante per irregolarità contabili. Sistemata così la faccenda, il signor De Barbieri se ne ritornò liberamente alla sua residenza.
Ad un telegramma dell'assessore anziano di Santa Margherita, diretto al sotto-prefetto, quest'ultimo rispondeva di aver chiamato presso di sé il sindaco per richiedergli schiarimenti, e che il sindaco medesimo sarebbe tornato la sera al suo Comune.
Questa la cronaca esatta dei fatti. Occorre ora risalire all'eredità Rainusso per parte delle Opere pie di Santa Margherita, e cioè degli ospedali e degli Asili infantili. Nel testamento il filantropo cittadino di Santa Margherita in data 27 gennaio 1906 era detto che amministratore dei beni doveva essere il Municipio di Santa Margherita. Il Consiglio comunale aveva deferito un tale compito al sindaco, assistito da due consulenti legali, e cioè gli avvocati Gorgoglione e Bruno, consiglieri comunali. Di fatto però la gestione veniva esercitata dal sindaco in persona, il quale appunto, per ragioni della sua amministrazione, si era recato non rare volte a Modena, dove si trovavano i beni costituenti il patrimonio legato alle Opere pie.
L'amministrazione del patrimonio per parte del sindaco aveva provocato non poche discussioni e non si erano risparmiate critiche di vario genere.
A Santa Margherita, come del resto in molti altri Comuni, non mancano le lotte di partito; ma qui non siamo nel caso di avere dei propri partiti politici, bensì di fazioni che fanno capo a varie personalità del paese. Il sindaco De Barbieri, assunto al potere circa tre anni or sono4, non mancò di chiamare nell'amministrazione elementi del suo partito, sostituendoli ad altri di parte opposta, che pur avevano disimpegnato lodevolmente il compito loro. Di qui un maggior malcontento, rivelatosi anche sotto forma di caricature. Fra le altre mi si disse che in un periodo elettorale sia comparso su di un enorme cartello, una vacca, dalle poppe enormi, dalle quali succhiavano latte tre persone, rappresentanti il sindaco e i due consulenti legali, volendosi simboleggiare nella vacca il patrimonio Rainusso. L'eco di questa lotta era naturalmente pervenuto anche al sotto-prefetto di Chiavari, al quale, si dice, fosse giunto anche qualche scritto che aspramente criticava l'opera del sindaco. Il cavaliere Massino pensò bene di ordinare indagini sull'amministrazione dei beni Rainusso. Tali delicatissime e faticose pratiche vennero affidate al ragioniere Bartolomeo, della Sotto-Prefettura di Chiavari, il quale si recò nell'ottobre dello scorso anno a Santa Margherita, presso il sindaco, per esaminare i documenti. E qui occorrerebbe addentrarsi in una fitta selva di cifre e in una congerie contabile, dalla quale non si riuscirebbe a comprendere gran cosa con precisione. E' certo però che il ragioniere inquirente ha riscontrato che in fatto di tenuta di libri non era proprio l'amministrazione di Santa Margherita quella da citarsi a sistema modello.

[Anche i quotidiani Corriere Mercantile, Lavoro, Caffaro e Cittadino dedicano ampio spazio alla vicenda. Contrario all'affidamento al sindaco dell'amministrazione del lascito era soprattutto il "presidente della Congregazione di Carità farmacista Oliva" e "avvennero degli screzi tra gli amministratori: e il presidente delle Opere Pie e il consigliere Beppe Tavolari i quali avevano espresso il desiderio di rivedere un po' le bucce nella faccenda Rainusso dovettero abbandonare i loro posti."
… una quarantina di giorni or sono, con decreto del prefetto veniva completamente tolta dalle mani del De Barbieri e passata in quelle del sottoprefetto di Chiavari cav. Fassino, l'Amministrazione del lascito Rainussso. Le cose erano a questo punto quando ieri lunedì, inaspettato da tutti, avvenne l'emozionante arresto di cui la cronaca deve già occuparsi."]

A.R. Scarsella nei suoi Annali non ricorda l'episodio, ma le sue conseguenze:
L'anno si divide in due giuste metà; e la divisione è data dal cambiamento di sindaco. Nella prima metà è sindaco, come sappiamo, il Sig. Domenico De Barbieri. …
Poi capitò la burrasca. Già il Consiglio, (e si vide lo scorso anno), si era dato pensiero di regolare in qualche modo quella ponderosa macchina che era l'azienda dell'eredità Rainusso. Ma poiché nemmen questo era bastato a metterci ordine, il 1° aprile di quest'anno il Prefetto emanava un decreto, col quale incaricava il Cav. Avv. Federico Masino di «assumere e gerire in sostituzione del Comune di S. Margherita Ligure, la provvisoria amministrazione dell'eredità Rainusso». Radunato il Consiglio, il Sindaco propose che si confermasse la deliberazione dell'8 dicembre scorso, che respingeva la domanda dei tre Presidenti per esser messi in possesso dell'eredità5. Ma ormai il Consiglio aveva perduto la fiducia nel sistema sinora usato per amministrare l'ingente patrimonio; sentiva il bisogno di uscire da una condizione di cose in cui si consumava inutilmente ogni sua attività; e all'appello nominale sulla proposta del sindaco, tre soli di 12 presenti votarono in favore: gli altri nove si astennero. Nei mesi che seguirono, il Cav. Masino esaminò i conti e presentò poi la sua relazione. Quando, il 23 giugno, il Consiglio tenne nuovamente seduta, l'Assessore Andrea Figari, che la presiedeva, per prima cosa lesse una lettera del Sindaco, in cui questi rassegnava le dimissioni: e dopo quella, una del Cons. Maragliano che faceva altrettanto, senza specificar le ragioni. Fu una triste seduta. Un senso di disagio e d'angustia occupava gli animi. Tutti avevano insieme desiderio e timore di sapere. Pochi parlarono; e brevi e involute parole. Questo solo importava: finirla una volta. Chiesto il parere dei singoli, le dimissioni del Sindaco furono accettate all'unanimità; quelle del Cav. Maragliano con 9 contro 5 voti. Un mese dopo, il Consiglio concorde eleggeva sindaco il Cav. Angelo Rainusso6.


1 4/5/1867 – 1/1/1949
2 Deliberazione del Consiglio comunale del 28 gennaio 1908
3 "che il cav. De Barbieri aveva riscosso per certo caseificio del patrimonio Rainusso e non figuravano in cassa"
4 Era stato nominato il 13 agosto 1905
5 ai Dirigenti dava da pensare l'Amministrazione del lascito di Elia Rainusso, la cui mole era tale che richiedeva oculatezza, rettitudine, assiduità non comuni. Per tanto il Consiglio, da parte sua, nomina una commissione «coll'ampio mandato di esaminare tutto quanto possa avere attinenza con detta successione». l Presidenti delle tre Opere pie, a loro volta, domandano «di essere immessi in possesso dell'asse ereditario»; ma il Consiglio, «ritenendosi competente di amministrare i beni costituenti la successione», respinse la domanda, e, per il presente anno, la cosa restò in questi termini.
6 De Bernardi rimane comunque in Consiglio comunale

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