Il settimanale Il Mare del 9 settembre 1939, sotto il titolo "Arturo Olivari, un giovane che non è più", scrive:
«Durante lo svolgimento della gara "Circuito dell'Isola del Liri" a cui partecipava, e nella quale stava per essere assolutamente vittorioso, ha avuta
stroncata la sua giovinezza in un fatale incidente il rag. Arturo Olivari della nostra città [Santa Margherita]. La tragica fine ha suscitato vivissimo
rimpianto in tutta la cittadinanza, tra la quale era conosciutissimo, e che cominciava a seguirne l'attività sportiva vittoriosa, con crescente interesse.
Di animo infinitamente buono, nascondeva la preziosità del suo sentire elevatissimo in una modestia da sembrare disdegno o misantropia ed era invece quanto di
bello e di buono possa albergare in un giovane a vent'anni.
Alunno delle nostre scuole commerciali, dopo il diploma di computista, continuò i corsi dell'Istituto Commerciale, e dopo una parvenza di disinvoltura fittizia,
fu uno dei migliori che superarono nella sessione di luglio u. s., l'esame di abilitazione per il diploma di ragioniere che coronava la sua tenace volontà e le
speranze della sua famiglia che si era amorevolmente per lui prodigata.
Ma un'altra passione aveva silenziosamente prima e tenacemente poi, perseguito: quella della motocicletta. Ad essa si era dato con l'entusiasmo totale della sua
gioventù, e con volontà ferma come sapeva avere lui si era proposto di riuscire.
Ottenuto il diploma di ragioniere, non ebbe più nemmeno ostacoli formali e cominciò le gare che dovevano lanciarlo poi nel professionismo, e quindi nella
notorietà e nella gloria, che lui non cercava, ma che avrebbe dovuto servirgli per arrivare. Schivo di "gran cassa", disdegnava le congratulazioni, gli elogi che
seguivano le sue vittorie decisive: partiva quasi di nascosto, e appena giunto di ritorno dopo le affermazioni brillanti, amava non parlar di nulla, ed inforcar la
bicicletta, quasi per confonder la gente sul suo essere, sulla sua passione, sui suoi trionfi. Per vari anni era stato rappresentante del Comando Federale G.I.L.
[Gioventù Italiana del Littorio] di Genova alla cui organizzazione apparteneva da ragazzo, e dove si era guadagnati i galloni da capo-plotone per meriti
sportivi. Poco più che ventenne si era ormai guadagnata la stima e le migliori speranze di tutti, per la sua serietà vera, per la sua modestia, e per la sua forte
volontà di riuscire, sostenuta da una competenza tecnica notevolissima. A Pavia [classificato secondo], a Civitavecchia [costretto al ritiro], nella
Pontedecimo-Giovi1, a Bergamo2, e l'altro giorno ad Isola del Liri3, aveva
impressionato i competenti che lo classificavano ormai uno dei migliori o addirittura il migliore della sua categoria.
E mentre ormai con l'anno prossimo, la meta era pressoché raggiunta, ecco il fatale destino azzannarlo slealmente e sbatterlo contro terra troncandogli la vita
in un incidente certo non suo.
Egli non paventava forse - nella sua stessa serenità – l'incidente, ma nel fulmine di una corsa, magari tagliando il traguardo, mentre compagni e amici lo
avessero incoraggiato ed atteso! Ma così, e lontano da tutti, dal padre che lo adorava, dalla mamma, dalla famiglia, e da tutti noi che gli eravamo affezionati
della sua stessa bontà, ed attaccamento! Non poteva, non doveva essere!
Partito pieno di speranze, colla sua bellissima macchina di cui era gelosissimo, è tornato a noi nella sera di giovedì, ormai senza vita, e per sempre lontano.
Il Fascio ed una folla di persone, tra cui una fiumana di giovinezza solidale, lo ha accompagnato all'Oratorio di S. Bernardo, e sabato alla Sede del Partito,
dove riposa sereno in attesa dei funerali che si svolgeranno domenica solenni. I compagni, i camerati costernatissimi, lo vegliano sull'attenti, ma con gli occhi
pieni di lacrime, con un tormento infinito nell'anima. Tutta la cittadinanza si è unita ad essi, piangendo la giovinezza stroncata, la bontà estinta, il grande e
buon cuore mancante. Compagni di scuola, della vita, professori e Preside, lo ricordano accasciati senza credere di non più vederlo.
Egli invece ancora calmo, quasi sdegnoso di onori, incoraggia tutti e riposa nell'eternità.»
Non poteva mancare, nel numero successivo del settimanale, un'ampia cronaca del funerale:
«Una gran folla di cittadini, tra cui in grandissimo numero gli sportivi, i giovani compagni, amici ed ammiratori, si sono dati convegno domenica [10
settembre] per accompagnare, in un'ultima manifestazione di cordoglio, all'ultimo riposo il compianto giovane fascista rag. Arturo Olivari
Il corteo funebre di domenica partì dalla Casa del Fascio, ov'erano convenuti il Podestà, il Vice Segretario del Fascio e le personalità e gerarchi cittadini.
Da Genova erano intervenuti il comm. Peragallo in rappresentanza del generale Leonardi, Presidente della Federazione Motociclistica Italiana, il cent. Sionioris,
Comandante la Centuria Motociclistica della Legione Ligure, e il corridore Marini col gagliardetto della Sezione Motociclistica Genovese. Il Fascio di Combattimento
con i Comandi Giovani Fascisti ed Avanguardisti, sono intervenuti con numerose rappresentanze e gagliardetti, oltre che con i rispettivi reparti che hanno fatto
scorta d'onore al feretro durante tutta la cerimonia. Erano pure presenti la Scuola e l'Istituto Commerciale con i gagliardetti, il Preside, gli insegnanti e un
gruppo compatto di allievi dell'ultimo anno.
[Dopo la Messa solenne nell'Arcipresbiteriale, con la cantoria diretta dal m.o Comotto, vi fu una sosta in via Cervetti Vignolo, dove nella sede del Fascio
il Vice Segretario] mentre tutte le organizzazioni sostavano sull'attenti, e venivano presentate le armi, procedette all'appello col rito fascista.
sempre
scortata dal picchetto armato, [la salma] veniva condotta a spalla nella Chiesa Prepositurale, dove il Prevosto canonico Arbicò, diceva commosse e
commoventi parole di elogio del giovane amato estinto, durante le esequie in musica.
Fra le innumerevoli attestazioni di condoglianze giunte alla famiglia, e tra il grandissimo numero di telegrammi giunti da ogni dove, segnaliamo quelli del
Segretario Federale di Frosinone, i due del generale Leonardi, Presidente della Reale Federazione Motociclistica Italiana, del Segretario Federale di Forlì, che
aveva avuto caro Olivari nella Coppa "Terra del Duce", del Segretario Federale Massa di Genova, di quasi tutte le Associazioni Motociclistiche d'Italia, del
Cardinale Fossati, Arcivescovo di Torino, degli Ecc.mi Vescovi Mazzini di Filadelfia, Soracco di Fossaio, Giordani, Vescovo e ispettore della G.I.L., e di
moltissimi altri.»
Arturo Olivari era nato a New York il 12 dicembre 1917 da genitori italiani, ma ancora piccolo si era trasferito con la famiglia a San Lorenzo della Costa, nel
comune di Santa Margherita Ligure.
Il suo esordio agonistico avvenne nel 19354, con la moto Guzzi Condor 500.
L'incidente mortale si verificherà il 3 settembre 1939 nel corso del Trofeo Stellingwerff (su 42 km) a Isola del Liri, in provincia di Frosinone. Olivari, che
partecipava nella Categoria terza – Classe 500 cmc, aveva realizzato il giro più veloce alla media di 89,655 km/h.5
All'11° giro, tra il pubblico una ragazzina lascia la mano della madre e un Carabiniere entra in pista per liberarla quando giunge Olivari, in testa alla
corsa, che perde il controllo della moto e cade. Dopo il ricovero in ospedale, il decesso avverrà a seguito delle ferite riportate.
1 Il 13 agosto 1939 ottiene la vittoria assoluta come pilota di 3° Categoria, stabilendo un record che non sarà eguagliato per 13 anni.
2 Il 20 agosto vince il Circuito delle Mura.
3 Anche secondo a Crema e secondo a Ferrara.
4 Nella "Coppa del Duce", una gara di regolarità motociclistica iniziata nel 1931 che toccava le principali località romagnole, da Cesenatico a
Forlì attraverso Rimini, Santarcangelo, Savignano, Cesena, Forlimpopoli, Meldola, Rocca della Caminate e, ovviamente, Predappio Nuova.
5 Il Trofeo Stellingwerff, "Circuito del Liri", era una gara motociclistica che si svolgeva su strade pubbliche. Si tenne negli anni '20 e dal
1938 al 1939. Nel 1958 e 1959 lo stesso percorso ospitò la gara nazionale di regolarità "Trofeo Motociclistico Val di Comino".