A Santa Margherita il nome Luxardo ricorda diversi personaggi che hanno lasciato il segno nella sua storia: soprattutto Costantino (imprenditore e
benefattore)1, Fedele (sacerdote e primo storico della città) e Giovanni Battista (sindaco dal 22 maggio 18492).
Alla stessa famiglia appartiene un commerciante di cordami e corallo, Girolamo, che viaggia per affari in un'Italia ancora divisa da molti confini.
Nel giugno 1814, trentenne, conosce a Trieste (da poco ritornata sotto l'Austria degli Asburgo) Giacomo Belletti, produttore di liquori, che lo convince a
rappresentarlo in Liguria; si trattò di un'esperienza fallimentare, perché durante il trasporto molte bottiglie si rompevano. Dopo numerosi viaggi in Italia e
favorito da una solida situazione economica, nel novembre 1819 si trasferisce a Zara. Nei primi mesi del 1821 lo seguirà la famiglia: la moglie marchesa Maria
Canevari e i figli Bartolomeo di 13 anni, Emanuele di 11, Michelangelo Nicolò di 5 e Francesca di 1 anno (Rosa Francesca proseguirà gli studi presso le monache a
Rapallo).
Zara era la capitale del Regno di Dalmazia, costituito dall'impero austriaco al quale il territorio era stato destinato nel 1815, dopo la caduta di Napoleone
(quest'ultimo aveva conquistato la Dalmazia nel 1797 a seguito della caduta della Repubblica di Venezia, che l'aveva dominata per quasi quattro secoli).
A Zara, mentre commercia cordami e corallo, Girolamo scopre il business del liquore e in particolare del rosolio ottenuto dalla ciliegia
marasca3, che cresce abbondante in dalmazia. Ci sono già alcuni produttori locali, ma Girolamo con l'aiuto della moglie Maria decide di
investire in quell'area e inizia a commercializzare il suo maraschino nel 1821: contemporaneamente apre un negozio destinato alle signore dell'alta borghesia dove
vende i merletti di Santa Margherita e altri articoli di moda italiani. Nel febbraio 1823 ottiene dal re Carlo Felice la nomina a vice-console del Regno di Sardegna
per il Regno di Dalmazia.
Nel 1824 vende le sue proprietà a San Giacomo di Corte e si stabilisce definitivamente a Zara.
Introduce alcune innovazioni nella produzione di quello che fino ad allora era un infuso di marasche in alcol, tra le quali la distillazione a vapore. Espande
rapidamente la sua attività sia nel mercato locale, sia in quelli esteri. Il maraschino Luxardo è esportato nell'Europa centrale, in Russia, nelle Americhe,
addirittura in India e Australia.
Nel 1829 ottiene dall'imperatore d'Austria Francesco I un "privilegio" con la facoltà di produrre il liquore di ciliegie per quindici anni in via esclusiva.
Dal 1833 il maraschino viene distribuito in alte bottiglie quadrate impagliate, una soluzione dettata da esigenze logistiche, ma anche da un'esigenza di
personalizzazione.
Alla morte di Girolamo la proprietà passa al figlio Nicolò e ai suoi figli Michelangelo e Demetrio: lo stabilimento cresce in continuazione come dimensioni e
come tecnologia. Si arriva così alla prima guerra mondiale. Giorgio, uno dei figli di Michelangelo, combatterà nella cavalleria dell'esercito austro-ungarico sul
fronte russo, guadagnando una medaglia di bronzo per meriti di guerra.
Un altro figlio, Pietro, appoggia l'"impresa di Fiume" organizzata da Gabriele D'Annunzio (dal 12 settembre 1919 al 31 dicembre 1920); un terzo figlio, Nicolò,
aderisce al fascismo e nel 1939 ottiene un seggio nella "Camera dei fasci e delle corporazioni".
Nell'ottobre 1919 Gabriele D'Annunzio, nel corso di una serata con i suoi legionari, definisce il maraschino "Sangue Morlacco4" forse
dettato dalla densità e dal suo colore violastro.
Dal 1919 il territorio farà parte del "Regno dei Serbi, Croati e Sloveni", che diventerà nel 1929 "Regno di Jugoslavia": il trattato di
Rapallo5 del 12 novembre 1920 stabilirà l'annessione di Zara al Regno d'Italia. Zara, per lingua e cultura prevalentemente italiana,
costituì un'enclave fisicamente staccata dall'Italia e dall'Istria: per sopravvivere le fu assegnato porto franco6, che assicurò
notevoli benefici a tutte le attività. Durante il fascismo, mentre in Italia imperversava l'autarchia, Zara non aveva limiti al lusso e al benessere: la storica
dinastia Luxardo ne beneficiò notevolmente.
Con la direzione dei quattro figli di Michelangelo, lo stabilimento occupa oltre 250 persone, occupa un'area di 12.000 m2 e alla vigilia della
seconda guerra mondiale è considerato uno più importanti d'Italia.
In America il liquore dei Luxardo è apprezzato dai cercatori d'oro della California e del Colorado, ma il successo fu strepitoso quando, intorno al 1930, iniziò
la distribuzione di confezioni di lusso in vetro di Murano e maiolica: affascinati da gondole, riproduzioni di statue del Cellini, fachiri e Don Chisciotte, gli
americani iniziarono a collezionare le bottiglie, sempre diverse e a tiratura limitata.
Scoppia poi la seconda guerra mondiale: razionamento dello zucchero e contingentamento dell'alcol costringono a notevoli restrizioni della produzione fino ad
arrivare alla sospensione della confezione di liquori per più di due anni.
Zara subisce 54 bombardamenti angloamericani (con la quasi totale distruzione dello stabilimento Luxardo), ai quali segue, quando le truppe italiane e tedesche
si ritirano dalla Dalmazia, la "pulizia etnica" dell'enclave italiana da parte di Josip Broz Tito. Tra i numerosi zaratini furono vittime Nicolò Luxardo con la
moglie Bianca Ronzoni, deportati nel settembre del 1944 sull'Isola Lunga da dove non fecero più ritorno, probabilmente scaraventati in
mare7. Pietro invece, imprigionato, pare sia poi scomparso annegato nel Canale di Zara.
Nell'ottobre 1944 lo stabilimento è sequestrato e nazionalizzato.
Nel 1946 l'unico fratello superstite, Giorgio Luxardo, affiancato dal nipote Nicolò, acquista un terreno a Torreglia ai piedi dei Colli Euganei, in provincia di
Padova, e nel 1947 riapre lo stabilimento con sei operai reclutati tra i contadini della zona: clima e terreno sono simili a quelli dalmati e vi crescono ottime
marasche.
Oggi l'azienda Girolamo Luxardo S.p.A. è gestita da un gruppo di giovani che producono, oltre al celebre maraschino, altri liquori, sciroppi e prodotti
di pasticceria esportati in settanta paesi.
1 Nipote di Costantino e nota fotografa, Elda Luxardo (1915-2013) è stata la moglie del produttore cinematografico Salvatore Argento e madre del più
noto regista Dario.
2 Scrive A.R. Scarsella nei suoi Annali "Incomincia qui la carriera di quell'uomo che per venti anni, direttamente o indirettamente;
stette a capo del suo paese, ne riordinò le finanze, ne curò il risveglio, ne diresse la trasformazione, ne intonò lo spirito con lo spirito dell'Italia rinascente."
3 Il marasco (Prunus cerasus), ritenuto originario dell'Asia centrale, costituisce una delle colture più antiche e importanti della Dalmazia. Si
tratta di un ciliegio acido molto simile al visciolo e all'amareno.
4 la popolazione dell'entroterra dalmata, dove era concentrata la coltivazione delle ciliegie marasche, era morlacca
5 L'incontro delle due delegazioni avvenne a Villa Spinola (da allora nota come Villa del trattato). La delegazione jugoslava era
alloggiata all'Hotel Imperial Palace, la delegazione italiana era invece ospitata al New Casino Hotel (oggi Excelsior Palace Hotel).
6 franchigia doganale per tutte le merci importate, di qualsiasi provenienza
7 A guerra finita un tribunale del popolo inscenò un processo farsesco contro il già defunto Nicolò, condannandolo "in contumacia"
all'impiccagione per collaborazionismo.