Testata Gazzetta
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Un futuro per Santa
Introduzione e obiettivi
ing. Galvani Giovanni

Galvani

Buon pomeriggio a tutti a nome mio e a nome dell’Associazione “Spazio Aperto di via dell’Arco” e del suo presidente Giulio Ciana, che ha tra i suoi obiettivi quello di valorizzare il territorio e il nostro patrimonio di tradizioni e di cultura attraverso conferenze, dibattiti e mostre sia direttamente sia creando sinergie con altre associazioni del Tigullio, del Golfo Paradiso e dell’entroterra.
Grazie anche a voi per essere intervenuti numerosi e, prima di spiegare il motivo di questo convegno e come si è sviluppato per poi lasciare la parola ai relatori, c’è il vicesindaco Gianni Costa che porta il saluto dell’Amministrazione. Costa

[vicesindaco Gianni Costa] Grazie. Buongiorno a tutti, porgo un saluto della città e dell’Amministrazione comunale tutta e mi scuso perché il sindaco è temporaneamente assente, ma mi ha detto che fra poco arriverà, ha avuto un impegno per motivi istituzionali. Io ringrazio nuovamente Giulio Ciana che è sempre molto disponibile e ci mette sempre a disposizione questa bellissima sala per i convegni importanti e mi auguro che questo convegno porti luce e lumi a noi che dobbiamo amministrare e a coloro che dovranno amministrare in seguito questa città, questa bellissima città. Grazie di nuovo. titolo

Grazie. Il vicesindaco Costa ha anticipato l’ultima parte dei ringraziamenti, che vanno alla famiglia Ciana che si dimostra molto sensibile ai problemi di Santa Margherita e al suo sviluppo e che nella fattispecie ci ha concesso l’utilizzo di questa sala e il supporto logistico, altrimenti questa iniziativa difficilmente avrebbe potuto aver luogo. agenda
Adesso vi presento l’agenda della giornata, che è un pomeriggio abbastanza pieno. Io mi auguro, anzi sono certo che il tempo che dedichiamo a questa iniziativa sarà ben speso.
Già siamo partiti con il famoso quarto d’ora accademico di ritardo, visto che si parla di una laurea tutto sommato ci stava anche bene, però adesso vedremo se riusciremo a rispettare i tempi di chiusura.
Mi auguro di sì e adesso vorrei dire due parole sul perché di questa iniziativa.
Finora l’amministrazione di Santa Margherita, da molti anni a questa parte, è stata molto condizionata da problemi contingenti, da situazioni in cui realisticamente uno tira la giacca da una parte e uno tira la giacca dall’altra quindi non sempre si è riusciti a portare avanti le idee con le quali parte un’amministrazione.
Non mi riferisco a un’amministrazione in particolare, ma a una serie di amministrazioni. bilancia
Combattuta anche tra due modelli che purtroppo realisticamente sono molto vicini alle nostre parti.
Io qui ho messo l’immagine di Disneyland e un’immagine caotica di traffico della Cina. In realtà noi siamo in mezzo a due realtà che ci spaventano un po’, che sono quella di Portofino, in cui a un ambiente ottimo si lega però una città con pochissima vita, direi senza vita, quindi per questo l’ho paragonata a Disneyland.
Dall’altra parte abbiamo Rapallo che ovviamente non ha né questi spazi né questo traffico, però non scherza. Una città che, all’opposto di Portofino, di vita forse ne ha anche troppa, è un centro di affari, eccetera, però di qualità della vita e di paesaggio ha sofferto non poco. residenti
Uno dei parametri che mi hanno spinto a pensare a questo studio è il grafico che rappresenta dal 1820 all’anno scorso il numero dei residenti.
Certamente questo da solo non dice più di tanto, però abbinato ad altri fenomeni come la difficoltà a trovare il lavoro, il fatto dei negozi tradizionali che chiudono, i problemi di mobilità eccetera sono quelli che ci fanno pensare che probabilmente è il caso di pensare un po’ più avanti, di non farci travisare più di tanto da quelli che sono i problemi contingenti, che bisogna affrontare e risolvere, ma che però non devono distogliere dal fatto di avere delle idee chiare di che cosa si vuole fare di Santa.
Ad esempio, compatibilmente con il territorio di Santa, se è più giusto pensare a una città di 13.000 abitanti, a una città di 10.000 abitanti o a una città di 20.000 abitanti come in passato è stato ipotizzato.
Queste sono scelte strategiche di cui devono farsi carico i nostri amministratori, di cui avrebbero dovuto farsi carico i nostri amministratori passati, presenti e futuri, che però non sempre sono riusciti a portare avanti, arrivando a una situazione, oggi, che va affrontata. elefante
Questa vignetta, un po’ spiritosa, ricorda la storiella dei ciechi e dell’elefante; probabilmente molti di voi la conoscono già.
E’ la vecchia storiella in cui viene richiesto ai ciechi di indicare secondo loro che cos’è un elefante. Non potendolo vedere, chi tocca la proboscide pensa a un serpente, chi la zanna ad una lancia, le orecchie fanno pensare a un ventaglio, la zampa a un albero, il fianco a un muro, la coda a una fune; tutti sono in buona fede però ognuno ha una visione parziale del fenomeno.
Purtroppo spesso si creano queste situazioni in cui i “ciechi”, oltre a non vedere non si parlano tra loro, mentre solo parlando tra loro potrebbero avere una visione d’assieme della cosa.
Oppure gioverebbe la presenza di qualcuno dall’esterno che li aiuti ad avere questa percezione.
Anche perché, e qui c’è la metafora dell’elefante, in una piccola città molti hanno delle idee, anche interessanti, innovative, però dall’avere l’idea al concretizzarla ci vogliono delle competenze che spesso sono in possesso di pochi, e quei pochi a volte sono legati ad esempio a delle esperienze personali vissute o a degli interessi particolari, per cui non sempre riescono ad avere una visione il più possibile oggettiva della situazione.
Tutto questo ha portato appunto a una situazione che è migliorabile.
Di qui è nata l’idea di cercare al di fuori dell’ambito nostro ligure; vincendo pascal anche la ritrosia nostra (pur non essendo di nascita ligure, mi considero ligure anch’io) mi sono convinto di rivolgermi a qualcuno al di fuori del nostro ambito, proprio ad occhi nuovi, diversi.
Così a febbraio dell’anno scorso mi sono rivolto al prof. Boatti e insieme abbiamo valutato la possibilità di assegnare una tesi specifica su Santa Margherita, per avere la visione a cui accennavo prima.
Tre allora laureande, oggi laureate della Facoltà di Architettura del Politecnico di Milano hanno lavorato soprattutto nei primi mesi di quest’anno e hanno prodotto un volumone piuttosto ostico da leggere, molto bello da vedere perché ci sono delle bellissime fotografie, che ci illustreranno subito dopo.
L’unica cautela che voglio sottolineare è di non illuderci che ci sia qualcuno da fuori che viene, dice le cose, dice quello che si deve fare. La nostra realtà la conosciamo solo noi a 360 gradi, e quello che dobbiamo prendere dall’esterno sono gli spunti che poi vanno valutati e soprattutto sui quali vanno date delle priorità, perché ovviamente non si può fare tutto subito.
Questo è il motivo per cui a seguire l’illustrazione della tesi ci saranno gli interventi di tutti i principali interlocutori della città, non gli unici. Ce ne sono tanti altri che sono rimasti esclusi per problemi di tempo, ma incominciamo da questi.
Lascio la parola al prof. Boatti.