Un futuro per Santa
Lista civica "Al Centro la Città"
geom. Solari Stefano
Innanzitutto vorrei ringraziare i promotori dell’incontro, l’Associazione “Spazio
Aperto di Via dell’Arco”, il sig. Ciana che ci ospita, ma anche e soprattutto chi è
intervenuto a questo incontro. Vuol dire che ha interesse, che ha a cuore il futuro di
Santa Margherita.
L’incontro di oggi mette al centro la problematica urbanistica di Santa Margherita
Ligure, proprio nel momento in cui l’Amministrazione ha avviato le procedure per
scegliere il professionista che dovrà redigere, su indirizzo dell’Amministrazione
stessa, il nuovo strumento urbanistico, il PUC, Piano Urbanistico Comunale.
A questo proposito sono confortato dal fatto che uno studio approfondito come
quello che oggi hanno illustrato i giovani architetti, riprende alcune delle
problematiche del nostro territorio, proponendo soluzioni talvolta condivisibili. Ad
esempio il progetto colore, che tra l’altro è già stato attuato da precedenti
amministrazioni e anche dalla nostra.
In altri casi invece, pur centrando il problema, si pongono soluzioni che da un
lato pratico troverebbero non poche difficoltà di applicazione.
La mia esperienza amministrativa di questi primi tre anni mi ha insegnato come
progetti, affascinanti sulla carta, siano assai poco traducibili in una realtà come
quella di Santa Margherita dove le esigenze di vivibilità e di sviluppo economico
devono fare i conti con le caratteristiche ambientali che la rendono così unica.
Voglio fare un esempio: l’opportunità di espandere sempre più l’area pedonale
cittadina verso il lungomare è condivisibile, difatti l’attuale Amministrazione ha già
in cantiere progetti come quello in corso in via Gramsci; però la soluzione ipotizzata
da questo studio prevede un tracciato alternativo all’attuale viabilità sul lungomare
che porta il traffico a monte e al centro della città, senza tener conto del fatto che
non tutte le strade sarebbero idonee a sopportare un tale traffico, un traffico
pesante di scorrimento di una importante direttrice Rapallo-Portofino, Rapallo-Santa
Margherita.
Questo percorso potrebbe peggiorare notevolmente l’inquinamento ambientale in
alcune vie che già oggi hanno livelli di guardia da allerta. Non si tiene conto della
sosta, in alcuni tratti si eliminano parcheggi, ma non si eliminano le macchine. La
realtà è che la viabilità di Santa Margherita si può risolvere solo in una scala più
ampia di quella comunale, coinvolgendo quanto meno Portofino e Rapallo sia
nell’ipotesi di tunnel, che no.
Certo il problema tunnel potrebbe rappresentare una valida alternativa alla
situazione attuale, se però di tunnel si parlasse con un tracciato totalmente
interrato, cioè tutto in galleria senza ricorrere, come prevedeva lo studio fatto
recentemente dalla Regione, a viadotti e svincoli che andrebbero a impattare in
maniera inaccettabile sul nostro territorio.
Di certo il nuovo strumento urbanistico dovrà tener conto anche di questa
problematica, quindi portare una nuova soluzione a una viabilità da e per Rapallo.
Immaginando il futuro di Santa Margherita non dobbiamo dimenticare il passato,
quindi la storia, l’operosità della nostra gente che ha saputo creare un tessuto di
lavoro commerciale, artigianale, turistico, di grande rispetto.
La tradizione e lo stile della nostra gente hanno fatto conoscere e apprezzare la
nostra città a livello internazionale.
Analizzando tutte le problematiche attuali del territorio, l’obiettivo finale
resta inequivocabilmente quello che abbiamo riportato nel nostro programma tre anni
fa, ovvero il miglioramento della qualità della vita dell’ospite e del residente
attraverso l’attuazione di uno sviluppo sostenibile.
Faccio alcuni esempi: immaginiamo la collina dello splendido complesso di Villa
Durazzo, oppure il promontorio del castello di Paraggi, o ancora il lungomare di via
Martiri della Libertà: senza l’intervento dell’uomo non avremmo uno dei parchi più
belli della Riviera ligure, o la prestigiosa residenza, o ancora i Giardini a mare
che, ricordiamo, sono stati realizzati mediante il riempimento con detriti di un pezzo
di mare.
Non possiamo cioè dire che l’opera dell’uomo sull’ambiente sia sempre negativa.
Cosa sarebbe la baia di Portofino senza le palazzate, senza il Borgo e senza la
Piazzetta? Forse tante belle realizzazioni fatte nel passato sarebbero oggi ostacolate
da chi desidera, sicuramente in buona fede, preservare l’ambiente.
Noi amiamo la nostra città, ma non vogliamo neanche metterla sotto una campana di
vetro che soffocherebbe lo sviluppo e la vivibilità concedendo ai giovani di oggi, ve
lo dice un ragazzo di 30 anni, un futuro incerto e precario.
Spesso si fa coincidere il rispetto dell’ambiente con l’immobilismo. Santa
Margherita oggi deve fare i conti con località turistiche italiane ed europee
all’avanguardia dove certe opere pubbliche, come ad esempio posteggi interrati,
viabilità, spazi verdi, porti turistici, sono stati realizzati coraggiosamente, in
anni passati. Oggi queste località sono all’avanguardia nel settore turistico pur non
possedendo tutte le peculiarità del nostro territorio.
A questo proposito volevo introdurre un’altra tematica sviluppata dai relatori
della tesi e cioè la residenzialità, il problema della residenzialità. Un progetto per
il futuro della città non deve soltanto registrare una tendenza demografica, ma
piuttosto mettere in campo elementi per invertire la tendenza, la fuga di giovani
famiglie che vanno ad abitare altrove ed eventualmente incentivarne il ritorno.
Perdere famiglie, perdere anche i giovani, provoca alla nostra città un danno sì
economico ma soprattutto culturale, con loro va via anche una parte della nostra
cultura. L’obiettivo è quindi quello di mettere nelle condizioni di migliorare la loro
redditualità e quindi il loro stato sociale.
L’obiettivo si può raggiungere incrementando il lavoro e la possibilità di
lavorare a Santa Margherita, sostenendo le attività attualmente presenti sul
territorio con interventi anche mirati e certamente rispettosi dell’ambiente. Un
esempio può essere anche il piano artigianale. Forse ancora più significativo è lo
sviluppo delle infrastrutture come ad esempio un adeguamento e un potenziamento delle
strutture portuali, realtà imprescindibile nel contesto della nostra città.
E quando parlo di potenziamento intendo poter utilizzare la struttura per tutto
l’anno, non un aumento dell’area portuale, intendo cioè metterla in sicurezza.
Ricordiamo che la marineria, la pesca e il suo indotto rappresentano una fetta
importante delle attività lavorative e dello sviluppo del nostro territorio.
Altre infrastrutture, come ad esempio il depuratore: mi aggancio all’ipotesi che
diceva prima il consigliere Ravera, il depuratore serve per un miglioramento delle
acque in mare, ma anche per un ricircolo delle acque per sfruttarle ad usi domestici,
per l’industria e per l’agricoltura.
Obiettivo da rispettare è quello di indirizzare le scelte urbanistiche
riproponendo gli attuali parametri del vigente Piano Regolatore limitando al massimo
la nuova edificazione, favorendo nel contempo l’edilizia convenzionata, l’edilizia
pubblica e il recupero di unità abitative anche attraverso il recupero del patrimonio
edilizio esistente.
Un altro grande tema che dovrà essere affrontato dal nostro strumento urbanistico
è quello della mobilità interna.
La nostra filosofia è quella di incentivare il trasporto pubblico, dando
l’opportunità ai residenti di avere posteggi a loro riservati.
Ricordo che è in corso uno studio che sarà necessario anche per il futuro, per
valutare i flussi nel traffico interno. Aumentare anche la capacità ricettiva con
nuovi parcheggi, magari interrati e dislocati alle porte della città.
Non si potrà tralasciare il cammino intrapreso con il progetto City Mobile
che abbiamo portato alla Comunità Europea; è stato approvato e verrà anche finanziato
parzialmente perché incentiva i trasporti pubblici sulle principali direttrici
cittadine San Siro-Centro e Ghiaia-Punta Pedale.
Opera da continuare a perseguire anche se non strettamente legata a un’azione del
Comune, ma che vede un’azione di più amministrazioni, è quella del canale scolmatore
il quale, oltre a mettere in sicurezza l’abitato da eventuali inondazioni, permette di
eliminare delle aree esondabili all’interno del territorio, che erano state
individuate nel piano di bacino, quindi permetterebbe la realizzazione di nuovi box
interrati, magari anche in centro, ma soprattutto la copertura del torrente San Siro,
all’altezza di via Garibotti, così da potenziare la viabilità e il collegamento tra il
centro cittadino e il quartiere più popoloso di Santa Margherita, il quartiere degli
ulivi.
Queste a grandi linee ricalcano le indicazioni del nostro attuale programma, ma
soprattutto si sovrappongono alle nostre proposte per il futuro. Noi
dell’Associazione “Al Centro la Città” siamo contenti che in questi ultimi anni sia
nata a Santa Margherita una passione civica per la vita amministrativa. Questo è
sicuramente di aiuto per chi amministra la città. Sono molto importanti per noi le
critiche costruttive che spesso giungono in Consiglio comunale dai banchi
dell’opposizione, che per molti anni è stata maggioranza e quindi sa bene quali siano
le difficoltà per amministrare una città come la nostra.
Non si può dire che in questi anni non si sia tenuto conto del parere delle
associazioni di categoria o delle forze economiche verso cui nutriamo grande stima.
Noi non vogliamo lavorare per i sammargheritesi, ma con i sammargheritesi, per il bene
comune della città, come enuncia il principio di sussidiarietà inserito nello statuto
comunale.
Quelle che invece riteniamo note stonate sono alcune critiche pretestuose, alcune
prese di posizione demagogiche e irragionevoli, le polemiche fini a se stesse. Dire di
volere il bene di Santa Margherita e contemporaneamente bloccarne il giusto sviluppo
sostenibile ha un ritorno di immagine per chi lo sostiene, ma otterrebbe il risultato
opposto se applicate: avremmo cioè una città sempre meno abitata e un ambiente in
continuo degrado.
Nel 2007 non dobbiamo mettere la testa sotto la sabbia come gli struzzi: quando si
parla di traffico, inquinamento, arretramento economico delle classi più deboli o dei
ceti medi bisogna, e sottolineo bisogna, fare qualcosa a livello amministrativo
anche a costo di essere impopolari. Quello che chiediamo alle forze politiche e alle
associazioni che vogliono tutelare la nostra città è di avere con noi una posizione di
dialogo e non di scontro, di capire le nostre ragioni come noi tentiamo di comprendere
le loro. La democrazia non è procedere con carte bollate o proclami affissi sui muri,
ma è dialogare con chi è stato regolarmente eletto ad amministrare per cinque anni la
città.
Questo sarà certo più faticoso, ma sicuramente andrà nell’interesse di tutti e non
di alcuni. Nessuno, e credo che questo sia logico e lampante a tutti, nessuno vuole il
male per Santa, bisogna solo che ci intendiamo su cosa sia il meglio per il futuro e
lo sviluppo, nel rispetto del grande patrimonio ambientale, storico e umano che ci è
stato consegnato da chi ci ha preceduto in questo splendido ma stretto lembo di terra
fra Mar Ligure e il Monte di Portofino.
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