Testata Gazzetta

Renato Dirodi Le cartoline di Renato…

(continua)

01 Bazar Brissolese (110)
Un altro negozio storico sotto i portici di Piazza Martiri della Libertà, che molti anziani ricorderanno, era posizionato dalla parte della Banca: un tempo sede del ristorante Paradiso. Il Bazar del signor Brissolese fu il primo a vendere i pupazzi di peluche, a prezzi per molti inarrivabili.
[Nicoletta Pastine Ferraris]
Il negozio era a fianco della pizzeria sull'angolo. C'era veramente di tutto! Fuori erano esposte le cartoline.
Guglielmo Brissolese morì il 7 giugno 1969; all'epoca c'era a fianco il bar Motta (attuale ristorante Master), subito dopo la drogheria dei Fasano.


01 C'era una volta il bar/pasticceria "Calumet" (109)
Era al numero 42 di Piazza Martiri della Libertà, dove oggi c'è la pizzeria Santa Lucia, ed era gestito dal sig. Leandro Massardo. Cessò l'attività nel 1958.
Partendo dalla salita al Castello si trovavano:

(condensati diversi contributi - La Gazzetta di Santa) 01 Siamo sempre in Piazza Vittorio Emanuele, oggi Piazza Martiri della Libertà, negli anni antecedenti la guerra. Sulla sinistra sembra intravedersi un negozio di vini del Monferrato, che vende anche gelati. Al posto della banca il ristorante Paradiso. 01 01
[Lorenzo Andre Bacigalupo]
Il negozio di Caraffa, una specie di bazar dove trovavi vini e altre cose rare per quei tempi, per esempio lumache in scatola.
Per inciso, legava la bottiglie dentro i cesti con filo da pesca come antifurto.


01 La spiaggia di Corte (108)
Siamo negli anni '20: a sinistra si vede il monumento a Colombo già spostato nella nuova piazza (non ancora terminata, come si può notare dalla dimensione della spiaggia molto più lunga dell'attuale).
L'occasione dello scatto è l'arrivo di un idrovolante, festeggiato da molte persone che lo ammirano dalla riva.

01 Società Esercenti (107)
Cartolina commemorativa in occasione del terzo corso floreale, svolto il 17 aprile 1904 a cura della Società Esercenti.
La Società Esercenti era una associazione nata nel 1900 fra gli esercenti, gli industriali, i commercianti e i professionisti cittadini, per promuovere il commercio e l'industria locale, ma soprattutto per far eleggere propri membri nella Amministrazione Comunale, per favorire i principi della associazione medesima.
Il capitale sociale era costituito da cento azioni che sono state tramandate dai fondatori ai propri eredi fino ai giorni nostri.
Ultima proprietà della Società, da poco dismessa, l'edificio in via Gorizia dove oggi sorge l'Hotel Villa 1900 e per molti anni sede dell'AVIS.

01 Il Covo (106)
L'edificio Franchetti in costruzione.
Siamo nel 1895, gli annali di Scarsella riportano quanto segue: "Il Maestro Alberto Franchetti, l'illustre musicista, fa domanda al comune perché gli sia concesso di spostare un tratto della costruenda strada di Portofino allo scopo di erigervi il teatro annesso al castello ch'egli ha intenzione di erigere nel luogo detto: il Pedale."
L'edificio Franchetti non verrà mai terminato e diventerà negli anni '30 il Covo, destinato a divenire uno dei locali notturni più noti in Italia.

01 Hotel Helios (105)
L'hotel Helios, ma forse al tempo della foto si chiamava Kursaal Hotel.
La particolarità dell'immagine sta nella presenza delle palme lungo la strada che accoglievano chi arrivava da Rapallo con un bel colpo d'occhio.
Furono abbattute nei primi anni '40 per costruire il muro antisbarco. Molti anni dopo, quando si pensò di ripiantarle, fu proprio la presenza del basamento di quel muro ad impedirlo per il gran lavoro necessario per la sua rimozione.

01 Festa della Madonna della Rosa (104)
La processione della Madonna della Rosa negli anni '50, svolta di giorno come oramai avviene nuovamente da qualche anno. La guida un don Solimano molto giovane.
La cassa è impreziosita da quattro lampioni.
Per molti anni e a mia memoria la processione veniva fatta di sera, dopo i vespri delle ore 20.30. La cassa era molto pesante a causa delle batterie per l'alimentazione delle lampadine e i portatori erano otto.
L'offerta delle rose da parte dei bambini avveniva al sabato pomeriggio, poi alla domenica venivano benedette durante la messa pontificale. Era uso, da parte di molte famiglie, collocare sulle balaustre della chiesa vasi col proprio nome e con le rose che, una volta benedette, venivano portate e conservate a casa. Il parroco offriva al sindaco e agli assessori una rosa che prelevava da un vassoio d'argento. Come si vede nella foto la chiesa era gremita, ma era un tempo in cui vi erano molti bambini.
(A sinistra sullo sfondo il Chiosco della musica)
[Roberto Oneto]
Ricordo che mia nonna preparava con mia mamma i pansoti o ravioli di magro la sera prima; si mangiava in sala addobbata a festa come a Natale, Pasqua e per Santa Margherita patrona della città.
Giovinetto mi vestivo con l'abito della domenica e con i soldini racimolati gironzolavo presso i banchetti dei giocattoli allineati nella piazza della chiesa. La basilica era illuminata a festa ed era profumata da centinaia e centinaia di rose che i fedeli facevano benedire: trovavano poi dimora in casa, insieme alla palma e all'ulivo benedetto a Pasqua.
Noi dell'associazione cattolica eravamo impegnati chi come chierichetto, chi in processione sotto gli occhi amorevoli del nostro curato don Enrico Arado, mentre il parroco don Solimano ci osservava con la solita severità perché sapeva che eravamo un po' birichini.
Leca 1 L'annuale benedizione delle rose
nel giorno della Solennità.
L'arciprete Mons. L. Solimano offre
a S.E. Mons. F. Marchesani già Vescovo diocesano, una rosa benedetta.

La processione era lunga, così come il percorso. Iniziava con la croce portata dal chierichetto più anziano con ai lati altri due per il cambio. Seguivano in due file le ospiti interne della Provvidenza e del Carmine, gli interni del Colombo e dei Pii Istituti e le suore di San Bernardo, i frati Cappuccini e le confraternite. Seguivano i prelati delle varie parrocchie di Santa (Corte, S. Siro, S. Lorenzo) e, non sempre, il Vescovo di Chiavari.
Di seguito la cassa con la Madonna della Rosa portata a spalle, da sempre, da numerosi forzuti che si alternavano lungo il percorso; da ricordare anche i Cristi portati con perizia da muscolosi portatori che riuscivano quasi a farli danzare con le note della banda.
Il percorso era diverso da oggi: si percorrevano Via Palestro, P.zza Mazzini, Via Cairoli dove la cassa si fermava sotto la finestra di casa mia (la nonna e mamma avevano messo i lumini alla finestra e sulla facciata della casa c'è un'antica edicola raffigurante la Madonna della Rosa). Ricordo che l'allora portiera Fortunina con altre signore della via per l'occasione trasformavano l'androne della casa con arazzi, tessuti, tante piante e rose. La processione ritornava in piazza della Chiesa per proseguire in via Roma e lì si fermava nei pressi del vecchio ospedale per poi scendere in Ghiaia, proseguiva sino ai giardinetti per rientrare definitivamente in Chiesa.
In sacrestia veniva preparato un banchetto con bibite perché era costume, dopo la processione, che le autorità si intrattenessero con i prelati per i saluti di commiato.

Leca La tradizionale offerta dei fiori alla Madonna della Rosa
da parte dei fanciulli della città

Come tanti altri, da giovane mi sono cimentato a portare la cassa: essendo alto dovevo percorrere la salita di Via Roma (gli alti dietro e i più piccoli davanti, per pareggiare l'inclinazione): pesava molto e, benché le stanghe fossero imbottite, lasciavano il solco nella spalla di appoggio.
Ea uno spettacolo veder preparare i motti [motto de süccao è la zolletta di zucchero] e i croccanti. Una vera arte! Buonissimi, ma preferivo il cocco. Mai comperato lo zucchero filato, un po' appiccicoso. Mi piaceva giocare alla ruota con i numeri (una specie di roulette dei poveri) che faceva un rumore simile a quando da bambini attaccavamo con una molletta un cartoncino spesso alla forcella posteriore della bici, che colpito dai raggi della ruota emetteva un suono simile a quello di un motore.
[Florence Leca]
… le signore portavano una rosa nell'allegria generale …


01 Via Andrea Doria (103)
La corriera per Rapallo.
Come si può vedere la strada era costituita praticamente dall'attuale marciapiede a monte, così come era in origine.
Negli anni successivi si ricavarono la attuale strada e il marciapiede verso mare, sottraendoli alla spiaggia.

01 Terminal aereo (102)
Siamo nel 1955/56, come si può vedere dalle macchine parcheggiate.
La costruzione al centro dei giardini era la biglietteria, nonché sala d'aspetto, per i viaggiatori della linea aerea Southampton-Santa Margherita Ligure.
Idrovolante a Santa Margherita

01 Il castello di Paraggi (101)
Il castello di Paraggi, forse l'edificio più fotografato del nostro territorio.
Esistono fotografie antichissime, scattate agli albori della tecnica fotografica, e ancora oggi chi passa non resiste a immortalare il castello col proprio smartphone.
Questa foto ha però una particolarità: si vede molto bene quello che oggi non è più apprezzabile, ovvero il taglio operato nella piccola penisola per far passare la strada a fine '800.

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