L'amore per la propria città si può manifestare in molti modi: Renato Dirodi ne ha scelto uno per niente originale che tuttavia è diventato unico per la passione e
la competenza che vi ha dedicato.
La sua raccolta di cartoline, o meglio "immagini", è ineguagliabile perché corredata da notizie storiche, testimonianze raccolte, ricordi personali che ne fanno
uno scrigno di luoghi, fatti e persone.
Da anni, prima con il suo sito "Foto di Santa" poi con i social "Le foto di Santa Margherita" e "Gruppo di Le foto di Santa Margherita", ha messo a
disposizione di tutti questo suo patrimonio di grande importanza storica e documentaria.
Siamo convinti dell'importanza della memoria e degli sforzi che dobbiamo compiere per conservarla e trasmetterla, per cui approfittiamo della disponibilità di
Renato e pubblichiamo questo percorso nello spazio e nel tempo.
La Gazzetta di Santa
Società Esercenti (107)
Cartolina commemorativa in occasione del terzo corso floreale, svolto il 17 aprile 1904 a cura della Società Esercenti.
La Società Esercenti era una associazione nata nel 1900 fra gli esercenti, gli industriali, i commercianti e i professionisti cittadini, per promuovere il
commercio e l'industria locale, ma soprattutto per far eleggere propri membri nella Amministrazione Comunale, per favorire i principi della associazione medesima.
Il capitale sociale era costituito da cento (?) azioni che sono state tramandate dai fondatori ai propri eredi fino ai giorni nostri.
Ultima proprietà della Società, da poco dismessa, l'edificio in via Gorizia dove oggi sorge l'Hotel Villa 1900 e per molti anni sede dell'AVIS.
La processione era lunga, così come il percorso. Iniziava con la croce portata dal chierichetto più anziano con ai lati altri due per il cambio. Seguivano in
due file le ospiti interne della Provvidenza e del Carmine, gli interni del Colombo e dei Pii Istituti e le suore di San Bernardo, i frati Cappuccini e le
confraternite. Seguivano i prelati delle varie parrocchie di Santa (Corte, S. Siro, S. Lorenzo) e, non sempre, il Vescovo di Chiavari.
Di seguito la cassa con la Madonna della Rosa portata a spalle, da sempre, da numerosi forzuti che si alternavano lungo il percorso; da ricordare anche i Cristi
portati con perizia da muscolosi portatori che riuscivano quasi a farli danzare con le note della banda.
Il percorso era diverso da oggi: si percorrevano Via Palestro, P.zza Mazzini, Via Cairoli dove la cassa si fermava sotto la finestra di casa mia (la nonna e
mamma avevano messo i lumini alla finestra e sulla facciata della casa c'è un'antica edicola raffigurante la Madonna della Rosa). Ricordo che l'allora portiera
Fortunina con altre signore della via per l'occasione trasformavano l'androne della casa con arazzi, tessuti, tante piante e rose. La processione ritornava in
piazza della Chiesa per proseguire in via Roma e lì si fermava nei pressi del vecchio ospedale per poi scendere in Ghiaia, proseguiva sino ai giardinetti per
rientrare definitivamente in Chiesa.
In sacrestia veniva preparato un banchetto con bibite perché era costume, dopo la processione, che le autorità si intrattenessero con i prelati per i saluti di
commiato.
Come tanti altri, da giovane mi sono cimentato a portare la cassa: essendo alto dovevo percorrere la salita di Via Roma (gli alti dietro e i più piccoli
davanti, per pareggiare l'inclinazione): pesava molto e, benché le stanghe fossero imbottite, lasciavano il solco nella spalla di appoggio.
Ea uno spettacolo veder preparare i motti [motto de süccao è la zolletta di zucchero] e i croccanti. Una vera arte! Buonissimi, ma preferivo
il cocco. Mai comperato lo zucchero filato, un po' appiccicoso. Mi piaceva giocare alla ruota con i numeri (una specie di roulette dei poveri) che faceva un rumore
simile a quando da bambini attaccavamo con una molletta un cartoncino spesso alla forcella posteriore della bici, che colpito dai raggi della ruota emetteva un
suono simile a quello di un motore.
[Florence Leca]
le signore portavano una rosa nell'allegria generale