Le cartoline di Renato
L'amore per la propria città si può manifestare in molti modi: Renato Dirodi ne ha scelto uno per niente originale che tuttavia è diventato unico per la passione e
la competenza che vi ha dedicato.
La sua raccolta di cartoline, o meglio "immagini", è ineguagliabile perché corredata da notizie storiche, testimonianze raccolte, ricordi personali che ne fanno
uno scrigno di luoghi, fatti e persone.
Da anni, prima con il suo sito "Foto di Santa" poi con i social "Le foto di Santa Margherita" e "Gruppo di Le foto di Santa Margherita", ha messo a
disposizione di tutti questo suo patrimonio di grande importanza storica e documentaria.
Siamo convinti dell'importanza della memoria e degli sforzi che dobbiamo compiere per conservarla e trasmetterla, per cui approfittiamo della disponibilità di
Renato e pubblichiamo questo percorso nello spazio e nel tempo.
La Gazzetta di Santa
(continua)
Tutti al mare
Per molti secoli l'abbronzatura fu considerata come una prerogativa delle classi meno abbienti, costrette a lavorare per molte ore sotto il sole. I nobili e i
ricchi ostentavano una pelle bianchissima in tutte le stagioni riparandosi con veli o ombrellini.
La svolta ci fu alla fine del XIX secolo quando si scoprirono i benefici del sole, in grado di produrre la vitamina D e di curare il rachitismo di cui
soffrivano i bambini delle classi agiate proprio perché non prendevano mai il sole.
Santa Margherita fu all'avanguardia: già nel 1871 venne aperto il primo stabilimento balneare in Ghiaia e l'anno dopo un altro in località Porticciolo, al quale
ne seguirono altri, come i bagni Flora.
I clienti giornalieri arrivavano col treno e potevano accedere direttamente alla spiaggia di Ghiaia. Chiaramente gli stabilimenti dietro al porto erano
svantaggiati in quanto lontani e difficilmente raggiungibili in assenza della strada litoranea, che sarà realizzata solo a partire dal 1893. Per ovviare a questo
fatto i gestori dei Flora inviavano alcuni gozzi all'arrivo del treno e offrivano un passaggio gratis fino alla loro spiaggia. (Foto di Gabriella Vismara)
Villa Durazzo
Il palazzo del principe Centurione in una foto di Gino Giambruni.
Il palazzo che prima che ai Centurione era appartenuto ai marchesi Chiavari e poi ai Durazzo, per un breve periodo ebbe un utilizzo pubblico, fu infatti
utilizzato come Grand Hotel. Nel 1892 accolse gli ospiti Sammargheritesi emigrati a Buenos Aires che tornarono per assistere all'inaugurazione del monumento a
Cristoforo Colombo, di cui si erano fatti promotori e finanziatori per oltre il 50%. del costo.
Nel 1904 il Grand Hotel ospitò la Regina Margherita, che arrivò l'11 maggio: "Non appena si sparse in paese la notizia, i Margheritesi non stettero in loro
dalla gioia. Essi erano combattuti tra il de¬siderio di manifestare all'Augusta Donna il loro devoto affetto, e il timore di turbare la quiete del suo breve
soggiorno. Ma non poterono infine esimersi dal formare, la sera del secondo giorno, un corteo che con fiaccole, bandiere, musica e fiori si recò a renderle omaggio.
Quando il vasto piazzale della villa fu pieno di quanti potevano en¬trarci, sul poggiolo della facciata principale apparve la figura della prima Regina d'Italia, e
io non saprei quale sia più difficile a ridire, se il grido di ammirazione con cui la folla salutò l'apparizione regale, o la grazia incantevole del sorriso con cui
Margherita di Savoia rispose all'omaggio dei Margheritesi".
Il principe Centurione aveva dovuto rinunciare alla propria dimora e metterla a rendita per una improvvisa carenza di liquidità, sembra dovuta ad una grossa
perdita al gioco. L'affidò ai Maragliano, già esperti in alberghi, che appunto trasformarono la sua villa in Gran Hotel, ma questa situazione durò solo qualche
anno, fino a quando il Centurione ereditò una grossa somma da una vecchia zia e questo gli consentì di disdire il contratto col Maragliano e riprendersi la sua casa.
(notizie tratte dagli annali di A.R. Scarsella)
[La villa, in origine una sorta di castello fortificato, era di Luca Chiavari che la diede in dote a sua figlia quando sposò Gerolamo Durazzo. Passò
poi ai principi Centurione (1821) e ancora ad Alfredo Chierichetti (1919), che la vendette al Comune nel 1972.]
Cantiere navale
Il cantiere navale, il monumento a Umberto I e la villa Luxardo. I tre elementi sono legati tra loro: sembra infatti che i Luxardo, per arginare l'espansione
del cantiere verso la loro dimora, promossero l'erezione del monumento al re, che da pochi anni era stato assassinato a Monza, e contribuirono con una sostanziosa
offerta cui seguirono quelle di altri cittadini.
Denari raccolti da apposito comitato cui toccò, in seguito, anche il compito di ordinare la statua. Il comitato si recò pertanto a Carrara presso un
commerciante del settore, ma con grande sorpresa scoprì che la cifra a disposizione non era sufficiente per una statua decorosa che potesse reggere il confronto con
le altre già presenti a Santa Margherita.
Secondo un aneddoto i componenti del comitato a questo punto stavano per desistere e tornarsene a casa con le pive nel sacco, quando al commerciante venne una
brillante idea e fece loro una strana proposta. Aveva in magazzino già da parecchi anni una statua, regolarmente pagata e mai ritirata, del Generale Belgrano, eroe
dell'indipendenza Argentina. A suo avviso, con opportune modifiche, poteva essere trasformata nel "re buono" e salvare così le capre del comitato e i cavoli dei
sammargheritesi. Nonostante grande titubanza e avute le rassicurazioni del caso circa il buon esito del maquillage si sottoscrisse il contratto.
Chiaramente un aneddoto raccontato però da una generazione all'altra. Quello certo è invece che vi era un altro motivo per posizionare lì una statua, oltre ai
desiderata dei Luxardo, ed era quello di impedire la costruzione di una caserma della guardia di finanza progettata proprio in quel luogo.
I sammargheritesi avevano per molti decenni desiderato nella loro città, senza ottenerla, una caserma dei Carabinieri per tutelare la loro sicurezza; della
Guardia di Finanza, sicuramente procuratrice di qualche grattacapo, avrebbero potuto sicuramente farne a meno!
Da ultimo un accenno alla Società di mutuo soccorso, rappresentata dal dott. Attilio Alberti, titolare in zona di una concessione demaniale per realizzare la
tintoria delle reti, che fu coinvolta nella questione con qualche ulteriore polemica
ma il discorso porterebbe lontano.
Bagni Porticciolo
Un panorama inusuale che ci fa vedere la facciata meno nota dell'Hotel Helios [al tempo
Elio] e dell'annesso stabilimento balneare, interamente
su palafitte. Si tratta probabilmente del secondo stabilimento balneare sorto a Santa Margherita, col nome di bagni Porticciolo, l'anno successivo all’inaugurazione
dei bagni Belle vue.
La zona ha interesse anche perché rappresentava il confine storico tra i comuni di Santa Margherita e Rapallo: confine modificato successivamente con legge del
1928, portandolo nella posizione attuale. Il tutto avvenne senza troppe polemiche anche perché all'epoca il regime non lo avrebbe consentito.
Conferenza italo-francese di febbraio 1951
Il 12, 13 e 14 febbraio 1951 a Santa Margherita si svolse la conferenza italo-francese alla quale parteciparono i Presidenti del Consiglio Pleven e De Gasperi
ed i Ministri degli esteri Schuman e Sforza, con lo scopo di stringere una stretta intesa tra le due nazioni per il raggiungimento di una pace giusta e duratura
dopo i disastri della seconda guerra mondiale.
I lavori si svolsero all'hotel Miramare e vi parteciparono oltre centocinquanta giornalisti per informare l'opinione pubblica mondiale.
La delegazione francese era ospitata al castello di Paraggi.
I lavori terminarono con l'auspicio di arrivare presto a costruire l'Europa unita, cominciando dall'incremento degli scambi commerciali attraverso l'unione
doganale.
A margine del convegno Alcide De Gasperi, nella sua qualità di Presidente della Democrazia Cristiana, si recò a visitare la sede della sezione locale dove
pronunciò un applauditissimo discorso:
«Voi mi avete detto che io sono sempre presente fra voi; ma io dico che, mentre lavoro, anche solo, sempre ho presenti accanto a me tutti quelli da cui
traggo il mio mandato; la vostra volontà sola mi dà la forza e l'autorità per continuare nell'immane battaglia. Vi ho visti in questi giorni. Si possono pagare gli
applausi, ma il lampo dell'occhio fa conoscere l'amicizia. Pleven mi ha chiesto: "Perché questa gente di S. Margherita ha lo sguardo così limpido?", ed ho risposto
così al suo interrogativo: "Perché ha fiducia in quelli che lavorano per la difesa della pace e per il raggiungimento di una migliore giustizia sociale". Io vi
ringrazio, amici di S. Margherita, e ripeto questo ringraziamento a tutta quanta la popolazione. Voi ci avete confortati nei nostri lavori con le bellezze naturali
di questo centro; ci avete confortati con lo sguardo sereno, sguardo che era il segno della vostra fiducia e della vostra speranza. L'attività politica deve essere
basata sul metodo democratico, imposto dalla legge esteriore, e sulla lealtà e fraternità, imposte dalla legge interiore.
Dobbiamo coltivare nel nostro spirito quel senso di responsabilità che si chiama democrazia. Il disegno di un "merletto" si vede alla fine; ma l'idea
fondamentale si deve vedere prima. Anche la politica estera, la politica europea, è un disegno che non ha nulla di arcano o di misterioso. Basta semplificare e
ridurre tutto a due idee fondamentali, che sono: il senso di fraternità ed il senso di giustizia
Fraternità e giustizia non solo verso i singoli, ma anche nei
rapporti fra i popoli. Base del nostro principio è l'amore, non l'odio. Vogliamo la pace; lavoriamo per la pace. La nostra fatica è tutta tesa ad evitare ogni
pericolo di guerra. Vogliamo l'Italia unita, e dall'Italia unita passare all'Europa unita. Parliamo in nome di una civiltà che ha il fermento del Cristianesimo.
Dobbiamo essere generosi: dobbiamo. avere lo sguardo fisso alle grandi cose; dobbiamo sentire il dovere di servire una grande causa. Non lasciamoci illudere da
quanto vi è di umano: siamo al servizio del popolo, siamo al servizio di Dio.»
Nella seconda foto De Gasperi all'interno della sezione DC di Santa Margherita: a destra il segretario locale avv. Pedrali. Sulla sinistra si intravede anche il
parroco don Lorenzo Solimano.
[approfondimenti:
Quando l'unione dell'Europa era una speranza
La settimana Incom]
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