Proponiamo un articolo pubblicato nell'agosto 2009 dal titolo "La stagione del PUC (Piano Urbanistico Comunale)" allo scopo di chiarire ulteriormente in che cosa
consiste e quanto è importante avere un Piano Urbanistico
Era il 13 dicembre 2007 quando la Commissione giudicatrice del Comune concludeva la valutazione dei professionisti candidati per la stesura del Piano Urbanistico
Comunale.
Nonostante le promesse di trasparenza da allora nessuno ha ritenuto opportuno informare la città dello stato del progetto, sebbene questo costituisca il tema
più importante ora e nei prossimi anni, in quanto deve "fissare gli obiettivi e le condizioni di sostenibilità degli interventi e delle trasformazioni ammissibili
del territorio comunale".
Eppure ci era stato detto dalla passata Amministrazione che sarebbero stati raccolti sin da subito i suggerimenti di associazioni, enti, gruppi politici e
singoli cittadini.
La realtà non è stata delle migliori fin dall'inizio: un ricorso al TAR ha portato al cambiamento del vincitore del concorso, oltre un anno.
La gestione commissariale ha costituito una battuta d'arresto, ma ora sembra proprio giunto il momento per procedere: ci aspettiamo che a settembre la neoeletta
classe politica riprenda in mano il bandolo della matassa.
Trasparenza delle procedure nei vari passaggi e coinvolgimento della popolazione nella elaborazione e discussione degli obiettivi sono il minimo che la cittadinanza
deve aspettarsi da un'Amministrazione che ha fatto della partecipazione il motivo cardine della sua campagna elettorale: aspettiamo perciò con fiducia di essere
coinvolti nella pianificazione di che cosa dovrà essere Santa nei prossimi 10 anni.
Nella nostra comunità, esaurito il boom turistico di metà '900 e in attesa di rivitalizzarlo, il reddito di molti deriva dalla ricchezza immobiliare: affitti e
ricavi derivanti da costruzione, ristrutturazione e vendita di unità abitative, box e posti macchina.
Il PUC toccherà da vicino tutte queste attività e gli interessi economici più forti non mancheranno di farsi sentire, magari solo per ritardare l'iter e
mantenere l'attuale Piano Regolatore contando su continue varianti.
Riuscirà la nuova Amministrazione a difendere il bene comune e a conciliare la conservazione (conservazione, non congelamento) del paesaggio con gli interessi
individuali (che senza il paesaggio non varrebbero più molto)?
La capacità del cemento di generare denaro a costi che non si vedono (ambientali, energetici, qualità della vita) rimane altissima, ed è troppo facile per
un'amministrazione colpita dalla riduzione delle risorse vendere la città per un piatto di lenticchie, consentire cioè di fare cose deprecabili per ottenere qualche
briciola.
Nessun altro settore come quello immobiliare presenta potenzialità di profitto così alte in seguito a una decisione politica: il ruolo dell'amministrazione
risulta decisivo nell'orientare enormi flussi di profitto.
E' facile, con artifici contabili, dilatare le possibilità edificatorie: ne è dimostrazione una previsione di abitanti irrealistica, oppure la riduzione del
lotto minimo per le zone agricole.
Al contrario, un buon progetto urbano deriva soprattutto da una chiara e precisa idea di governo delle trasformazioni della città e del suo sviluppo: la somma
degli interessi "ad personam" non fanno un buon piano, così come la somma degli interessi privati non fa l'interesse pubblico.
Con una carenza di territorio come la nostra, acuita dalla necessità di preservare l'integrità dell'ambiente, ogni acquisto di seconda casa priva un altro della
prima.
Occorre definire innanzitutto l'identità di Santa, i suoi valori patrimoniali e i beni comuni non negoziabili.
Occorre un'amministrazione capace di coinvolgere in modo consapevole, diretto e responsabile i cittadini, evitando l'ipocrisia di spacciare per partecipazione
la semplice comunicazione di decisioni già assunte.
Sappiano, i nostri amministratori, che non vale trincerarsi dietro decisioni governative, regionali o provinciali: il Consiglio di Stato (Sezione IV, sentenza
del 1 ottobre 2007, n.5058) ha ribadito l'autonomia degli enti locali e le sue competenze in materia urbanistica.
Il Comune non è un semplice attuatore di scelte regionali e può stabilire limiti più rigorosi di quelli degli enti sovraordinati.