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Riqualificazioni… dalle parole ai fatti: via Mortero

«… all'interno del fosso Mortero sono presenti materiali inerti di varia dimensione e consistenza, che in alcuni punti ostruiscono quasi completamente l'alveo, riducendone in maniera significativa la sezione; tali materiali risultano provenire dalla sponda destra del corso d'acqua, in parte a causa del cedimento dell'argine ed in parte a causa dello scivolamento all'interno del rio degli stessi materiali utilizzati per l'intervento di sistemazione e riprofilatura dell'area Mortero soprastante;
La fattispecie, che determina rischio, risulta imputabile:

  • all'inadeguata regimazione delle acque meteoriche nell'area oggetto dei lavori;
  • allo scivolamento della sponda destra del Fosso Mortero a causa di spinte provenienti dai terreni soprastanti a seguito degli interventi realizzati dai soggetti indirizzatari della presente;»

Lo dice l'"Ordinanza sindacale n.9 del 7/2/2023", che prosegue con «ritiene:

  • assolutamente urgente procedere all'asportazione dei materiali che occludono l'alveo e che ne compromettono la funzionalità, in quanto nel caso di forti precipitazioni può determinarsi rischio di occlusione della briglia del fosso con il conseguente allagamento dell'impianto sportivo e delle aree limitrofe;
  • assolutamente urgente di modificare la regimentazione delle acque superficiali nella parte dell'area oggetto dell'intervento che evidenzia l'esistenza del movimento franoso in modo da evitare la saturazione idraulica del versante senza inficiare o incrementare la suscettività al dissesto del pendio oggetto di processo deformativo;
  • dare inizio alla sistemazione del terreno come previsto nella documentazione progettuale presentata per l'ottenimento dell'autorizzazione paesaggistica n. 3135 rilasciata in data 7 dicembre 2017 rispettando le prescrizioni in essa contenute;
  • a seguito della sistemazione del terreno di cui sopra che un tecnico abilitato asseveri le condizioni di sicurezza dell'area oggetto dell'intervento secondo le normative tecniche vigenti, qualora detta asseverazione non possa essere redatta a causa del mancato raggiungimento delle condizioni di sicurezza stabilite dalle sopra citate normative, dovranno essere realizzate le opere necessarie a tal fine a seguito dell'ottenimento delle autorizzazioni prescritte;
  • vengano inoltre installati, dispositivi di sondaggio inclinometrico e piezometrico dotati di idonea strumentazione di rilevazione dei dati.»

A sottolineare la gravità della situazione, la stessa Ordinanza «Dispone:

  • che per la tutela della pubblica incolumità venga interdetto l'accesso alla gradinata del campo da calcio a cinque del complesso sportivo Sen. E. Broccardi e all'area circostante in caso di allerta idro/geologica gialla e/o arancione e/o rossa emessa dall'Azienda Regionale per la Protezione dell'Ambiente Ligure e sino ad un periodo di 48 ore dal termine della stessa, dando mandato al Comando di Polizia Locale per l'emanazione degli appositi provvedimenti nonché dell'installazione di idonea segnaletica;
  • che dovrà essere data tempestiva comunicazione scritta da parte dei soggetti destinatari della presente dell'avvenuta esecuzione dei lavori prescritti nel presente atto.»

Un tono decisamente diverso da quello di quando il progetto fu annunciato come fiore all'occhiello dell'Amministrazione: nel TGSanta dell'11 novembre 2020 il sindaco disse «diventerà un luogo che dal verde selvaggio precedente sarà usufruibile come area parcheggio nella parte soprastante e come area giardino in quella sottostante, di cornice a un contesto sportivo, quello del campo da calcio, e in prossimità di una zona residenziale. E' bello pensare che lì la zona diventerà funzionale per le esigenze di residenti e ospiti, ma diventerà anche bella per le piantumazioni e per il verde che verrà ricreato.»
Concetto ribadito nel TGSanta del 14 giugno 2021: «Quello che prima era una rupe a dirupo adesso diventeranno delle fasce verdi alberate ed è cominciata la piantumazione degli alberi da frutta tipici del monte di Portofino… quindi è una scommessa per il futuro, è la volontà di recuperare la tradizione del nostro territorio, che questo posto parli della storia, degli alberi, delle siepi, del verde del monte di Portofino.»
Di fronte alle critiche della minoranza, nel Consiglio comunale del 27 novembre 2020 convocato per l'acquisto di alcuni appezzamenti di terreno a completamento dell'area, ancora il sindaco precisò: «Il nostro progetto dice "cemento zero e asfalto zero", è un intervento di ingegneria naturalistica, non una cementificazione… è un intervento realizzato con modalità ecosostenibile… Invitiamo i residenti della zona all'inaugurazione, a vedere con i loro occhi il risultato conseguito e ognuno potrà guardare e giudicare con i suoi occhi.»: come se fosse naturalistica la sostituzione del verde con «terre e rocce da scavo di provenienza esterna».

La Gazzetta aveva discusso il progetto nell'articolo "C'era una volta un bosco" nel dicembre 2020, anche perché si tratta di un'iniziativa assunta su sollecitazione di un privato, un'impresa edile interessata allo smaltimento di materiale, in assenza di qualsiasi pianificazione urbanistica da parte del Comune (PUC).

Forse il sindaco, oltre a emettere un'ordinanza che sembra ignorare la responsabilità di controllo da parte del Comune, dovrebbe spendere due parole per raccontare ai cittadini quanto è successo e dire come intende procedere.

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