Testata Gazzetta
    Attività del Comune

Balneari: un mestiere precario

Non sono sufficienti una Direttiva dell'Unione Europea di 17 anni fa1, una legge approvata durante il Governo Draghi2, due sentenze del Consiglio di Stato3: l'attrazione di alcuni partiti verso il mantenimento delle lobby vignetta è troppo forte.
Il cosiddetto decreto Milleproroghe 20234 sarà approvato entro il 27 febbraio dalla Camera dei Deputati e diventerà definitivamente Legge (era stato approvato dal Senato il 15 febbraio).
Tra le disposizioni contenute si trova la Proroga delle concessioni balneari, introdotta con tre emendamenti: un'ulteriore proroga di un anno delle attuali concessioni, quindi fino al 31 dicembre 2024, data che può slittare al 31 dicembre 2025 per i Comuni alle prese con un contenzioso in essere o con «difficoltà oggettive legate all'espletamento della procedura stessa».
Si stabilisce inoltre che, fino all'adozione del decreto legislativo che fisserà i principi delle nuove gare, i Comuni non potranno comunque procedere all'emanazione dei bandi di assegnazione.

Le forze di destra si sono sempre dichiarate contrarie alle gare delle concessioni balneari, promettendo ripetutamente agli attuali titolari che avrebbero garantito la continuità delle loro aziende: di proroga in proroga, sarebbe interessante sapere come intendono affrontare le prossime scadenze. Nel frattempo pagheremo tutti in moneta sonante perché andrà avanti la procedura di infrazione avviata dall'esecutivo europeo nei confronti dell'Italia nel 2020 e ribadita nel novembre 2021.
Scrive Il Sole 24 Ore del 10 febbraio «L'Antitrust e la Corte dei conti conoscono benissimo le concessioni e ogni anno le riportano nelle relazioni annuali: l'ultimo dato è che per 12.166 concessioni (trentennali) lo Stato ha incassato 92 milioni. La media è stata per molto tempo 2.500 euro annui di canone. Ora c'è una legge che lo ha aggiornato a 3.377 euro - sempre annui - dal primo gennaio. Il giro d'affari delle spiagge è stimato in oltre 2 miliardi, ma secondo altre evidenze è di almeno 5 volte tanto. Riassumendo: meno di cento milioni di costo, due miliardi di incassi. Non c'è nessun settore che abbia una marginalità così ampia, anche al netto dei costi di gestione. E' per questo che è così alta anche l'attenzione della politica.»
In un articolo di la Repubblica del 6 febbraio a firma Aldo Fontanarosa si tracciano le origini della vicenda concessioni: «Le concessioni sono regolate dal Regio Decreto 327, la cui prima versione risale al 1942, con Mussolini ancora al potere. Qui, in era repubblicana, compare "il diritto di insistenza". A introdurlo è il Parlamento, nel 1993. Prevede che il titolare di una concessione alla scadenza del permesso di usare il bene pubblico – goda di prelazione. Può restare dove è – ad esempio su una spiaggia, con il suo lido – anche se un'altra persona o impresa vorrebbe subentrare. Quindici anni dopo, 2008, la Commissione Ue alza il primo cartellino giallo sotto il naso dell''talia. Il "diritto di insistenza" – avverte – imbriglia la concorrenza ed è illegittimo. Parte così una procedura d'infrazione contro il nostro Paese, che si dà una mossa.»

Nel complesso, dunque, assistiamo a un rinvio che non si sa dove potrà portare: di certo c'è solo un contrasto tra il Consiglio di Stato e il Governo, sul quale probabilmente dovrà dire qualcosa il Presidente della Repubblica.


1 la cosiddetta Bolkestein, 2006/123/CE del 28 dicembre 2006
2 Legge n.118 del 5 agosto 2022 "Legge annuale per il mercato e la concorrenza 2021" – G.U. n.188 del 12/8/22
3 la 17/2021 e la 18/2021, pubblicate il 9 novembre 2021 e relative a ricorsi contro e sentenze del TAR per la Sicilia e del TAR per la Puglia
4 Decreto legge n. 198 del 29 dicembre 2022 "Disposizioni urgenti in materia di termini legislativi" (G.U. n.303 del 29/12/22) con le modifiche apportate dalle Commissioni riunite il 9 febbraio 2023

© La Gazzetta di Santa