Era il 14 novembre 1909 quando a Santa Margherita ebbe luogo l'inaugurazione dell'hotel Eden Guglielmina: un avvenimento per il quale i proprietari, i fratelli
Adolfo e Albino Guglielmina, non badarono a spese.
La Gazzetta ha riportato in un articolo del 2017 i numerosi resoconti della stampa dell'epoca: vogliamo ora approfondire alcune vicende di una famiglia
fortemente impegnata nell'"industria dell'albergatore", la famiglia Guglielmina.
L'attività inizia con Giuseppe (1821-1906), ciabattino nato a Mollia (VC) il 3 gennaio 1821, che si trasferisce ad Alagna dove il 2 maggio 1842 sposa Anna Maria
de Paulis, proprietaria di una piccola osteria.
Tra i numerosi figli un suo omonimo, Giuseppe detto Juppi, famosa guida alpina che il 17 agosto 1876 salvò il deputato Costantino Perazzi, scivolato durante
una discesa dal Monte Rosa: per questo fu premiato con una "Medaglia al Valor Civile", un "Attestato di Benemerenza" e una medaglia d'oro della Sezione Alpina
Valsesiana .
Erano anni in cui stava fiorendo il turismo alpino in Valsesia: dai primi decenni dell'800 gli alberghi sostituivano le vecchie locande in legno e la famiglia
Guglielmina fu tra i pionieri . Costruirono e/o gestirono il Monte Rosa ad Alagna (1850), il Delle Alpi a Riva Valdobbia (1871), il Col d'Olen
(1878), l'Italia a Varallo (1879), il Guglielmina sul Mottarone (1884), il Belle-Vue a Gignese (1900) .
L'attività alberghiera si estese anche alla Liguria, con il Royal (1901) di Ospedaletti (IM) e l'Eden a Santa Margherita (1909).
Sbarcarono anche a Palermo in occasione dell'Esposizione Universale del 1891 , e lì gestirono il ristorante Café Chantant.
In occasione dell'apertura dell'albergo margheritese il mensile "Rivista Valsesiana" scrive:
«Come la riviera di ponente ha sedotto ad Ospedaletti un altro Guglielmina, così i due fratelli si son lasciati ammagliare dalla riviera di levante, e la
splendida baia di Santa Margherita ha conquiso il loro desiderio.
Poteva parere un'audacia pericolosa fondare un albergo ove sono numerosi e sontuosi gli hôtels; ma questi sono tutti alla marina a pochi metri sul
mare: lassù in alto, nel dolce declivio della collina, fra gli oliveti e gli agrumeti, alberghi non ce n'erano, né si pensava a farne; ed era peccato, perché una
nuova strada, comoda e destinata ad un sicuro avvenire per la bellezza del paesaggio attraversato e per il raccordo diretto tra Santa Margherita e la provinciale
Recco-Rapallo, stava allora costruendosi. Ove si svolge uno slanciato tourniquet, a circa settanta metri sul mare, la località impareggiabile pareva scelta
apposta per edificarvi un albergo. L'Adolfo ne intuisce l'opportunità, e, conoscitore per pratica, della verità del motto inglese "il tempo è moneta" interroga,
sente, parla, convince e, d'accordo col fratello Albino, pattuisce e compera (aprile 1907).
Un architetto ad hoc, incaricato di studiare i piani e di disegnare un albergo moderno, grandioso, munito di ogni comfort, si mette a lavorare;
non appena i disegni sono pronti si iniziano i lavori, ardui e dispendiosi (marzo 1908), e, prima che un solo anno sia trascorso, l'albergo, ultimato, si inaugura
(marzo 1909).
Ecco come i fratelli Guglielmina intendono il surricordato motto inglese.
Architetto di questo modernissimo albergo fu l'ing. cav. Giuseppe Pagani, specialista in tali costruzioni: lo stesso che ideò e disegnò i piani del grandioso
Regina Grand Hotel a Stresa (Lago Maggiore).
Sia che in un angolo del luminoso atrio attendiate l'ora del pranzo, sia che vi sediate a tavola, sia che la camera vi riceva pel riposo, sentite sempre in voi
un senso di assoluta tranquillità per quanto con la polizia e l'igiene possa avere attinenza. Corridoi, scale, sale, camere da letto, tutto è così pulito, così
ordinato, così comodo, che proprio non avvertiamo di essere fuori di casa nostra. Se a queste doti importantissime aggiungete, come sopra ho detto, la affabilità
dei proprietari e la loro onestà, allora vi viene proprio voglia di ripetere quanto scrisse quella signora tedesca di cui diremo in seguito: "evviva l'albergo
Guglielmina, che bene possiamo altamente e con piacere lodare, perché in esso noi ci sentiamo bene come in casa nostra!"
Ricordo ancora il sincero compiacimento di una giovane signora in piena luna di miele: seduta dinanzi ad un finestrone dell'hall, mentre estatica si
godeva la giocondità del cielo ligure e la varietà del paesaggio, ebbe a dire al marito: "caro, come sarebbe bello il vivere sempre in questo incantevole
luogo!"»
L'articolo svela anche un'intelligente iniziativa di marketing: mentre dalla hall gli ospiti ammirano le bellezze di Santa Margherita «Intanto
tutta questa colonia di villeggianti ammira i più tipici paesaggi e gli svariati costumi delle nostre valli valsesiane, perché i proprietari con sapiente e
indovinata idea, hanno disseminato qua e là, sotto il cristallo dei tavolini, ed in albums, ed in appositi quadri, delle ricche cromie riproducenti le maggiori
bellezze Valsesiane; così a Santa Margherita si aumenta la falange degli amici e degli ammiratori della nostra cara Valsesia».
Numerose sono le particolarità e attenzioni dei «due giovani ed attivi» Guglielmina: ad esempio il Tigullio del 4 aprile 1909 scrive che
«ad ogni apertura esterna, sia essa finestra, balcone, bowindow, porta, ecc. è stata collocata una lampadina elettrica con riflettore il cui insieme, di notte
sullo sfondo cupo della collina, getta una nota simpaticamente gaia».
Il progetto dell'albergo era stato affidato all'architetto ticinese Giuseppe Pagani (1861-1940), molto attivo nella realizzazione di strutture alberghiere soprattutto nella regione dei laghi.