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1945: Comitato di epurazione a Santa Margherita

Scopriamo da una corrispondenza di fine giugno 1945 una vicenda legata ai nervi ancora scoperti dopo il ventennio fascista.
Le notizie partono dal "Memoriale per il Governatore Militare Alleato in Rapallo e per il Procuratore del Re in Chiavari" datato 27 giugno 1945. In esso si vignetta legge:
«Io sottoscritta, Alessandra Besozzi di Carlo, di anni 19, residente in S. Margherita, mi trovo detenuta nelle carceri mandamentali di Rapallo con probabile traduzione a quelle di Chiavari dal giorno 25 giugno 1945.
Ciò in seguito ad ordine del Comitato di epurazione di S. Margherita e per un incidente personale intervenuto tra la sottoscritta ed il Tenente partigiano Aldo De Ferrari, Presidente del Comitato stesso.
Il fatto avvenne il 24/6/1945. I rapporti tra la scrivente ed il De Ferrari, giovane di anni 22, erano discretamente amichevoli ed autorizzarono costui ad avvicinarsi alla sottoscritta, che trovavasi al caffè in compagnia del dott. Sandro Testino di Rapallo, per salutarla dopo molti mesi di assenza della sottoscritta da S. Margherita (era sfollata a Besozzo, Varese).
Il De Ferrari la informò che era stato al funerale di certo Cavanna1, che io conoscevo. Risposi che mi era antipatico e pertanto non me ne importava niente. Lo avevo infatti dovuto per il passato mettere a posto perché mi molestava per istrada. Il De Ferrari soggiunse "che però era morto da partigiano" ed il discorso finì con una frase del De Ferrari "ciao, mi fai schifo" e se ne andò.

Si capisce che a Santa Margherita era presente un Comitato di epurazione, che non dovrebbe essere confuso con le Commissioni di epurazione: queste ultime erano costituite presso ogni Ministero o Amministrazione pubblica e per le Province erano nominate dal Prefetto, composte di un magistrato in servizio o a riposo, di un funzionario di Prefettura e di un membro designato dall'Alto Commissario.
Dopo la liberazione di Roma (4 giugno 1944) viene emanato il Decreto legislativo luogotenenziale n.159 del 27 luglio 1944 "Sanzioni contro il fascismo" (GU n.41 del 29/7/44) che sanziona chi abbia compiuto fatti di particolare gravità contrari a norme di rettitudine o di probità politica.
L'epurazione si concluderà con il d.lgs. n.48 del 7 febbraio 1948 "Norme per la estinzione dei giudizi di epurazione e per la revisione dei provvedimenti già adottati" (GU n.43 del 20/2/48) e con la legge n.326 del 14 maggio 1949 "Norme integrative del decreto legislativo 7 febbraio 1948, n.48, sulla revoca dei provvedimenti di epurazione" (GU n.145 del 27/6/49).

Io assente per tanti mesi avevo perduto contatto con gli avvenimenti di S. Margherita, altrimenti non avrei nemmeno detto la frase incriminata, che non mi parve allora irriverente.
Pare che il discorso stesso sia stato riferito ad arte alla madre del defunto Cavanna ed in modo tale che ne derivò l'immediata convocazione per il giorno seguente della sottoscritta davanti al locale Comitato per l'epurazione. Le si mossero contestazioni grossolane e volgari da parte di alcuni del Comitato e fu usato un frasario osceno (bagascia, dove vai a fare le marchette) che culminò nel tentativo violento della tosatura dei capelli a zero. La sottoscritta, umiliata, impaurita e sgomenta, reagì con parole aspre e si difese colle unghie contro tale tentativo di violenza personale posto in atto da due energumeni che l'avevano afferrata, ma trovò nei Reali Carabinieri di S. Margherita presenti all'interrogatorio i più leali e dignitosi difensori: essi la sottrassero al tentativo e la presero in consegna. Devo significare che in sede di tale interrogatorio la "tosatura" era stata proposta come unica sanzione per chiudere la puntigliosa partita.
Visto l'atteggiamento deciso mio il Comitato mutò tattica e mi sottopose per la firma un affrettato e laconico verbale, che nella asprezza dello stato d'animo in cui ero non ricordo che sommariamente e nel quale riconoscevo di avere offeso la memoria di un partigiano caduto per la liberazione e offeso altresì il Comitato. Siccome ciò non era esatto o almeno non era nelle mie intenzioni se non come giusta ritorsione, mi rifiutai dapprima di firmare, poi dallo stesso Presidente De Ferrari fui sollecitata a farlo per evitare peggiori guai. Firmai per tale consiglio e per sottrarmi a quell'ambiente ostile e violento, presa da paura e da sdegno. Ne derivò la mia immediata carcerazione ed il deferimento alla Corte di Assise per l'epurazione costituenda in Chiavari. La scrivente espone i fatti con tutta obiettività e sicura com'è della propria innocenza supplica l'immediato intervento delle Autorità cui dirige la presente perché sentiti i testimoni, ove occorra, la rimettano in libertà non avendo commesso nessun reato politico né d'altro genere. Indica come testi: 1) dott. Testino Sandro, Rapallo; 2) Tzinger Pitty, S. Margherita via Favale; 3) prof. Don Agostino Queirolo S. Margherita; 4) il Brigadiere dei RR.CC. di S. Margherita.
In tutta fiducia mi sottoscrivo
Alessandra Besozzi»

Il giorno seguente, 28 giugno, l'"Allied Military Government" di Rapallo riceve al riguardo un messaggio dal "Military Governor" di Milano C.J. Madden:
«L'anziano Avvocato Carlo Besozzi di questa città mi ha chiamato questa mattina e mi ha detto che sua figlia, la Signorina Sandra Besozzi, mentre era in visita a Rapallo, in Italia, è stata avvicinata, arrestata illegalmente e imprigionata senza provocazione da parte di personale non autorizzato. Questo potrebbe non essere vero, ma sono sicuro che se questo è il caso, vorrai esserne a conoscenza e intraprendere le azioni necessarie. Se questo ufficio può essere di aiuto nella situazione, non esitate a chiamarci.»

L'ultimo documento disponibile è datato 9 luglio, quando il "Civil Affairs Officer" di Rapallo risponde a C.J. Madden:
«1) In risposta alla sua lettera del 28 giugno ho fatto un'inchiesta sulla vicenda dell'arresto di Sandra Besozzi e allego l'originale della relazione da me richiesta.
2) L'autore della relazione è l'Avv. Maggio, Sindaco di Rapallo e uomo rispettato da tutti in questa zona. Ha fatto questa inchiesta per me a titolo privato poiché desideravo conoscere i fatti veri.
3) Sono certo che l'Avv. Besozzi di Milano conosca Maggio e, spero, sarà soddisfatto del suo parere.
4) Dalla lettura dei fatti sembrerebbe che la signora in questione sia stata estremamente indiscreta nelle sue affermazioni ed ora soffra del normale iter giudiziario nei suoi confronti che, come saprete, consente a una persona di essere trattenuta in carcere in attesa di processo sulla denuncia di un'altra persona.
5) Poiché la questione sembra rientrare interamente nella legge italiana, propongo di non intraprendere alcuna azione in merito, ma se posso essere di ulteriore aiuto non esitate a farmelo sapere.»
Segue una relazione su carta non intestata:
«Come da suo desiderio ho esaminata la pratica della signorina Besozzi recandomi a S. Margherita onde interrogare quella commissione di epurazione.
Le posso perciò riferire che l'arresto è regolare in quanto la Signorina avrebbe offeso la memoria di un Partigiano morto dicendo al suo indirizzo frasi irriverenti.
La madre del caduto venutane a conoscenza ha denunciato il fatto.
Chiamata la Signora Besozzi davanti alla commissione, la Signorina stessa diede in escandescenze minacciando quelli della Commissione e facendo anche resistenza con la forza.
Arrestata venne inviata prima alle Carceri di Rapallo e poi a quelle di Chiavari con regolare denuncia a disposizione del Tribunale.
Perciò l'arresto deve ritenersi legale e regolare.»

Qualcuno sa com'è finita la faccenda?
L'8 luglio 2012 le cronache si occuparono di una tragedia avvenuta in Ghiaia: una signora 87enne, abituale frequentatrice di Santa Margherita, morì per un malore mentre faceva il bagno. Si chiamava Alessandra Besozzi.


1 Alessandro Cavanna, nato il 24/2/1922 ad Alessandria, esponente del CLN, è tra i "Martiri del Turchino", fucilati per rappresaglia il 19 maggio 1944.

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