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    Pezzi di storia

Dalla trireme alla dreadnought

La scienza per tutti – 15 dicembre 1921

Lo sviluppo della nave da guerra dai tempi antichi fino ad oggi

greca Nave da guerra greca
al tempo della battaglia di Salamina

Non è possibile stabilire la data o il periodo preciso nel quale si cominciarono ad usare le navi da guerra, sia pure nella loro forma più rudimentale. E' probabile che, fin dai tempi più antichi, i navigatori avessero la precauzione di portare con loro delle armi da difendersi, poiché sappiamo che vari secoli a. C. i Fenici, questi meravigliosi marinai, erano armati abbastanza da proteggersi contro i pirati che infestavano i mari più frequentati di quei tempi.
Lo sviluppo della nave da guerra è in stretta relazione, necessariamente, con lo sviluppo della nave da traffico, giacché l'una deriva dall'altra. La differenza tra le due era questa: che mentre il pregio della nave da traffico si basava tutto sulla forza delle vele, quella da guerra esigeva specialmente abilità e prestezza da parte dei rematori.
I più antichi modelli di navi a vela, li abbiamo trovati in quelle meravigliose sculture storiche, incise e dipinte di cui abbondano le rovine dell'antico Egitto.
I marinai egiziani si limitavano quasi esclusivamente alla navigazione nel Nilo, e ben di rado i loro vascelli salparono il delta del gran fiume per avventurarsi nelle acque del Mediterraneo, eppure è da loro che deriva la forma più comune della nave antica con la sua prora e con la poppa elevata.

trireme La trireme Romana tipica delle guerre puniche

Questa forma durò circa tremila o quattromila anni e la si ritrova ancora (certamente con molte modificazioni) nelle navi dei Greci, dei Romani e dei Veneziani.
Ma indubbiamente la prima grande razza di navigatori fu quella dei Fenici, ché 700 anni a. C. avevano già costruito delle biremi, con due tronchi per i rematori. Che i loro vascelli fossero fortissimi e che essi stessi fossero dei grandi navigatori, per quei tempi, è dimostrato da Erodoto il quale ci racconta che Neco, re di Egitto, non riuscendo a costruire un canale che mettesse in comunicazione il Mediterraneo col Mar Rosso mandò un equipaggio di Fenici a compiere un viaggio attraverso all'Africa e, meraviglioso a dirsi! essi lo compirono con pieno successo partendo dal Mar Rosso e tornando pel Mediterraneo.
E' probabile che i Greci, per costruire le loro navi, abbiano preso per modello quelle dei Fenici; e la nostra illustrazione rappresenta il tipo delle navi greche che presero parte alla battaglia di Salamina. La storia non ci dice quando fu che la nave cominciò a imitare nella sua struttura quella dello scheletro dei pesci, con la sua spina dorsale e le sue costole, mai noi sappiamo che la nave greca era provvista di una chiglia, e di fianchi a cui erano attaccati i pennoni della nave per mezzo di cavicchi di legno e di ramponi. E facevano anche uso di chiodi in bronzo.

galea Galea Veneziana del medio evo
scandinavo Uno dei formidabili vascelli Scandinavi

C'era un solo albero maestro che portava una gran vela quadrata e questa fu per molti secoli la caratteristica delle navi da guerra. Omero ci racconta che le navi da guerra greche erano messe in moto da rematori seduti in appositi scanni, trasversali e il cui numero poteva oscillare da venti a cinquanta. In una cabina collocata sul ponte, alla prua, stava una sentinella, e alla poppa in un'altra cabina stava il timoniere; le navi greche avevano due timoni di governo nei due posti della cabina di prua ed essi erano uniti da una trave a cui era attaccata la barra. La poppa della nave si elevava con una enorme curva, una specie di coda che serviva anche ad abbellirla. Verso l'anno 700 a. C. una nave di grandezza massima conteneva cinquanta rematori, collocati in un solo banco, ma più tardi fu aggiunto ancora un altro banco sopra il ponte e si ebbero così le navi dette biremi, e a queste successero le navi con tre banchi, dette triremi; e non meno di un centinaio di queste ultime parteciparono alla battaglia di Salamina. In tutte quelle navi da guerra troviamo una costruzione invariabile: l'ariete, che consisteva in una specie di sperone massiccio sporgente sotto il livello dell'acqua. E c'era anche un'altra specie di sperone simile all'ariete per tagliar l'acqua e il vento. La tattica delle battaglie navali era quella di speronare con l'ariete e così avveniva spesso che la nave attaccante soffriva poco meno della nave attaccata.

francese Nave da guerra francese,
sulla metà del XIV secolo
spagnolo Vascello con due ponti
dell'Armata spagnuola (1588)

Come i Greci imitarono i Fenici, così i Romani imitarono i Greci: e ognuno, si intende, allargò e sviluppò l'opera dei propri predecessori. I Romani debbono esser ricordati soprattutto per lo sviluppo della loro marina mercantile, con le famose navi frumentarie, che portavano a Roma il prodotto delle rive più lontane del Mediterraneo. Per Roma, come per l'impero Britannico, il traffico mercantile era il legame principale che univa la sede del potere centrale con le province più lontane. Luciano ci ha lasciato una descrizione magnifica di una sua visita ad una di queste navi, ed egli ci parla delle cabine, dei marinai che si arrampicavano sugli alberi più alti per mezzo di corde e correvano lungo i pennoni. Nota anche che la prua recava il nome della nave e che di dietro il vascello si alzava prendendo la forma di un becco d'anitra ed era tutto indorato. Parla di varie specie di argano e finalmente descrive il capitano «buon compagnone, con la testa tutta pelata ornata solamente da una frangia di capelli riccioluti».

Victory La «Victory» di Nelson, con due ponti

Deve interessare molto agli Americani, sapere che gli antichi Romani improvvisarono la loro flotta di navi da guerra, e l'approntarono solo nell'imminenza della guerra. Certamente ì Romani, anche in tempi anteriori, possedevano delle navi, ma fino alle guerre Puniche non avevano pensato di poterne aver bisogno per combattere. Noi sappiamo che così sconfissero i Cartaginesi con una flotta di cento navi con cinque file di remi ognuna più una ventina di triremi.
Le prime navi da guerra di tutte le antiche nazioni erano sprovviste di ponte: dei battelli aperti. Poi cominciarono ad elevare alla poppa e alla prua delle costruzioni chiuse, che si potrebbero paragonare al castello di prua e al cassero, dopo di che (o forse nello stesso tempo) riunirono queste due costruzioni con una galleria centrale, o una piattaforma, riservata al capitano e agli altri ufficiali. Allora, giacché le navi si erano già allargate di molto, le coprirono completamente con un ponte, e le truppe erano disposte sul ponte mentre sottocoperta stavano i rematori. Le galee Romane raggiunsero delle proporzioni enormi. Fu conservato solo l'albero davanti e i banchi dei rematori crebbero fino a cinque.
Qui è nata una violenta discussione fra gli studiosi della materia, sul modo in cui erano disposti i rematori: se erano collocati in file successive, una sull'altra, o se viceversa erano collocati insieme, su uno stesso banco, a due a due, oppure a tre a tre, tuffando i remi nell'acqua traverso uno stesso foro, avendo, il manico dei remi stessi una diversa lunghezza l'uno dall'altro.

monitore Il monitore di Ericsson, che ha introdotto nell'uso
la torretta armata

Gli argomenti in favore della sovrapposizione dei banchi sono più convincenti e certamente questo modello si uniforma meglio agli esemplari pittorici che ce ne sono pervenuti dai tempi più antichi.
Dato il poco spazio che abbiamo a nostra disposizione dobbiamo solo fare un accenno fugace alle illustrazioni che ci mostrano un tipo di galea veneziana. I Veneziani ebbero una parte notevole nello sviluppo della nave sia da traffico che da guerra nel Mediterraneo, durante l'età più antica e nel medioevo. La famosa vela latina che è ancora il tipo preferito nelle acque mediterranee, era assai grande sulle galee veneziane. Il vascello che si vede nell'illustrazione è un tre alberi e segna un gran passo innanzi, quanto alla forza delle vele sugli altri tipi che abbiamo ricordati più sopra. Il vantaggio che dava l'usare remi più lunghi vi fece introdurre una speciale costruzione sporgente sul fianco e per tutta la lunghezza della nave, costruzione destinata ai rematori. Furono poi costruiti per difendere i combattenti e i rematori degli appositi baluardi.

Oregon Nave da battaglia «Oregon»

La galea ha sempre avuto un posto importante negli annali della guerra di mare, e specialmente nello sviluppo della nave, e ai loro tempi le galee veneziane erano giustamente famose. Anche nei tempi moderni il genio degli italiani nella costruzione navale ha avuto molta influenza nella costruzione delle navi da guerra e del loro materiale di combattimento.
Abbiamo parlato di Fenici come di un popolo che tiene un posto assai elevato in entrambe le navigazioni nell'antichità, come un popolo di navigatori meravigliosi, ma noi pensiamo che il primo posto spetterebbe agli Scandinavi ché non ci fu mai una razza di navigatori più audace, più robusta e più intelligente di loro. A differenza delle navi pesanti dei loro contemporanei, i vascelli di questo popolo erano costruiti con linee svelte ed agili, con una splendida curva, da poppa a prua, che permetteva di tagliare le onde del mare con grande velocità. Non solo essi navigarono lungo le proprie coste, ma non si peritarono ad avventurarsi nell'oceano inesplorato dell'ovest, ed è ormai accertato e riconosciuto da tutti che essi furono in America molte centinaia di anni prima di Colombo stesso. Come essi compirono questa navigazione non si può dire. Il sole durante il giorno, la stella polare durante la notte e un certo istinto acutissimo per il mare dovettero guidarli. Che il modello delle loro navi sia migliore che non quello delle galee fu provato al tempo della esposizione di Chicago: un battello, modellato sui resti di un'antica nave scandinava ritrovati in Norvegia, attraversò l'Atlantico e giunse a Chicago appunto per la fiera.
Partendo da Bergen al primo di maggio essa raggiunse Newport, al 13 giugno. Il capitano dichiarò che la nave aveva fatto ottima prova, e che essa, se vi si fosse aggiunta un'altra vela, poteva ottenere una velocità da star a fronte ai vascelli moderni. Gli Scandinavi erano una razza robusta e non appare che abbiano fatto mai nessuno sforzo ad abitare nelle loro navi che erano sempre lunghe, strette e scoperte e probabilmente velocissime. I rematori stavano in un banco apposito e probabilmente la nave era per molti aspetti simile alle lance di salvataggio dei tempi moderni. Per coprirsi usavano un paio di antenne le cui estremità superiori erano congiunte da una lunga pertica e su questa era stesa una tela, e la direzione al vascello era impressa da un timone collocato a tribordo.

Pennsylvania La dreadnought «Pennsylvania»: 32000 tonnellate; velocità 21 nodi; corazza 325-450 mm;
dodici cannoni da 350 millimetri

La nostra illustrazione in cui si vede una nave francese del 1352 segna la fine di quel periodo in cui le navi erano mosse da una combinazione di vele e di remi, quando il combattimento era sostenuto da arcieri e da balestrieri disposti in ranghi ben serrati, o per mezzo di pietre e di pesi lanciati da catapulte, da balestre e da coffe speciali. Questo curioso vascello mostra un albero di prua che salta fuori da una piattaforma posta lì sul davanti e, nella parte posteriore, si nota la genesi di quella poppa rialzata destinata ad essere una caratteristica delle navi spagnuole armate di artiglieria: quell'artiglieria che doveva essere inventata poco dopo.
L'illustrazione seguente mostra una nave della grande Armata Spagnuola sulla fine del sesto secolo.
Facciamo notare qui come, paragonato col vascello francese del 1350, è stato aggiunto a questo un terzo albero e che l'albero di trinchetto e quello maestro sono cresciuti d'altezza, si sono accresciuti di gabbie e dì belle vele.
I cannoni primitivi di quei tempi, di scarso potere e dì tiro assai corto, sono collocati su due ponti e si noterà che la prua delle navi più antiche, soprastante al livello delle acque, perdura in quell'enorme sperone su cui è collocato un dragone.
Dopo che il remo ha ceduto il luogo alla vela, e la catapulta e la freccia al cannone, la linea di sviluppo era facile da prevedere, e le navi del settimo e dell'ottavo secolo crescono continuamente di dimensione e aumentano il potere delle vele finché si arriva ai tre ponti del periodo di Nelson.
Le navi più vaste di questo modello portavano, come massimo da 120 a 130 cannoni.
Una delle nostre illustrazioni ci mostra la nave ammiraglia di Nelson nella battaglia di Trafalgar, come doveva apparire quando navigava, a vele spiegate.
Le navi in legno e a vela continuano ad essere in uso fino alla seconda metà del secolo decimonono. Il primo cambiamento radicale cominciò con l'introduzione del vapore come ausiliario delle vele, e la fregata a vapore di cui l'Artford (americano) è un esempio cospicuo, tenne il primo posto come un tipo formidabile di nave da guerra per molti anni di seguito e figurò largamente nelle operazioni navali della Guerra Civile, nell'America stessa.
Degna della più grande ammirazione è l'introduzione fatta da Ericson del monitore, un vascello di acciaio con un parapetto di un piede o due, niente sul ponte se non una sola torretta armata con due cannoni pesanti. Pochi anni prima che apparisse il monitore la Francia aveva corazzate in ferro le proprie fregate; ed è questo insieme con lo sviluppo dei congegni di marina e dei cannoni, che ha portato alle moderne navi di battaglia, delle quali un esempio notevole è dato dall'Oregon (americano). In questa nave abbiamo il modello della nave pesante: armatura di corazze da 18 pollici, torrette anch'esse corazzate e cannoni interamente mascherati. Il parapetto ha l'altezza di 13 piedi. E' stato costruito nel 1895.

Hood L'incrociatore di battaglia «Hood»: 42000 tonnellate; velocità 32 nodi; corazza 300-375 mm;
otto cannoni da 375 millimetri

L'ultimo stadio nello sviluppo della nave da guerra è stato raggiunto con l'introduzione, da parte degli Inglesi, della dreadnought in cui la batteria mista di 12, di 8, di 6 pollici fu abbandonata per adottare il solo calibro di 12, più alcuni pochi cannoni piccoli contro le torpediniere. La dreadnought era una nave che stazzava circa 17.500 tonnellate; con una velocità di 21 nodi all'ora, 11 pollici di armatura e 10 cannoni da 12 pollici. Da allora tutto lo sviluppo è stato fatto in queste direzioni: crescere il calibro dei cannoni, rafforzare l'armatura, accrescere la forza delle macchine e provvedere di un compartimento di celle lungo i fianchi come protezione contro i sottomarini. Ha 12 cannoni di 14 pollici riparati dietro armature di 18 pollici, ed è protetto sulla linea dell'acqua da corazze di 13 pollici e mezzo. Ha una velocità di 21 nodi.
Un nuovo tipo è stato sviluppato dagli Inglesi durante la guerra che può anche non durare, questo è l'Aood, un vascello di 860 piedi di lunghezza, 42.000 tonnellate di stazzamento e provvista di 8 cannoni da 15 pollici, la nave essendo protetta da un'armatura di 12 pollici. Ciò che è più notevole in questo tipo di nave è la forza dei suoi cannoni pesanti, la protezione delle sue armature e il fatto che la sua grandezza è congiunta ad una velocità di 32 nodi.

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