"The Levantine Riviera" di W.T. Beeby e Eustace Reynolds-Ball, 1908
Il Capitolo I "La nuova Riviera" è comparso sulla Gazzetta del 4 marzo 2020.
Di seguito la traduzione libera del Capitolo V
Capitolo V
Portofino, Santa Margherita e Rapallo
Ci stiamo ora avvicinando al clou di questa bellissima costa. Il paesaggio è ricco di fascino, anche se forse meno limpido e romantico di quello della famosa
Costa Azzurra. Le colline sono più ricche di vegetazione e di colore, ma mancano del sorprendente contrasto del paesaggio alpino e subtropicale e del pittoresco
profilo della ripida parete montuosa che chiude l'entroterra di Nizza e Montecarlo, e contribuisce a rendere quel tratto della famosa Strada di Cornice, la strada
più bella d'Europa.
Il rigoglio della vegetazione colpisce il turista meno attento. In particolare la campagna intorno a Rapallo è una serie di giardini, frutteti, uliveti e
castagneti, mentre alcune aloe appuntite e palme piumate danno un tocco tropicale alla vista.
Ma per apprezzare il paesaggio è necessario rinunciare alla ferrovia e andare in auto, cavalcare o camminare. Tra gli innumerevoli tunnel si possono avere solo
brevi scorci del bellissimo paesaggio. Ce ne sono una cinquantina tra Genova e la Spezia: tra Sestri Levante e quel porto non è esagerato dire che il treno è più
spesso in galleria che fuori.
Fuori da una galleria uno sguardo rapido attraverso un dirupo costeggiato da uliveti con in fondo un pittoresco villaggio antico, un'altra galleria, poi una
visione cinematografica del mare sottostante, scintillante alla luce del sole: un urlo della locomotiva e un altro tuffo nell'oscurità. Questa in breve è la sintesi
del viaggio in ferrovia lungo questa costa: nelle stazioni i passeggeri vedranno infatti la locomotiva all'ingresso di un tunnel con l'ultimo vagone appena fuori
dal precedente.
"Si ha l'impressione generale di ripide colline interrotte da gole o ruscelli di montagna, promontori scoscesi e calette riparate, villaggi a volte arroccati su un
picco lontano, stagliati nettamente contro il cielo azzurro o nascosti in un dirupo, individuato solo da un campanile: torri in rovina montano la guardia su alcuni
precipizi; poi una lingua di prati o pendii ricoperti di ulivi fittamente coperti di mirto, corbezzolo, tamerici e macchia di pino."
A diciotto miglia da Genova si trova il piccolo Golfo del Tigullio o Golfo di Rapallo. Esposto a sud, è delimitato a ovest dal promontorio di Portofino ed è
protetto dai venti freddi da un suggestivo contorno di monti e piccole cime montuose. La bellezza del paesaggio circostante ha giustamente indotto Augustus
Hare1 a parlarne come di uno dei luoghi più incantevoli di entrambe le riviere. All'estremo ovest di questa baia si trova il porto in
miniatura di Portofino.
Quando Hare scriveva le sue Rivieras [1896] la straordinaria bellezza della penisola di Portofino era poco conosciuta, tanto che pochi viaggiatori
erano a conoscenza anche dell'esistenza di una piccola penisola sulla costa della Riviera di Levante che visitatori competenti giudicarono il luogo più pittoresco
in circa duecento miglia di costa.
Questa penisola offre, in breve, una sintesi dei paesaggi più belli d'Europa. In effetti, occorre trattenersi dall'impulso di esagerare nel descrivere a parole
questo bellissimo luogo. Ognuna delle sue numerose baie riparate e boscose è una "petite Afrique"; mentre lo scenario degli audaci promontori suggerisce quello
della costa occidentale della Scozia. La bella baia non è, infatti, così grande come quella della Spezia, né così varia nel profilo; ma non c'è la vicinanza di un
grande arsenale navale né di uno stabilimento a rovinarne la bellezza idilliaca.
Unico nel suo aspetto e quasi nascosto in una rientranza del promontorio che si protende al di là di esso, in mare aperto, si trova il porticciolo di Portofino. Su
due lati si addensano le case del minuscolo paese, avendo alle spalle la chiesa di S. Martino e sullo sfondo le pendici boscose del promontorio. Al di là del molo
sono rocce scoscese che salgono gradualmente fino a dove è l'antica chiesa di S. Giorgio con le reliquie del santo e un castello in posizione pittoresca. Questa
famosa chiesa oggetto di pellegrinaggio offre uno strano esempio di santo rimosso.
La chiesa era originariamente dedicata a San Giorgio, il santo minore, compagno di S. Fruttuoso2. Ma quando la chiesa acquisì,
durante la Prima Crociata3, alcune reliquie del celebre S. Giorgio di Cappadocia4, gli abitanti non esitarono a
trasferire le loro devozioni al santo più celebre!
Noi, come inglesi, forse scuseremo questo odioso esempio di canonizzazione popolare poiché San Giorgio è il nostro santo patrono. Si può notare di sfuggita che
si dice che lo stemma di San Giorgio come santo patrono d'Inghilterra sia conseguenza della "scelta da parte di Riccardo Cuor di Leone di adottarlo come sua insegna
in omaggio al porto di Genova, che aveva ospitato le ottanta galee su cui si erano imbarcati per le crociate lui e Filippo II".
Alla fine del promontorio c'è un santuario con l'immagine della Madonna che guarda dall'alto le onde - onde che in caso di maltempo raggiungono molti metri di
altezza – e suggerisce la via ai pescatori che in caso di maltempo possono essere spinti contro alle rocce: oggetto di una supplica di aiuto nel momento di
difficoltà e pericolo.
Sotto questi terreni, dalla parte opposta, le scogliere sono più scoscese e formano un promontorio imponente, facilmente individuabile da molte miglia di
distanza. In prossimità della vetta si trova una stazione semaforica dalla quale possono essere inviati messaggi al porto di Genova o al porto navale della Spezia.
A Portofino è stato aperto un albergo di gran classe, lo Splendid, a un'altezza considerevole sopra il porto, che è diventato rapidamente una delle strutture
preferite.
Sotto la stazione di segnalazione, al riparo in una piccola insenatura, si trova la frazione di San Fruttuoso con la sua antica torre di avvistamento e la
chiesa, oltre a ciò che resta di un monastero davvero antichissimo, che nei primi secoli possedeva vasti possedimenti in questa parte d'Italia.
Qui sono ancora visibili le tombe della celebre famiglia Doria, che ebbe un ruolo importante nella storia di Genova nel Medioevo, poiché le navi del grande
Ammiraglio Andrea Doria incrociavano al largo di Portofino alla fine del XV secolo.
La penisola di Portofino, anche se di dimensioni modeste, offre una grande varietà di paesaggi marini e terrestri e le sue caratteristiche fisiche presentano
una sorta di sintesi del tipico paesaggio italiano. Sarebbe ben ripagata la visita di una settimana tra le sue colline e valli, precipizi e anfratti, mentre oltre
alle sue attrazioni paesaggistiche, c'è molto per interessare gli amanti della topografia storica. In questa pittoresca regione autosufficiente, che pare abbastanza
isolata dal resto della Riviera, sono sparse molte vestigia storiche sotto forma di monasteri, chiese, santuari e castelli.
Il Monastero della Cervara, ora appartenente a una confraternita di monaci francesi vestiti di bianco5, fu un tempo prigione di
Francesco I di Francia qui confinato dopo la disastrosa battaglia di Pavia. Sulla parete è inciso il famoso detto: Tutto è perduto salvo l'onore. Questo
offre un esempio evidente della tendenza della tradizione a migliorare i detti storici originali. Ciò che effettivamente scrisse il Sovrano prigioniero fu Ne
m'est demeuré que l'honneur et la vie qui est saulve!6, che non ha certo il vigore caustico del mitico aforisma.
Le cose sorprendenti nei dintorni di Portofino sono diversi castelli medievali restaurati per farne residenze estive dei loro proprietari inglesi. Il più
notevole di questi restauri gotici è il Castello di Paraggi, arditamente situato all'estremità di un piccolo promontorio; il Castello del sig. Montagu Yeats Brown è
altrettanto interessante. Ma la casa più nota di Portofino è Villa Carnarvon in cui il defunto imperatore Federico, all'epoca principe ereditario, trascorse parte
dell'estate del 1886. Sua Maestà, la defunta regina Vittoria, trascorse qui una delle sue vacanze primaverili, con un po' di sgomento del suo entourage che,
naturalmente, preferiva la Nizza più allegra e tradizionale.
Villa Carnarvon non è aperta, ma i giardini molto pittoreschi con le loro superbe vedute sulla terraferma e sul mare sono aperti al pubblico un giorno alla
settimana.
Il grande edificio vicino alla chiesa di S. Giorgio, chiamato Castello S. Giorgio, è stato costruito di recente dal signor Stephen Leach.
Sotto la base del promontorio di Portofino si trovano la pittoresca cittadina e il porto di Camogli; il nome sarebbe derivato, si dice, da "Casa-Moglie" (la
casa delle mogli) perché anticamente, quando molti uomini della zona emigrarono in Sudamerica per diversi anni lasciando le mogli, molte di loro (come uccelli di
uno stormo) si spostarono in questa piccola città, da cui il nome Casa-Moglie o Camogli.
Portofino si raggiunge sul lungomare da Santa Margherita; dista una ventina di minuti di auto dalla stazione ferroviaria percorrendo una strada di grandissimo
interesse e bellezza, ma si può raggiungere anche a piedi da Ruta, sulla strada per Genova. Da Ruta si ha da un lato una splendida vista sul golfo di Genova e
dall'altro sulla costa verso la Spezia. A Ruta ci sono diversi alberghi e, a una certa distanza, lungo la penisola, c'è il nuovo Portofino Kulm raggiunto
quotidianamente da un'auto proveniente da Rapallo.
Il nome di un luogo non sembra sempre in sintonia con il suo carattere. Santa Margherita, alla quale facciamo riferimento, non ha solo un nome attraente, ma è
una pittoresca cittadina in mezzo a splendidi dintorni. Immaginate questa piccola cittadina di mare che si estende per un breve tratto lungo la costa del
Mediterraneo, all'estremità di un'insenatura abbastanza grande - la Baia di Rapallo - tanto che in più di un'occasione un numero consistente di navi della Flotta
Britannica vi si è ancorata. Dietro vi sono gli Appennini, di fronte una spiaggia digradante che conduce rapidamente ad acque profonde, abbastanza profonde perché
navi di grandissime dimensioni possano entrare in porto per le riparazioni; acque sufficientemente riparate per offrire un buon ancoraggio a una discreta flotta di
pescherecci, che generalmente escono ogni mattina presto e tornano nel pomeriggio, offrendo ottimi soggetti per il pennello o la matita dei tanti artisti che
visitano questa località. Questi ultimi trovano ampio materiale per il loro talento nei numerosi soggetti interessanti di cui abbonda il luogo; i gruppi di uomini,
donne e bambini che frequentano la spiaggia; le ragazze che lavano i panni al lavatoio; i monaci vestiti di bianco, i sacerdoti col mantello nero o i frati
mendicanti con l'abito marrone.
Ci sono un antico forte di fronte al mare e diverse chiese interessanti. Si dice che la Parrocchia sia stata costruita sul sito di un antico tempio. Al suo
interno si trova un'urna cineraria, scoperta diverse centinaia di anni fa.
La chiesa più antica è quella di S. Siro, vicino alla quale si trova il vecchio cimitero oggi invaso dalla vegetazione. E' stato giustamente descritto come "una
mescolanza di antiche tombe e moderne rose".
Santa Margherita si è sviluppata molto negli ultimi tempi, c'è un buon approvvigionamento idrico e la ricettività alberghiera è stata notevolmente incrementata,
sta infatti diventando rapidamente una rinomata località di villeggiatura invernale.
Oltre Santa Margherita la strada si snoda lungo il mare ai piedi delle colline boscose fino a Paraggi, dove c'è una piccola baia e un minuscolo borgo. Prima di
giungere alla baia si notano i massi di conglomerato roccioso precipitati e poco oltre il Castello di Paraggi, noto per essere stato il luogo in cui si sono svolti
i principali avvenimenti di un recente romanzo popolare. Più avanti la strada conduce a Portofino.7
Segue in sequenza Rapallo, probabilmente la più nota di tutte le località della Riviera Levantina poiché il suo paesaggio è stato decantato da molti scrittori.
Chi visita Rapallo non può non rimanere colpito dalla bellezza dei dintorni. Situato all'inizio di una baia di notevoli dimensioni, il promontorio di Portofino si
profila in lontananza e si vede nelle immediate vicinanze un pittoresco profilo di montagne le cui cime spezzano la linea del cielo, nonché una rigogliosa
vegetazione di ulivi e altri alberi: l'effetto generale è tale da accontentare non solo l'artista, ma anche il meno attento alle bellezze della natura.
Anticamente Rapallo fu una Repubblica di notevole importanza. Come molte altre località della Riviera di Levante, la città era cinta da mura con diverse torri di
difesa e la sua influenza si estendeva su un'area considerevole. Rapallo svolse un ruolo importante nella storia di questa porzione di Liguria e godette di un
governo autonomo fino al 1230 circa, quando divenne soggetta a Genova: ma per lungo tempo l'influenza di Rapallo fu notevole nelle contrastanti lotte tra fazioni e
famiglie: Rapallo prestò assistenza anche quando la dominante repubblica di Genova fu coinvolta in conflitti esterni.
Sembra quasi impossibile pensare che una piccola città, ora insignificante, abbia posseduto galee armate e fornito bande di soldati per assistere Genova nelle
sue varie guerre, per non parlare della sua stessa difesa contro i predoni saraceni, ma si deve ricordare che un tempo il mare saliva molto più in alto nella Valle
di S. Anna, offrendo alle navi la possibilità di ancorarsi. Inoltre, nei tempi feudali le famiglie principali potevano contare sull'appoggio di tutti i loro gregari
e richiamarli per mezzo di fuochi di segnalazione.
Se si potesse vedere Rapallo come era una volta, con le sue galee da combattimento all'ancora, con diversi castelli simili a quello rimasto a capo della baia e
varie altre torri in diverse zone, oltre alle mura fortificate che circondavano il paese, sarebbe più facile rendersi conto che, qualunque fosse l'occupazione
abituale degli abitanti, essi erano pronti in qualsiasi momento a partecipare alla difesa militare.
Si ritiene che la torre esistente nella salita che conduce a Quirico e che domina la valle di S. Anna fosse a quei tempi un edificio importante. E' ancora
un'interessante testimonianza dell'epoca feudale e, insieme ai non lontani ruderi del Convento di Val di Cristo, con la loro elegante torre longobarda, ci aiuta
ulteriormente a immaginare Rapallo e i suoi dintorni come erano un tempo.
Una battaglia, forse la più disastrosa per Rapallo, si svolse in questa valle nel settembre del 1494 tra truppe napoletane, capeggiate da Ibleto Fieschi e
aiutate da fuorilegge genovesi da una parte, e truppe genovesi aiutate da francesi e soldati svizzeri dall'altra. Alla fine Fieschi fu sconfitto, ma anche se sembra
che i Rapallesi fossero schierati con i Genovesi, si dice che per qualche motivo le truppe francesi e svizzere saccheggiarono la città. Tale era anticamente
Rapallo, moderna stazione climatica di primo piano della Riviera Levantina.
Questa località è certamente cresciuta in pochi anni con una rapidità quasi, se non del tutto, ineguagliata in entrambe le riviere. Ineguagliabile cioè nella
rapida crescita degli alberghi e delle pensioni, poiché il numero delle ville a disposizione dei visitatori è ancora sproporzionato rispetto agli alberghi.
Non si deve supporre, tuttavia, che questo numero sempre crescente di hotel sia occupato solo da inglesi. A Rapallo vengono molte persone di altre nazionalità, ma
c'è una crescente tendenza degli inglesi a frequentare alcuni alberghi, tendenza che senza dubbio aumenterà, soprattutto ora che c'è una maggiore possibilità di
scelta; altri hotel sono stati aperti in posizione sopraelevata rispetto al mare, sia nelle immediate vicinanze del paese, sia lungo le strade per Sta. Margherita e
Zoagli.
Negli ultimi anni a Rapallo sono stati fatti passi avanti in molti campi. I giardini pubblici costituiscono un grande miglioramento e il lungomare è molto
curato. Sono migliorati anche i servizi igienico-sanitari, le strade e le poste, per non dimenticare le dimensioni e la reputazione dei suoi negozi, è stata
introdotta la luce elettrica e, cosa più importante, Rapallo è ora in possesso di una nuova fonte di acqua potabile.
Ci sono una chiesa e una biblioteca inglesi, un medico inglese e uno stabilimento dove si possono fare bagni di acqua di mare calda e fredda, trattamenti
elettrici e massaggi.
Ci sono concerti pomeridiani e serali al Kursaal, dove sono frequenti anche balli pubblici e privati; presso l'Hotel Verdi è molto richiesto un campo da tennis.
Si possono fare eccellenti gite in barca e bagni nella baia.
A Rapallo esiste da molti anni una cappellania inglese, il cappellano risiede abitualmente presso il Grand Hotel Royal, albergo presso il quale si svolgevano le
funzioni anglicane prima della costruzione di una chiesa permanente. Quest'ultima è stata realizzata con l'aiuto della Società per la Propagazione del Vangelo
perché non si riusciva ad avere un locale pubblico di dimensioni sufficienti per accogliere la congregazione, le cui dimensioni erano solitamente incrementate da
persone provenienti da Portofino e Sta. Margherita.
Fu deciso di intitolare la chiesa a San Giorgio - patrono di questa parte d'Italia oltre che dell'Inghilterra - e fu dedicata alla memoria di Sua Maestà la
defunta Regina Vittoria. La chiesa è costruita in stile romanico, su progetto del Cav. E. Machiavello di Genova. Non è del tutto terminata, né è stato ancora eretto
il portico lombardo, ma da diversi anni nella chiesa si svolgono le funzioni. L'interno può essere reso architettonicamente ed esteticamente sia imponente che bello
e degno del servizio della Chiesa inglese, nonché della sua dedicazione come chiesa commemorativa.
Grazie alla munificenza di alcuni donatori contiene già un bell'altare e un pulpito in marmo, ciascuno progettato in armonia con lo stile romanico dell'edificio.
C'è anche una vetrata colorata dell'Ascensione e un'altra che rappresenta San Giorgio, il cui disegno è basato sul bel quadro di San Giorgio del Montagna. Entrambe
queste finestre sono dei signori Powell. La seconda è in memoria del compianto Rev. A. B. Strettell, per molti anni cappellano inglese a Genova e per sei anni a
Rapallo, dove risiedette fino al momento della sua morte, instancabile sostenitore delle sue attrattive e salubrità .
L'effetto tonificante dell'aria di mare e di montagna sembra avere un ottimo effetto su coloro che giungono a Rapallo in condizioni debilitate e, nonostante il
luogo abbia attraversato un periodo di transizione da città costiera primitiva a stazione climatica pienamente sviluppata, la soddisfazione media dei visitatori
sembra essere stata molto buona, essendo ampiamente soddisfatte le esigenze mediche della colonia inglese.
Le vicinanze sono interessanti per il numero e la varietà delle passeggiate, descritte con cura da un residente in "Rapallo Passato e
Presente"8.
Tutte le cime delle montagne possono essere scalate facilmente. Hanno un'altezza media di circa duemila piedi o più, la Manica di Lume9
è la più alta. Il Monte Caravaggio, il Monte Lasagno10, il Monte Rosa e il Monte Castello offrono tutti panorami bellissimi e ampi. Dopo
la Manica di Lume, la vetta del Castello è forse la più isolata, poche persone si preoccupano di salire fino in cima: così chiunque abbia voglia di osservare in
perfetta solitudine l'effetto eccezionale di terra, mare e nuvole - solitudine spezzata solo dal ronzio degli insetti e dal battito d'ali delle rondini che, non
abituate all'invadenza dell'uomo nei loro luoghi solitari, quasi ti sfiorano la faccia nel loro volo veloce - può farlo facilmente sul Monte Castello, dopo circa
un'ora e mezza salita.
La salita al Monte Rosa richiede circa due ore, ma alla chiesa dei pellegrini si può arrivare in un tempo un po' più breve. A Rapallo è una delle escursioni
preferite. La salita è facile, i panorami suggestivi in vari punti e la chiesa di Montallegro molto interessante. Ha rinnovato la facciata nel 1896, eseguita su
disegno del signor Rovelli, architetto, e ha avuto altre aggiunte recenti. E' in stile tardo lombardo.
La chiesa fu edificata nel luogo che si suppone fosse stato indicato dalla Madonna quando apparve sui monti a un contadino e nella chiesa è conservata
l'immagine della sua sepoltura, che era stata persa da Rapallo.
Da Montallegro si può proseguire lungo i crinali fino al passo Crochetta11 e poi al Monte Lasagno e alla Manica di Lume, oppure si può
scendere a Rapallo dalla Valle del Monte, o dall'altra parte a Cicagna nella Valle Fontanabuona. Un'ulteriore variante porta ai lecci a destra della chiesa da dove
si può scendere per S. Ambrogio fino alla strada di Chiavari. Invece di scendere da questa via, chi si tiene sul crinale dietro la vetta di Monte Castello troverà
che il sentiero scende a Chiavari. Girando alle spalle di Monte Castello la vista sull'altro lato del crinale è molto suggestiva.
Un'altra escursione interessante è andare in auto fino a Ruta - da dove si gode un'ampia vista - e da lì proseguire a piedi lungo la penisola fino a Portofino o
lungo il crinale fino alla chiesetta sulla sommità del Monte Caravaggio. La discesa si effettua solitamente da S. Maria del Campo.
Da Rapallo alla chiesa di S. Maria è una passeggiata facile e pianeggiante, nei pressi si trova la diroccata chiesa paleolombarda di S. Tommaso del X secolo.
Tra le mete preferite c'è anche la strada per S. Massimo, che passa per il diruto convento di Valle di Cristo, terminato all'inizio del XIII secolo da alcune
importanti dame genovesi e abitato per 300 anni. Tutto è ormai in rovina tranne la torre, affascinante esemplare del passaggio dal romanico al gotico. Alcuni di
questi edifici al confine tra il romanico e il gotico hanno tutto il fascino dello stile più antico, con l'aggiunta di un'apparente leggerezza trasmessa dall'arco a
sesto acuto. Ci sono molti esempi di questa transizione sulla Riviera Levantina.
Un'altra notevole escursione da Rapallo è lungo quella che è stata chiamata la Strada di Cornice Orientale, lasciando Rapallo con un percorso così ben riparato
e soleggiato che è stato chiamato la passeggiata della Madeira12. Si passa un punto con una bella vista poco prima di scendere nel
pittoresco borgo di Zoagli: poi si procede verso l'altura che sovrasta Chiavari per ridiscendere verso quel paese.
La vista più suggestiva si ha durante il viaggio di ritorno, poiché si vede bene dalla strada sopraelevata il golfo di Rapallo con le montagne circostanti;
panorama talvolta arricchito dalla presenza all'ancora di corazzate italiane, inglesi o americane. Molte navi della flotta inglese hanno visitato più di una volta
la baia di Rapallo.
Sulla strada per Chiavari è l'antica ma piccola chiesa di S. Maria della Grazia13, con affreschi un po' fatiscenti di Grasino
Piazzio14 del 1539. Sono tutte opere d'arte provenienti da un periodo in cui era consuetudine raffigurare personaggi che avrebbero potuto
vivere in epoche remote e terre lontane, nei costumi del luogo e del tempo in cui visse il pittore.
Poco più avanti sulla destra si trova un'altra chiesa che conserva ancora alcune delle caratteristiche delle antiche basiliche di epoca paleocristiana.
A ovest di Rapallo sulla strada per Sta. Margherita giace San Michele nella cui chiesa è un quadro di Van Dyck. Si narra che i proprietari ricevettero qualche
tempo fa l'offerta di una grossa somma di denaro per questo quadro, insieme a una copia, ma l'allettante offerta fu rifiutata.
Vicino alla chiesa c'è una torre saracena e vicino alla strada due antiche e pittoresche porte. Procedendo oltre passiamo sulla destra un'altra antica torre che conserva ancora uno o due dei pilastri marmorei delle finestre superiori: ancora oltre è la Villa Pagana, appartenente all'antica famiglia genovese degli Spinola, nel cui parco è una fortezza abbastanza ben conservata del XIII secolo.
Nella stessa Rapallo i resti più suggestivi sono la porta della città vecchia, la torre saracena e il cosiddetto ponte di Annibale.
Rapallo possiede alcune chiese interessanti, ma non dal punto di vista architettonico.
La chiesetta di S. Stefano in via Magenta merita la nostra attenzione per il fatto che in origine era la Chiesa Madre del paese. Situata su un terreno rialzato, con un'alta torre, doveva essere un oggetto cospicuo nei primi tempi di Rapallo, nei giorni in cui fu costruita la casa di fronte con gli stipiti e l'architrave della porta realizzati con ardesia di Lavagna e decorata con le solite figure ed emblemi dell'Annunciazione. S. Stefano sarebbe stata edificata prima della data di quell'incisione, cioè già nel 1000 d.C.; forse la maggior parte della torre quadrata risale a quel periodo, ma la parte superiore è moderna e l'interno della chiesa non dà l'idea del suo aspetto originario.
Si dice che la chiesa parrocchiale, dedicata a S. Giovanni e S. Prolase15, sia stata edificata, come quella di S. Margherita, sul
luogo di un tempio romano nel XII secolo, quindi doveva essere di stile lombardo di cui però non rimane nulla.
La chiesa dei "Frati", cioè S. Francesco, e quella delle "Monache", S. Chiara16, sono interessanti, soprattutto il campanile di quest'ultima che risale al XVII secolo, ma è di disegno particolarmente elegante. Entrambe queste chiese hanno ancora i loro edifici conventuali e i chiostri.
Nessuna descrizione di Rapallo sarebbe tuttavia completa senza il riferimento alla sua celebre produzione di merletti al tombolo. Ci sono, ovviamente, varie qualità
di questo pizzo, ma questo è tra i migliori. Una fotografia scattata dallo scrittore mostra donne che fanno il merletto e che filano. Le donne più anziane sono
state fatte uscire di casa proprio per comparire nella foto e non hanno fatto obiezioni, anche se a volte è difficile convincere le persone a farsi fotografare. Un
po' di tatto e un piccolo regalo di solito spianano la strada.
Una difficoltà non esclusiva della Riviera Levantina. A Maiorca chi scrive trovò a volte impossibile ottenere fotografie della gente molto pittoresca. Ad Algeri
una signora chiese il ritratto di un arabo particolarmente bello e gli offrì un franco. Questi all'inizio obiettò, ma poi disse che se la signora gli avesse
concesso un po' di tempo avrebbe chiesto la volontà di Allah. Dopo poco tempo l'uomo tornò e disse che poteva acconsentire, ma che Allah insisteva che non doveva in
nessun caso ricevere meno di due franchi.
Per un resoconto molto completo di Rapallo nel Medioevo, dei suoi consoli e delle famiglie importanti, anche dei suoi edifici, feste, persone e industrie, rimandiamo i lettori a un'opera chiamata "Rapallo Passato e Presente"8 compilata da un abitante che mostra una conoscenza approfondita del luogo.
1 Augustus John Cuthbert Hare (1834-1903), scrittore inglese
2 Secondo la leggenda San Fruttuoso ordinò ai suoi discepoli Giustino, Procopio, Marziale, Pantaleo e Giorgio di portare le sue ceneri in un
eremitaggio presso Genova: fu così che intorno all'anno 711 il diacono Giorgio fu tra coloro che fuggirono da Tarragona portando le preziose reliquie a Capodimonte
e lì stabilirono la propria dimora per condurre vita eremitica.
3 1096-1099
4 San Giorgio di Lydda (o Diospoli, attuale Lod in Israele): nato in Cappadocia intorno al 275.
5 certosini
6 Non mi è rimasto che l'onore e la vita salva
7 Forse confonde con San Michele di Pagana, di cui parla più avanti.
8 "Rapallo. Past and Present" George Philip and Son. Fleet Street, E.C. / Turin 1911 (Reynaud's Illustrated Guides)
9 Monte Manico del Lume (802 m)
10 Lasagna
11 Passo della Crocetta
12 Arcipelago portoghese nell'Oceano Atlantico.
13 Nostra Signora delle Grazie
14 Teramo Piaggio
15 Basilica dei Santi Gervasio e Protasio
16 Monastero delle Clarisse