Il Mare – 31 dicembre 1926
Un essenziale problema da risolvere
Cortese lettore che ti accingi a seguirci in queste sincerissime righe sii gentile e tanto da salire con noi la collina di San Lorenzo e di là fino al silenzioso
culmine del Monte di Portofino - vedetta di pini e di scogliere - protesa sul mar di Liguria con tutti gli incanti che la generosa natura le ha dato senza limiti di
bellezza e di meraviglia. Sali con noi, in un meriggio di sole, sia pure invernale, e spazia l'occhio dal Caravaggio al Monte Castello e dall'ampia ubertosa Val di
Rapallo passa, seguendo le curve della strada che dalla riva si inerpica verso Ruta, a quella di Santa Margherita.
Qui non sostare. Vinci la seduzione dello sguardo incantato e cerca, oltre la criniera dei pini, se ti riesce di scoprire, giù, giù in fondo a destra, il
miracolo di Portofino.
E abbraccia poi il Golfo scintillante di riflessi e unisci la terra al mare a dì pure, con lo straniero estasiato, se questo scenario di inarrivabile artista
non possa paragonarsi alle più belle cose del Mondo, a quelle delle guide e delle descrizioni; e lascia, poi, al commento della parola, la libertà di cantare, a suo
modo, la sinfonia della bellezza inimitabile.
Ora potrai, con noi, sentire la distanza della realtà dal sogno degli illusi.
Il valore delle opinioni
Non è difficile trovare, benché sembri impossibile, colui che sostenga e dimostri, nel campo teorico, la necessità di cancellare, coraggiosamente, le divisioni
amministrative dei tre "Comuni del Tigullio: Rapallo, S.ta Margherita, Portofino.
Anche recentemente la Direzione di questo nostro giornale, postillava le osservazioni di un lettore, vaticinando, forse
ai posteri, la neo città
concentrata il cui nome è bello che trovato: Tigullia! Non ci risulta che l'idea e il nome abbiano raccolto degli applausi e d'altronde fossero stati anche fischi,
le cose non avrebbero avuto modificazioni da subire.
Sono opinioni che trascinano, senza sorprendere, discussioni infinite, talune effettivamente di carattere serio e quindi degne di essere prese in
considerazione, altre troppo leggere e sostanziate di preconcetti passatisti o, comunque, d'impossibile esame.
Il giorno dopo nessuno se le ricorda più. Il tempo provvederà lui a liquidare l'eventuale problema che oggi, dal punto di vista amministrativo, può essere
facilmente messo da parte, non risultando in esso nessun elemento di urgenza, fatte le dovuto riserve per quelli che son di ostacolo alla cortesia il buon vicinato.
Lasciamo, quindi, le opinioni sul concentramento amministrativo del Tigullio e vediamo invece quale tema si presenti alla ribalta del Golfo da tutti decantato,
siano italiani o stranieri, e da nessuno ancora valorizzato come dovrebbe e come merita.
Tre zone, tre metodi
Il male va cercato, precisamente, nelle direttive che in forma individuale e completamente indipendente, seguono, secondo particolari concetti, coloro che sono
preposti a Rapallo, a S. Margherita e a Portofino, alla cura dell'afflusso e del soggiorno degli ospiti del Tigullio. Noi non vogliamo qui affrontare l'esame degli
organi ai quali si è affidato il delicato compito di richiamare fra di noi gente d'ogni paese e provenienza; né vogliamo discutere se il soggiorno sia
effettivamente guarnito di attrattive e di conforts: in materia i tre Comuni hanno legittimo diritto di disporre come credono dei loro mezzi, sia finanziari
che di organizzazione varia.
Ma ci si permetterà di constatare come le tre azioni - iniziative dei Comuni, delle pro-loco, dei Comitati, degli Albergatori, ecc. ecc. - che nelle
stagioni di afflusso, vengono svolte a Rapallo, a Santa Margherita e a Portofino, fanno, quasi sempre, a cazzotti le une contro l'altra e viceversa. Sembra una
fatale coincidenza ed è invece dovuta, oltre che al destino delle cose libere, al completo abbandono in cui è lasciato il Golfo Tigullio.
Il paradosso si spiega col fatto che nessuna intesa esiste, fra città e città, fra pro-loco e pro-loco, al fine di non urtare e danneggiare il
reciproco interesse che è quello - qui sta il buono - di presentare l'attrattiva del Golfo, dal faro di Portofino al «Bristol», come un insieme armonico
non soltanto di paesaggio ma di conforts, di svaghi, di feste, di avvenimenti mondani e sportivi o chi più ne ha più ne metta.
Esempi? Spessissimo, in piena stagione, a Rapallo si susseguono serate danzanti nei principali Alberghi. Essendo libera la programmazione, gli organizzatori
tengono calcolo delle attrattive, che in quella determinata sera potranno essere offerte sul posto. A S. Margherita si fa altrettanto. Si verifica così, per
l'ospite, la situazione dell'asino di Buridano.
- Dove andare, sta sera? Si balla all'Hotel
, ma pure a S. Margherita c'è danza.
- Ci sarà gente qui o là?
Perché la folla che si diverte ama sciamare un po' qui e un po' là, senza rispettare le
divisioni amministrative, così pretende sapere dove troverà gli
amici, le conoscenze, sparse nelle ville e negli Hotels del Golfo.
Dando al forestiere la sensazione che non esista un posto dov'egli possa vedere, concentrata, l'intera colonia del Tigullio, appunto in quelle
circostanze in cui è bello e simpatico ritrovare un ambiente completo e capace di far divertire, si fa perdere alla zona turistica molto del suo pregio e troppo di
ciò che effettivamente ha. Danno non indifferente giacché al forestiere l'irregolare presentazione dei tre programmi finisce per dar più noia che svago. E così
dicasi per tutte le altre iniziative. Non è raro il caso che si inseguano due corsi floreali a brevissima distanza di tempo, nelle due cittadine vicine. I
concorrenti devono decidere senza poter vagliare l'eventualità di partecipare a tutti e due giacché l'intervento a S. Margherita può rendere, poi, impossibile o
per lo meno molto relativo, in quanto a successo, l'intervento a Rapallo.
Il Tigullio, in piena stagione, somiglia stranamente alla piazza di una cittadina, nel giorno di fiera. Tre baracconi si rizzano al cielo e tre imbonitori
lanciano tonanti, differenti inviti alla folla in attesa: «Venghino! per di qua
Signori si comincia
La sorpresa da questa
parteeeee!
».
E qui si fa un ballo o là si offre una prova sportiva e laggiù ancora quattro vetture tentano rappresentare il gentile torneo dei fiori
E' un programma, ovvero sono tre vari programmi turistici, che noi amiamo invece definire, perché tali appaiono allo spettatore, un disordine ordinato.
Di chi la colpa? Quali i rimedi?
Di nessuno, senza dubbio. Anzi, per non infierire su tutto e tutti, da un certo punto di vista un qualche elogio alle pro-loco si può distribuire, almeno
per il buon successo ottenuto da vari numeri del loro programma, suscettibile comunque di molte osservazioni. Esse, coadiuvate dall'appoggio dei Comuni - ancora
insignificante checché se ne dica - e da quello degli enti locali, si dan d'attorno e cercano intensificare l'afflusso e sempre più migliorare il soggiorno degli
ospiti. E noi, vediamo così estendersi, in varie forme, la réclame a molti giornali esteri, ed uscire monografie graziose ed interessanti su importanti
riviste del Continente, e lanciare nugoli di manifesti elogiativi e seducenti.
Prese individualmente queste azioni raccoglieranno sempre applausi, perché tendono allo scopo prefisso. Dove invece la riserva si impone è nel vedere se non si
possa far meglio e di più, pur lasciando inalterati i caratteri locali delle organizzazioni.
Noi slamo convinti che alla situazione odierna si debba porre il dilemma: o ciascuna cittadina continua indipendente la sua strada, cercando di
ostruire
al prossimo la propria, e allora non si parli di Tigullio e di complesso turistico ma si lasci rotolare sempre, come prima e peggio di prima, la convenienza col
ragionamento; o i tre programmi, contemperandosi nella distribuzione delle iniziative e cercando di formare un nesso logico, un vicendevole completamento, diano
luogo alla necessaria integrazione di sforzi e di vedute per fare del Tigullio una zona turistica efficiente, perfetta nelle sue vie di comunicazioni e nei servizi
relativi, nel suo confort, nella varietà dello svago e dei divertimenti in genere.
Alla prima tesi, che è quella in voga, sono favorevoli coloro che sentono imperioso il preconcetto del campanile, che si riducono a sorvegliare il confine del
proprio Comune come se si trattasse di una qualunque frontiera internazionale. Per essi il ragionamento è semplicista, definito com'è fra le quattro, ristrette
pareti della propria mentalità. Se le stagioni sono «buone» e gli Alberghi e gli appartamenti ospitano un elevato quantitativo di forestieri, li vedete
contenti e felici e li sentite declamare lodi e plausi alla saggezza del sistema di réclame e degli uomini che tale sistema seguono.
Ma non osservano, invece, se l'afflusso è fenomeno transitorio e se il risultato è veramente quello che dovrebbe essere.
Nel. caso contrario, nelle stagioni «vuote», mal riuscite, si demoralizzano a grande velocità e allora tutti i termini sono buoni per deplorare
l'apatia degli organizzati e delle organizzazioni.
Da qualche anno, finita la bengodi del forestiero, quest'ultimo episodio va prendendo pericolose forme epidemiche e la profilassi invece di essere seriamente
studiata o razionalmente applicata, resta alla mercé di quel poco che si è deciso di fare, dopo elementari e quasi inutili discussioni.
Gli è che il problema ha coefficienti ben maggiori e vasti e lo sguardo deve raccogliere più spazio e meno incertezze.
Unire e coordinare
Per l'ospite che scenda in uno degli Alberghi del Golfo la zona appare effettivamente come dovrebbe essere e cioè un'unica costiera, ricca di passeggiate, di
spunti panoramici, di bellezze incomparabili.
La materia, 1'attrattiva è questa e da questa noi intendiamo partire por concludere.
A cominciare dalle strade, però, e a finire nella dannosa concorrenza dei divertimenti locali, subito ci si ricrede. Nessuna intesa, troppa indipendenza,
moltissimi preconcetti si oppongono alla valorizzazione dell'intero Tigullio. Facciamo grazia a quelle buffissime beghe che di quando in quando accendono la
fantasia di una scarsissima percentuale di tigullini, minacciando conflitti di insulsaggini appena capaci di raccogliere commiserazione e pietà. Tali esibizioni
mentali non possono aver caratteri di serietà.
Ma se si volesse, al contrario, portare sul terreno economico, che è quello che più importa, il quesito che oggi si impone al Tigullio, per la sua stessa vita
turistica, noi siamo convinti che un po' di buona volontà basterebbe per vincere l'ostacolo più cocciuto.
La pro-Rapallo e la pro-Santamargherita potrebbero, in materia, far pesare la bilancia dalla parte del buon senso, con lieto risultato per tutti,
Albergatori ed Esercenti.
Nessuna delle due organizzazioni avrebbe bisogno di rinunciare alla propria personalità, sia di direttiva che di programma, ma, al contrario, il vantaggio
sarebbe comune e agevolerebbe l'attuazione di un migliorato, effettivo, razionale sistema di confort e di svago per la colonia ospite.
Fissate le modalità delle azioni, non più contrastanti ma integrative, in modo da far godere veramente il Tigullio in ogni sua attrattiva agli ospiti delle tre
cittadine, subito si giungerebbe al bilancio per il miglioramento delle pessime vie di comunicazione che oggi siamo abituati a far appena appena cilindrare senza
peraltro eliminare e fango e polvere.
In virtù dell'antico detto, le forze unite premerebbero sull'Amministrazione della Provincia e di riflesso su quelle dei Comuni interessati, perché il problema
del forestiero anche loro intendessero ed aiutassero.
Già troppo ci siamo dilungati sull'assioma dell'eventuale risultato.
Ci è parso dovere insister sul tema perché proprio in questi anni la concorrenza delle Città di soggiorno, montane e di riviera, è degna di attenta
considerazione soprattutto per il Tigullio tutt'altro che preparato a simile lotta.
Eliminiamo il dispendio dei mezzi e delle energie, respingendo contemporaneamente il passatismo decrepito ed ingiustificato dalle necessità del dopo guerra e
faremo opera preziosissima.
Troppe illusioni ancora vagano sul Tigullio, formate da troppe speranze infondate. Vinte queste e preparate le armi adatte, vedremo finalmente come valga più
un'ora di concorde ragionamento che anni d'inutili contrasti.