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    Pezzi di storia

Baciccia
di Antonio Vinciguerra

Treccani - 26 maggio 2023

Dal nome personale al soprannome etnico: baciccia (e altri casi)

Soprannomi etnici (o blasoni popolari) L'uso di imporre un particolare soprannome collettivo ai membri di una certa comunità territoriale o etnica - che si tratti di un intero popolo o degli abitanti di un piccolo villaggio - è un fenomeno noto in tutti i tempi e pressoché dovunque. Baciccia
… da sempre e ovunque sono coniati e utilizzati per denominare, in maniera per lo più (ma non necessariamente) ironico-denigratoria, gli "stranieri", vicini o lontani che essi siano, sulla base specialmente della constatazione di una loro qualità specifica, di una loro caratteristica peculiare (fisica, culturale, linguistica, ecc.), reale o immaginaria, o anche prendendo spunto da aneddoti e fatti storici o supposti tali.
Si può dire che i soprannomi etnici servano, fondamentalmente, all'identificazione e alla distinzione dei "gruppi", e che la loro motivazione profonda sia da ricercarsi nell'atavica contrapposizione tra "noi" e "loro" (si pensi a terroni e polentoni). Essi costituiscono perciò molto spesso il riflesso linguistico di stereotipi, pregiudizi, sentimenti di diffidenza, inimicizia o intolleranza nei confronti dell'"altro".
… anche un nome proprio di persona, specialmente se tipico e molto diffuso presso una data popolazione, può essere scelto per designare tutti i membri di questa.

Il caso forse più noto di passaggio dal nome proprio di persona a un generico etnonimo popolare è quello di Bacìccia1, ipocoristico ligure di (Giovanni) Battista, molto comune a Genova nei secoli passati, essendo San Giovanni Battista il patrono della città.
E' significativa, al riguardo, la testimonianza di Charles Dickens, che nei suoi Pictures from Italy2 (1846) notava come a Genova «great numbers of the common people are christened Giovanni Baptista, which latter name is pronounced in the Genoese patois "Batcheetcha", like a sneeze» (trad.: «Un gran numero di persone viene battezzato con il nome di Giovanni Battista, che nel dialetto genovese si pronuncia "Batcheetcha", come uno starnuto»).
Come ha ricostruito Fiorenzo Toso (2012), proprio la frequenza e la tipicità di tale ipocoristico hanno favorito, almeno dal XVII secolo, un processo di identificazione collettiva dei genovesi col nome personale Baciccia, che è stato quindi adottato, a cominciare dalle vicine popolazioni del Piemonte, per designare tutti gli abitanti di Genova (o più in generale i liguri), fino al punto che «in Italia settentrionale Baciccia vuol dire ormai "genovese"» (Plomteux 1975, p. 158).
Il GRADIT3, s. v. baciccia, marca in effetti questa voce come regionale settentrionale, datandola al 1887 (senza indicazione della fonte), e registra, oltre all'accezione di «appellativo che si dà ai genovesi», anche quella di «persona grassa e pigra», la quale dipende però evidentemente dall'accostamento alla parola ciccia (cfr. anche GDLI4, s. v. baciccia, che tuttavia non adduce attestazioni).

Baciccia è una tipica maschera del carnevale ligure raffigurante un popolano buontempone e gaudente. Gilberto Govi ne interpretò il personaggio negli anni 1961-63 per pubblicizzare il Tè Ati in Carosello: "Baccere6 Baciccia"7.
La canzone popolare genovese "Baccicin vàttêne a cà" (Baccicin vattene a casa) è dedicata a un Baciccia ritardatario per ricordargli che "Teu muë a t'aspëta" (tua madre ti aspetta).

E' quasi certo che la datazione proposta dal GRADIT si riferisca in realtà a questa seconda accezione, che troviamo registrata nel primo volume del Nòvo dizionàrio universale della lingua italiana di Policarpo Petrocchi, uscito appunto nel 1887. Petrocchi pone la voce baciccia sotto il rigo, cioè tra quelle «fuori d'uso», perché limitata, in Toscana, alla parlata della Montagna pistoiese, la quale l'ha verosimilmente ripresa dai dialetti settentrionali, dove il tipo lessicale baciccia risulta abbastanza documentato anche in accezioni quali quelle di "babbeo, sciocco, uomo da poco", che dipenderanno in particolare dal suo valore fonosimbolico (cfr. LEI5, vol. IV, col. 1104).
L'uso di baciccia come soprannome etnico pare invece documentabile nel volume La Francia e i Francesi nel secolo XX osservati da un italiano (Milano, 1913) di Giuseppe Prezzolini, il quale, nel deprecare l'immagine molto spesso stereotipata che gli stranieri hanno dell'Italia, menziona l'usanza dei «baciccia della riviera» di tuffarsi in mare «per chiappare il soldino» lanciato da qualche turista forestiero (e poco più avanti scrive: «i baciccia [non] credevano che il nuotar bene potesse diventare una professione lucrosa finché una coppia tedesca in viaggio di nozze non distrasse i propri ozi col gioco del soldino fatto balenare in fondo a tre metri di acqua» [p. 2]). Possiamo immaginare che Prezzolini si riferisca qui alla Riviera per antonomasia, ovvero alla Riviera ligure (cfr. anche GDLI, s. v. riviera, § 3: «Per anton. La costa della Liguria»), e che quindi chiami i baciccia i genovesi o i liguri.
I bachin(s) di Marsiglia E' interessante notare che, nell'Ottocento, anche a Marsiglia, sede di una compatta e numerosa comunità portuale ligure, si diffuse l'uso di denominare le persone provenienti da Genova e da altri comuni liguri les bachin(s) (da Baciccin, diminutivo di Baciccia altrettanto tipico fra i genovesi), termine connotato però molto negativamente perché, nella città francese, i lavoratori liguri, «inizialmente poco integrati nell'ambiente locale, spesso implicati nei traffici loschi e nel contrabbando portuale, percepiti come una minaccia alle tradizioni e allo stesso linguaggio dei marseillais pur sang», accusati di sottrarre opportunità lavorative alla popolazione locale, non godevano affatto di una buona reputazione; tanto che il loro appellativo divenne rapidamente «una sorta di insulto» (Toso 2012, p. 80).
Louis Méry, per esempio, sul periodico Lou Tambourinaire et le Menestrel del 17 aprile 1841, fa un ritratto collettivo molto poco lusinghiero dei bachin, in cui i toni e gli argomenti razzisti tipici della rappresentazione dell'"altro" finiscono per estendersi anche agli emigranti italiani di altra provenienza: «L'ouvrier Marseillais éprouve une haine instinctive contre le Bachin […]. Le Bachin pullule dans les fabriques de savon, dans les raffineries de sucre, dans les chantiers de construction; il est presque toujours né à Port Maurice ou à San-Remo […]. Mais par extension, le nom de Bachin est donné à tous les habitants de la péninsule italienne, depuis les Alpes jusqu'au cap Spartivento» (cit. da Toso 2010, Govi pp. 11-12; trad.: «L'operaio marsigliese ha un odio istintivo per il Bachin. Il Bachin pullula nelle fabbriche di sapone, negli zuccherifici, nei cantieri; nasce quasi sempre a Porto Maurizio o a San Remo […]. Ma per estensione, il nome Bachin è dato a tutti gli abitanti della penisola italiana, dalle Alpi a Capo Spartivento»).
I bachichas del Sudamerica Dove tuttavia il nomignolo identificativo dei genovesi risulta essersi particolarmente acclimatato è nell'America latina, un'area verso cui l'emigrazione ligure è stata precoce, oltre che consistente. Dalla fine dell'Ottocento, nella zona rioplatense come in altre parti del Sudamerica ispanofono, la parola bachicha (con la variante bachiche) è stata infatti adoperata dapprima per denominare in maniera colloquiale e/o dispregiativa gli emigranti liguri, in particolare genovesi (in Cile esiste anche la locuzione bachicha de la esquina che vale "bottegaio, droghiere", letteralmente "bottegaio dell'angolo", perché un tempo, in quel paese, le rivendite all'ingrosso, ma soprattutto al dettaglio, erano appannaggio dei liguri), e poi per indicare, per antonomasia, l'emigrante italiano (come pure i suoi discendenti e i suoi connazionali: los bachichas).
Già il Diccionario de peruanismos di Juan de Arona (Buenos Aires, 1884) riporta che la «plebe peruana» chiama gringos gli inglesi così come chiama bachiches gli italiani (pp. 251-253). Il vocabolario di Neologismos y americanismos di Ricardo Palma (Lima, 1896) registra la forma bachicha come appellativo imposto agli italiani di «bassa condizione». Anche il Diccionario de chilenismos di Manuel Antonio Román (Santiago de Chile, 1901-1908), s. v. bachicha, spiega che si tratta di un «apodo» - un soprannome - «che se da en Chile á toda persona italiana», e aggiunge che è anche un termine dispregiativo con cui si designa la lingua italiana. Il Diccionario della Real Academia Española ci informa che la parola bachicha (maschile e femminile), connotata in senso colloquiale e peggiorativo, è tuttora usata in Argentina, Cile e Uruguay col valore di "emigrante italiano". Nella Pampa argentina, tale appellativo è stato esteso inoltre agli emigranti turchi di bassa condizione (cfr. Díaz 1945). E nello spagnolo gergale del Messico esiste addirittura il verbo embachichar che vuol dire "rubare".
Vale la pena di riportare le osservazioni di Domingo Faustino Sarmiento (una delle figure più rilevanti nella storia politica e letteraria argentina del XIX secolo) riguardo all'analogia fra l'ispano-americano bachicha "italiano" e l'anglo-americano paddy "irlandese" (da Patrick), che rivelano come il fenomeno linguistico di cui ci occupiamo in questa sede non conosca, di fatto, limiti spaziali, oltre che temporali: «En Norte América, los irlandeses sobreabundan como aqui los italianos, y […] se les llama paddy, es decir, Patricio, del santo de su devocion […]. Entre el vulgo italiano es frecuente el nombre de Juan Bautista, y abreviado como paddy de Patricio, se ha hecho bachicha» (Sarmiento 1900, p. 385; trad.: «Nell'America del Nord gli irlandesi abbondano come qui gli italiani, e […] sono chiamati paddy, cioè Patrizio, dal loro santo patrono […]. Tra il volgo italiano è frequente il nome di Giovanni Battista, che, abbreviato come paddy da Patricio, è diventato bachicha»).


1 Vedi l'articolo della Gazzetta "Le maschere genovesi del carnevale" del 9 gennaio 2022
2 Vedi l'articolo della Gazzetta "Pictures from Italy (Impressioni d'Italia)" del 18 marzo 2023
3 "Grande dizionario italiano dell'uso" curato da Tullio De Mauro
4 "Grande dizionario della lingua italiana"
5 "Lessico etimologico italiano"
6 Derivato dal dialetto bacciare, esclamazione come capperi, corbezzoli
7 Anche "I mugugni di Baciccia"

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